ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Pontormo di Carmignano (PO) - 1D

La bellezza di giocare insieme «Facciamo volare la fantasia»

Il tempo libero dei nonni, quando erano bambini, era caratterizzato dalla vita all’aria aperta Gli studenti raccontano il cambiamento e la creatività nel costruire i giocattoli con pochi mezzi

Analizzando i giochi dei nonni e i nostri, si nota che, in molti casi, i nonni si divertivano di più. La differenza principale risiede nel fatto che i giochi li portavano a socializzare, senza l’intermediazione di schermi o dispositivi elettronici.

I bambini di un tempo giocavano per strada o all’aperto, in un contesto più sicuro, con meno macchine. I gruppi di bambini erano piccoli, ma ciò non impediva loro di divertirsi inventando giochi con oggetti trovati in giro, come legno, stoffa o materiali rotti.

Questo ci fa riflettere su quanto la fantasia fosse una risorsa fondamentale. I nonni non avevano tanti giocattoli, ma usavano ciò che avevano, trasformando qualsiasi cosa in gioco. Costruivano, inventavano, immaginavano mondi nuovi con poco. Le ore passavano veloci perché il gioco stimolava creatività e interazione diretta. I giochi non erano solo svago, ma anche occasioni di socializzazione e legami, in un mondo senza schermi.

Oggi, la tecnologia ha cambiato il nostro modo di giocare e socializzare. Rispetto ai nonni, trascorriamo molto più tempo davanti a uno schermo, che sia il telefono, il computer o la televisione.

La tecnologia ha reso possibili cose incredibili, ma ci ha separato dal mondo reale. I giochi odierni sono spesso digitali, e questo riduce la nostra fantasia. Non c’è più bisogno di inventare giochi o costruire giocattoli, perché tutto è pronto. La socializzazione è cambiata: ora è facile comunicare tramite chat o social media, ma possiamo davvero conoscere qualcuno così? Non possiamo capire una persona senza incontrarla di persona, senza condividere momenti insieme.

La connessione online non è mai come quella che nasce quando si è fisicamente insieme, quando si ride, si gioca e si parla faccia a faccia. Oggi, tendiamo a vivere attraverso gli schermi, dimenticando che la vita reale è fatta di incontri e esperienze condivise.

La tecnologia è utile, ma non deve sostituire le relazioni vere.

Dobbiamo riscoprire la bellezza di stare insieme, di inventare giochi, di passare tempo all’aperto e di far volare la fantasia, come facevano i nostri nonni.

In conclusione, la tecnologia non deve ostacolare la socializzazione e la creatività. Dobbiamo imparare a usarla per migliorare la nostra vita, senza dimenticare le cose davvero importanti: la fantasia, le relazioni autentiche e il tempo passato insieme, lontano dai dispositivi elettronici.

Dobbiamo riscoprire il valore delle piccole cose, dei giochi inventati con l’immaginazione dei legami che nascono dai vivo.

 

Quali giochi facevano gli anziani da bambini? Alcuni lo hanno raccontato in simpatiche interviste. I tempi erano molto diversi da oggi: i nonni giocavano soprattutto all’aperto, mentre noi trascorriamo più tempo in casa, spesso con la tecnologia.

I loro giochi includevano attività come il pirulì, le biglie e la carrozzella. La bellezza di quei giochi era la semplicità e nella possibilità di socializzare.

Nel pirulì c’erano due bastoncini: uno si piantava per terra in verticale e con l’altro si cercava di colpirlo per farlo volare il più lontano possibile.

Oltre a questo, c’era “nascondino“, poi “uno, due, tre stella!“ e il “cantaro”: era un gioco che univa elementi di nascondino e piruli, creando una dinamica divertente e strategica. Il gioco consisteva nel dare un calcio a un barattolo cercando di lanciarlo più lontano possibile. Il tempo che intercorreva mentre un ragazzo andava a recuperarlo e lo riportava alla base era il momento in cui gli altri dovevano approfittare per nascondersi. Quando il tempo era brutto o nei festivi, si ritrovavano a casa a giocare a carte, a dama o a tombola. E la fantasia era fondamentale: si inventavano giochi con ciò che trovavano, come le cinque pietre. Consisteva nel lanciare le pietre su una superficie piana, prenderle una per una, finché tutte non erano raccolte. Tanto spirito di compagnia e creatività animava i pomeriggi dei nonni.

 

Questa pagina del campionato di giornalismo de La Nazione è stata realizzata dagli studenti della classe 1 D della scuola media «Il Pontormo» di Carmignano.

Ecco i nomi degli alunni-cronisti in classe: Greta Barisan, Giulio De Chiara, Adele De Mario, Paolo Gheri, Christina Gori, Matteo Grassi, Carlo Guastini, Adam Houbeddine, Noemi Hrovat, Yi Wei Hu, Majla Hysenbelliu, Ella Luo, Musa Muhammad, Bianca Pecchioli, Pietro Picchi, Leonardo Sardi, Adele Sicuranza, Marianna Silipo, Silvana Sun, Matilde Tucci, Melissa Ventura, Francesco Virga.

Docente tutor è il professor Pino Fenu.

Dirigente scolastico è il professor Giacinto Ciappetta.

La vignetta a corredo della pagina è stata realizzata dagli alunni.

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