Carlotta Cambi ci racconta un sogno Cosa c’è dietro la vita di un’atleta
Intervista alla pallavolista di Montopoli: sacrifici, passione e determinazione per arrivare alle Olimpiadi

Cosa c’è dietro la vita di un’atleta.
Intervista alla pallavolista di Montopoli Carlotta Cambi vincitrice delle Olimpiadi con la nazionale e atleta del Pinerolo.
Come e quando hai iniziato a giocare a pallavolo? «Ho iniziato ad andare in palestra perché i miei genitori e mio fratello giocavano e io restavo dai nonni. Un giorno ho detto a mia mamma ’voglio tornare anche io a casa con il borsone’. Avevo quattro anni! Lei chiese ad una sua amica allenatrice di farmi provare e da quel giorno non ho mai smesso».
La vita di un’atleta spinge a lasciare casa fin da molto giovani.
Cosa ti ha aiutato? «Nel mio primo anno fuori casa, a quindici anni, ho passato uno dei momenti più difficili emotivamente: mi mancava vivere con la mia famiglia e uscire con gli amici di sempre. E’ stato fondamentale l’appoggio dei miei genitori che venivano a trovarmi e con cui ho condiviso paure e ansie».
Come ti sei sentita quando sei stata convocata in nazionale? «Nel 2016 ho partecipato a due tappe del torneo internazionale Gran Prix, ed è stata la prima convocazione in nazionale seniores.
Una grande emozione! La successiva convocazione è stata possibile con il passaggio della squadra azzurra a Julio Velasco. La vittoria delle Olimpiadi è la chiusura di un cerchio, volevo fortemente partecipare. Vincerle va oltre i miei sogni».
Quali aspetti della pallavolo non ti piacciono? «Spesso i giocatori sono visti dal club non come persone che al di fuori della palestra hanno una vita ’normale’ fatta di passioni, studio, relazioni e vita privata, bensì come contratti».
Quali sono i valori che trasmette la pallavolo? «Lealtà verso i compagni di squadra, sacrificio, impegno, determinazione, passione: valori che nello sport sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi. E’ importante sapere che ci saranno degli anni in cui si raccolgono meno risultati, non per questo il valore dell’atleta diminuisce».
Come mantenere l’affiatamento nella squadra? «La comunicazione è la prima strategia, se ho un problema con qualsiasi componente della squadra, allenatore o compagne, è indispensabile che riesca a condividerlo, solo cosi posso risolverlo. Occorre procedere insieme per raggiungere un obiettivo comune».
Quali pensieri ti aiutano nei momenti di scoraggiamento? «Il pensare che i momenti brutti passano. Credere che la carriera di un’atleta sia sempre gratificante è un errore, le vittorie vanno festeggiate come meritano e le sconfitte vanno sapute affrontare come una lezione. Ogni sconfitta porta con sé un insegnamento, riconoscerlo è il primo passo per riuscire a vincere di nuovo». Grazie Carlotta, e buona fortuna da tutti noi!
Ogni essere umano ha il diritto di praticare educazione fisica e sport, poiché essi sono gli strumenti migliori per la crescita della personalità, per lo sviluppo della fiducia in se stessi, per creare relazioni, per darsi degli obiettivi e sforzarsi a raggiungerli. Detto questo siamo convinti che anche le persone disabili possono, praticando sport, seguire le proprie passioni, vivere emozioni con tanti amici, sentirsi realizzate e trovare – o ritrovare, in alcuni casi – equilibrio nella propria vita. Molti credono che gli atleti disabili non siano in grado di fare attività sportiva ma quando vedono le loro performance rimangono sbalorditi per la grande determinazione e competenza che impiegano e i risultati straordinari che raggiungono. Così come gli atleti senza disabilità, anche essi partecipano a gare internazionali che si sviluppano a tutti i livelli di competizione, fino ad arrivare alle paralimpiadi che includono 28 sport. Prima di queste gli atleti devono affrontare mesi e mesi di allenamento fisico e preparazione psicologica, come tutti. Grandi sono le emozioni durante la gara così come la felicità nei momenti della vittoria: pensiamo all’esultanza della campionessa di fioretto Bebe Vio, che coinvolge tutti con la propria gioia, il sorriso e la forza di volontà. Noi capiamo bene questa gioia: abbiamo la fortuna di conoscere un compagno per il quale abbiamo esultato durante la vittoria della fase regionale della corsa campestre! Siamo contenti per la sua medaglia e tanto orgogliosi di lui!
Articoli, disegni e foto sono realizzati dalla classe 2^ B della Secondaria di Staffoli dell’Istituto comprensivo «Cristiano Banti» di Santa Croce: Alessandro Cai, Christian Cangemi, Fiamma Cavallini, Nicolas Chiapperini, Gabriele Chiari, Fatima Ciancaglini, Eleonora Corsagni, Diego Della Polla, Giorgia Guerrieri, Elisa Luo, Giada Elena Maria, Mattia Marrone, Mariasole Martini, Gabriele Nardi, Bianca Ossani, Francesco Pucciarelli, Emma Puccini, Viola Riccucci, Cloe Salcito, Marouane Salhi.
Docenti tutor Manola Petruzzi e Terigi Leone.
Dirigente scolastica Laura Cascianini.