ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Carducci di Carrara (MS) - 2C

Caro diario, ti scrivo perché… Raccontar di sé tra carta e digitale

Una sfida all’ultima parola. Chi pensa che il diario personale di carta sia fuori moda, sbaglia di grosso

Caro diario, ti scrivo perché… Il raccontar di sé tra diario personale di carta e digitale: una sfida all’ultima parola. Chi pensa che il diario personale di carta sia fuori moda, si sbaglia di grosso! Anche se in questo momento storico tante persone preferiscono i social e i diari personali digitali, noi pensiamo che per raccontarci, il diario cartaceo sia ancora la scelta migliore per dire ciò che siamo veramente, non quello che vorremmo essere come spesso succede nel mondo virtuale.

Tutto è iniziato quando abbiamo letto diari veri famosi o di invenzione e ci sono piaciuti, anzi abbiamo scoperto che la maggior parte di noi ha un diario dove scrive di sé, al quale confida i suoi pensieri e i suoi sfoghi: insomma, è se stesso.

Parlandone in classe, tra le frasi che ci hanno colpito, quelle che ci rappresentano meglio sono: “Ho iniziato a scrivere perché volevo riprovare la stessa sensazione di quando ero piccola e scrivevo sul mio primo diario” oppure “Di solito scrivo la mia rabbia su un foglio per poi strapparlo” o anche “Io penso che il diario sia una cosa molto personale”. Qualcuno divide il diario in due parti: “Nella parte destra mi sfogo e a sinistra scrivo cosa mi è capitato di bello”; qualcuno non sa perché non ha un diario ma vorrebbe averlo e soprattutto ha iniziato ad averne uno per-ché “ci scrivevo le cose che una bambina non sa esprimere a voce”.

Queste sono alcune delle nostre opinioni, confermate da un questionario anonimo, senza distinzione di genere, creato da noi. Abbiamo avuto la prova che la maggior parte di noi ha un diario, con un nome, e chi non ce l’ha vorrebbe averlo o semplicemente non lo possiede perché ha paura che lo possa leggere qualcuno. Quasi sempre il diario è stato regalato, da amici o da un familiare. Interessante è la risposta alla domanda se c’è stato un cambiamento dopo l’arrivo del diario: qualcuno si è sentito cambiato, qualcuno no, sicuramente a tutti serve per scrivere, per sfogarsi, perché nessuno sapeva ascoltare, capire… Chi ha un diario, lo ha da tanto tempo, ne ha cambiati parecchi perché evidentemente ha scritto tanto. Un diario si nasconde in tanti posti, sennò che diario segreto sarebbe? Forse il risultato più importante, magari banale, ma non banale condividerlo, è la sensazione di libertà che dà esprimersi su un diario di carta: tra le risposte, la parola libertà emerge con forza ed è ben sintetizzata nella frase “Avere un diario è stato per me il modo per sentirmi più libera”.

 

Esiste a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, il Piccolo museo del diario, che mostra, come scritto nel sito, un “percorso multisensoriale e interattivo, nato per raccontare l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e le preziose testimonianze autobiografiche che esso conserva…, le scritture di persone comuni che hanno raccontato la storia d’Italia da un punto di vista assolutamente inedito”, le loro “storie, memorie, lettere e diari”. Noi abbiamo avuto la fortuna di visitarlo e il “diario” che più ci ha colpito è in realtà “il Lenzuolo di Clelia Marchi che fino al 2013 era ripiegato in una teca ed esposto solo una volta l’anno”, un lenzuolo vero e proprio scritto di notte, tante notti, per affrontare un dolore immenso che non faceva dormire. Inoltre, abbiamo fatto un laboratorio di scrittura creativa: ci hanno diviso in gruppi, e, partendo da alcune carte biografiche con informazioni reali, abbiamo provato a ricostruire la storia; alla fine ci hanno raccontato la storia vera di quelle persone. Vicino al museo si trova l’Archivio diaristico, nato da un’idea del giornalista Saverio Tutino; ha sede nel Palazzo Pretorio, dove sono conservati i diari più antichi; interessante come l’ordine alfabetico dei diari metta accanto la vita di persone diverse tra di loro. Abbiamo saputo che, tra gli altri, giornalisti, scrittori, vengono a consultare i diari per prendere spunto per i loro lavori.

 

Questi i nomi dei giovani cronisti della classe 2C della Scuola Secondaria di primo grado ‘Carducci’ dell’Istituto comprensivo Carrara e Paesi a Monte.

I ragazzi nell’affrontare il tema della scrittura individuale del diario sono stati seguiti dai docenti: professoressa Giovanna Maria Boi (Italiano), professor Sebastiano Collu (Storia e Geografia), professoressa Claudia Passavanti (Arte e Immagine). Il dirigente scolastico è il professor Nicola Iannalfo.

I ragazzi sono stati in gita di istruzione a Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo a visitare il ’Piccolo museo del diario’. 

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