Il privilegio di essere liberi Lusso che pochi possono permettersi
La libertà dei lavoratori viene messa a dura prova da un mercato sempre più competitivo

«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro» è quello che si legge nell’articolo 1 della Costituzione italiana, ma oggi stiamo forse rischiando di perdere questo diritto? Prendiamo come esempio l’azienda di elettrodomestici Beko di Siena che da qualche mese sta limitando la libertà economico-sociale dei propri dipendenti costringendoli ad una cassa integrazione forzata. In risposta i lavoratori senesi hanno iniziato a manifestare con grande tenacia il loro dissenso, cercando di mettere in evidenza che un’azienda è fatta di vite umane e non di numeri; facendo rete si sono uniti e si sono ritrovati nelle piazze per manifestare, provando così ad uscire dalla scacchiera economica mondiale per rappresentare dinanzi al mondo se stessi e le loro famiglie. Questa manovra mette quindi in discussione la libertà che il lavoro può offrire, non solo sotto forma di indipendenza economica, ma anche sotto l’aspetto della dignità umana. Così facendo tante risultano le famiglie che vengono lasciate sole nell’incertezza di un domani e di un futuro. Per le multinazionali questi operai rappresentano solo numeri e bilanci in un’attività che rincorre la produttività e il guadagno, ma in realtà in questo gioco assurdo le pedine sono rappresentate dalle vite umane, le quali possono reagire inaspettatamente e, in maniera diversa le une dalle altre, ad un così grande cambiamento. Questi lavoratori stanno vivendo sulla propria pelle il senso dell’abbandono e la paura di perdere ciò che per anni ha garantito loro sicurezza e stabilità. La libertà, quindi, deve passare di diritto attraverso il lavoro, grazie al quale tutti i cittadini italiani possono sentirsi attivi e parte integrante di un grande sistema che si muove con loro e per loro.
Libertà che a gran fatica è stata conquistata, soprattutto dalle donne, anche attraverso il lavoro che, come abbiamo visto in un passato recente, ha permesso a tutti di esprimere pienamente quello che oggi siamo. Solo così la libertà economica permette all’uomo di essere sé stesso, capace di esprimersi secondo le proprie inclinazioni ed attitudini. Ma purtroppo l’emancipazione che il lavoro offre può essere facilmente tolta, come in questo caso, se non viene accompagnata da politiche di protezione adeguate, da investimenti che tutelino i posti di lavoro e sostengano l’industria. Difendere il diritto al lavoro significa difendere la libertà stessa, perché senza un impiego dignitoso, la libertà di scelta e di autodeterminazione diventa un lusso per pochi.
Cosa si può provare ad essere allontanati da un’azienda che rappresenta una seconda casa, con un solo anno a disposizione per ricollocarsi sul mercato del lavoro? Questo è quello che stanno vivendo gli operai della Beko di Siena, tra i quali vi sono anche alcuni genitori dei nostri compagni di classe. Sicuramente stanno provando un senso di smarrimento e di solitudine alleviato soltanto dalla presenza di alcune persone buone come la pensionata Ida Maria Bozzi, che ha voluto contribuire con una parte della sua pensione alla causa dei lavoratori, o altre persone vicine al mondo universitario e alla Chiesa, che stanno aiutando i lavoratori partecipando a proteste e cortei per le vie della città. Cosa pensano, come vivono e che speranze riservano nel futuro è quello che abbiamo chiesto, attraverso le nostre interviste, ai genitori dei nostri compagni.
Di cosa ha paura perdendo il suo lavoro? «Ho paura di non poter più mantenere la mia famiglia e di non riuscire a trovare velocemente un’occupazione a tempo indeterminato». Per lei cosa significa libertà economica? «Per me, avere una libertà economica, significa poter realizzare progetti futuri e garantire una cultura ai miei figli».
Come si sente sapendo che ha lavorato per un’azienda che oggi non le rende giustizia? «Mi sento svenduto, tradito e abbandonato da chi speravo contasse su di me, per tutta la vita».
Queste sono alcune delle risposte alle nostre domande, quello che noi ci auguriamo è che tutto si concluda per il meglio.
Classe 3A: Amoruso Sara, Anichini Carolina, Bruci Mara, Cabrera Matteo, Cavicchioli Alessandro Marco, Cavicchioli Vanessa Delfina, Doda Silvia, Eupizi Alberto, Fishta Gerison, Guazzini Emanuele, Ibba Rebecca, Lala Samuele, Leka Antonela, Lorenzini Alessandro, Lucarelli Sofia, Milana Manuel, Monteleone Agata, Pacelli Pasquale, Pacileo Alessandro, Pianigiani Arianna, Poderoso Sabina.
Docenti tutor: Mariarosaria Tecchio.
Dirigente Scolastico: Maria Antonia Manetta