ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Abbadia San Salvatore di Abbadia San Salvatore (SI) - 3A, 3B, 3C

Comunità attenta allo sport Una montagna… in gioco

Abbadia San Salvatore, dove l’attività fisica è per tutti. L’assessore: «Una forte tradizione»

Lo sport è una parte fondamentale di questa comunità. Sono presenti tante società che permettono a bambini, ragazzi e adulti di praticare sport all’aria aperta, in un ambiente sano e accogliente.

Lo stadio ha una pista di atletica in tartan omologata, accessibile a tutti, anche alle persone con disabilità. Uno degli eventi più famosi è la «Salitredici», una gara di corsa in salita lungo la strada per la vetta; è una giornata aperta anche ai meno competitivi che possono godere del paesaggio montano camminando tranquillamente.

Il Circolo Tennis «Selene Monelli» è un altro punto di forza; vi lavorano istruttori qualificati, un mental coach, un nutrizionista e due preparatori atletici. Dispone di due campi in terra battuta, coperti e riscaldati d’inverno, permettendo agli appassionati di giocare tutto l’anno; l’abbattimento delle barriere architettoniche permette di ospitare proprio tutti.

Per gli amanti della pallavolo, c’è il club Saiuz, fondato negli anni ’80, che coinvolge ragazzi e ragazze di diverse nazionalità e organizza corsi di sitting volley, permettendo anche a chi ha difficoltà motorie di allenarsi e partecipare a tornei. Il calcio è ben rappresentato dalla prima squadra, l’Amiata.

Nel settore giovanile opera l’Amiatina, attiva dal 1990, accoglie bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni. Si punta sull’inclusione impegnando-si anche ad aiutare le famiglie in difficoltà economica, in modo che  tutti possano avvicinarsi allo sport. Abbiamo intervistato l’assessore allo sport e vicesindaco, Alessandro Pasqualini, che ci ha parlato del legame tra sport e comunità: «Abbadia ha una forte tradizione sportiva, sostenuta e mantenuta dalle tante associazioni presenti. Il Comune supporta economicamente le strutture e promuove appuntamenti, per esempio le giornate dedicate allo sport per gli studenti. Lo sport è una palestra di vita e di inclusione: aiuta a crescere, educa alla disciplina, favorisce la socializzazione e promuove valori come il rispetto e la perseveranza».

Infine la Piscina Amiata, un moderno complesso che offre un’ampia gamma di attività per ogni età: nuoto libero, corsi di nuoto, aquagym e competizioni. È un punto di riferimento per gli appassionati di nuoto e per chi cerca un luogo per rilassarsi e fare attività fisica. Grazie alla passione delle tante  associazioni locali e al supporto dell’amministrazione, Abbadia S.S. è davvero un paese dove lo sport è per tutti! Qui chiunque può trovare il proprio spazio per divertirsi, allenarsi e stare bene insieme agli altri.

 

Puoi dirci il tuo nome, l’età e da quanto tempo vivi ad Abbadia? «Andrea Tondi, presidente e allenatore dello Sci Club Amiata, 56 anni, nato e cresciuto a Abbadia dove vivo, occupandomi dello Sci Club».

Com’era la stagione ad Abbadia quando eri piccolo? «L’Amiata vantava uno dei più importanti impianti sciistici d’Europa; in località Cantore si disputava la European Cup di slalom femminile.

Arrivavano molti turisti e spettatori ed era così per tutta la stagione.

Non mancava mai la neve! E le piste di più livelli di difficoltà erano davvero attrattive. Ricordo quando da piccolo uscivo di casa coperto perché la neve anche in paese era tanta, figuriamoci in montagna!» Cos’è cambiato? «Purtroppo da un po’ di tempo la situazione della stazione sciistica è in crisi per la mancanza di neve e, di conseguenza, per la difficoltà di interventi su piste e impianti».

Cosa succederà in futuro? «La situazione non è delle migliori e penso che con il passare degli anni lo sport invernale a Abbadia andrà a affievolirsi. Di una cosa sono certo: lo Sci Club punterà a fare del suo meglio per non far spegnere questa tradizione centenaria che è parte dei badenghi».

Ecco quello che racconta un nostro amico che fa parte della squadra agonistica di discesa dello Sci Club Amiata: «Essendo del 2011 non ho avuto la possibilità di vivere il periodo di maggior splendore della montagna. Oggi per partecipare alle gare regionali dobbiamo fare 3-4 ore di viaggio, per le nazionali anche 10; ci fa perdere diversi giorni di scuola, cosa che non succedeva un tempo. Bastava un quarto d’ora per raggiungere le piste».

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