Buon Cammino, pellegrini! Uno zaino che riempie l’anima
Il racconto delle esperienze di Letizia e Paolo: «La sfida fisica e un’occasione di crescita spirituale»
Come studenti della scuola secondaria di I grado di Montale abbiamo deciso di approfondire un tema caro al nostro territorio: il cammino di San Jacopo. Abbiamo intervistato due pellegrini, Letizia e Paolo, che hanno descritto i cammini fatti come un’esperienza unica e da rifare. Con Letizia ci siamo concentrati sulla sua esperienza di pellegrina, con Paolo sulla percezione del cammino e dei pellegrini nel territorio. Letizia, persona molto credente, ha intrapreso questi cammini sia come una sfida fisica sia come un’esperienza di crescita spirituale per entrare in contatto con la propria essenza più intima.
Letizia ha parlato anche dell’importanza per lei della credenziale, documento del pellegrino su cui raccogliere i timbri: è un ricordo del percorso, simbolo di ciò che si è vissuto e imparato lungo la strada e documento per ottenere la Compostela. Molto interessante la descrizione appassionata dello zaino che porta con sé durante i cammini, fondamentale per il viaggio, che deve essere il più leggero possibile. Tra gli oggetti essenziali che non mancano mai ci sono l’acqua, il sacco a pelo, vestiti comodi come magliette e pantaloni e shampoo solido, un prodotto pratico ed ecologico.
È stato un momento di riflessione, in cui abbiamo potuto confrontarci con lei sui vari cammini esistenti, sulle difficoltà e sulle soddisfazioni che si provano percorrendo queste strade. Tanti sono gli spunti di riflessione, non solo su come affrontare un viaggio fisico, ma anche su come vivere con maggiore consapevolezza ogni passo della nostra esistenza. Abbiamo intervistato anche Paolo, che ha percorso diversi cammini di Santiago e che si è preso cura a lungo di quello di San Jacopo, posizionando le indicazioni per renderle visibili ai pellegrini o rendendo alcuni tratti puliti e percorribili. Paolo ci ha raccontato che nel tempo il cammino è diventato più fattibile grazie agli abitanti lungo il percorso o nei dintorni, che mettono a disposizione la loro gentilezza verso i pellegrini offrendo quello che hanno: acqua, frutta, pasti caldi, addirittura delle camere. Coloro che aiutano i viandanti anche solo con un «Buon Cammino» e mostrando gentilezza danno loro la forza di andare avanti. Da questo incontro, abbiamo imparato che il cammino, che non crea differenze ma rende uguali, cambia anche la percezione delle persone e delle parole, perché il pellegrino non è più soltanto «uno sconosciuto», diventa «qualcuno da incontrare» che posso aiutare e da cui posso imparare.
I cammini esistono dall’età dei romani. Il Cammino di Santiago, che porta alla cattedrale di Santiago de Compostela in Spagna, è solo uno dei tanti percorsi in Europa e nel mondo: uno importante in Italia è quello di San Jacopo, che passa anche da Montale. Fare un Cammino è molto stancante, si torna a casa con tanti dolori, ma è un’esperienza meravigliosa, sei circondato dalla natura e visiti luoghi nuovi e bellissimi. Lo zaino che porti deve contenere cose utili, dato che un cammino può durare anche mesi, quelle indispensabili sono: il kit pronto soccorso, borraccia, coltellino, torcia, accendino e abbigliamento vario. Puoi raccogliere poi dei timbri sulla credenziale, detta «Passaporto del pellegrino» come facevano i pellegrini nel Medioevo per dimostrare che avevano compiuto tutto il Cammino.
«Sin dolor no hay gloria» è il motto, perché la fatica nelle cose ci deve sempre stare, per crescere, affrontare le paure e gli obiettivi nella vita. Camminando con altre persone è facile comunicare e fare amicizia, anche se parlano un’altra lingua, sono di un paese diverso o di un’altra religione. Se hai paura di stare da solo non preoccuparti, ci saranno sicuramente persone che incontrerai nel cammino e ti potranno aiutare. Sul Cammino, la via è indicata da cartelli o segni con una conchiglia gialla a nove raggi che convergono verso un punto: Santiago. La formula usata per salutarsi è «Buon Cammino!».
La pagina è stata realizzata da un gruppo interclasse del giornalino della scuola secondaria di primo grado «Giulio Cesare Melani» di Montale, composto dagli alunni delle classi 1 A, 1 B, 3 D.
Ecco i nomi dei giovani redattori.
Si tratta di: Vittoria Basile, Gloria Giorgini, Matteo Langianni, Gioia Luchi, Marta Muià, Andrea Luzzu, Giulia Meoni, Maya Quiroz Nardoni, Mathias Voka, Marco Cimminiello, Tommaso Paci, Emanuele Sarti. Dirigente scolastico: dottor Mauro Guarducci.
Docenti Tutor: Adele Iozzelli, Salvador Righi, Valentina Vaiani.