Verso l’agricoltura del futuro Urban farm: sfida sostenibile
Visita alla prima coltivazione idroponica verticale pubblica d’Italia in un rifugio antiaereo
Gli ostacoli possono trasformarsi in opportunità? Innalzamento delle temperature medie, siccità, alluvioni improvvise sono alcune delle più evidenti emergenze che il settore agroalimentare deve affrontare. In che modo l’agricoltura può rispondere a questa sfida lanciata dal clima? Esistono realtà di ricerca e sperimentazione nel nostro territorio toscano? Il 26 novembre 2024 ci siamo recati a Torrita di Siena per visitare un esempio di agricoltura verticale. L’ingegnere Matteo Benvenuti, direttore di Vertical Farm Italia, ne è l’ideatore e il progettista e ci spiega che «questa coltura verticale è di proprietà del comune di Torrita di Siena ed è la prima vertical farm sotterranea pubblica in Italia. Ne esistono tre nel mondo: una è a Londra, è di un’azienda che aveva inserito degli impianti simili ai nostri nelle gallerie inutilizzate della metropolitana. Poi ce n’è un’altra che si trova nel Sud-Est asiatico. Infine la terza vertical farm sotterranea nel mondo è questa di Torrita di Siena. È stata inaugurata ufficialmente il 15 settembre del 2023 ma, in realtà, era già in funzione dall’agosto 2023 e da quel momento fino ad oggi è stata sempre in produzione».
L’ingegnere Matteo Benvenuti definisce la vertical farm «un edificio che può accogliere tutta la filiera agroalimentare questo vuol dire che all’interno in contemporanea si ha la produzione, la trasformazione e il consumo dei prodotti».
Una vertical farm è una forma di coltivazione che non avviene nel campo come siamo abituati a vedere le tradizionali colture. Basta, invece, disporre di un contenitore riempito con acqua e sostanze nutritive da cui la pianta attinge direttamente con le radici e la luce viene fornita in modo artificiale con delle lampade che riproducono la radiazione luminosa efficace per la fotosintesi. Il nutrimento e le ore di luce sono controllate da una centralina automatica.
I vantaggi che comporta questa tecnica colturale sono molteplici: lo spazio di coltivazione si riduce tantissimo rispetto al campo tradizionale, è possibile sfruttare gli ambienti urbani e casalinghi, il consumo di acqua è contenuto ed è una tecnica inclusiva, facilmente praticabile da tutti. Nella vertical farm di Torrita di Siena, in quanto realtà pubblica, quello che viene coltivato come piante aromatiche, pomodori, fragole, insalata, zucchine, piante a fusto, verrà messo a disposizione della comunità dalle mense scolastiche agli orti didattici; questo la rende un valido esempio di sostenibilità ambientale.
Pensato nel medioevo come corridoio di fuga e magazzino dei beni primari durante gli assedi al castello, il protagonista di Torrita di Siena, testimone della storia e oggi laboratorio di sostenibilità, è il tunnel sotterraneo. Abbiamo chiesto all’ingegnere Matteo Benvenuti le ragioni che lo hanno spinto a scegliere il tunnel come sede della vertical farm da lui progettata. «La galleria è lunga 186 metri e attraversa l’intero borgo, raggiungendo la sua massima profondità di 23 metri in corrispondenza del centro della piazza principale. Si tratta di un luogo significativo dal punto di vista storico perché durante la seconda guerra mondiale è stato adibito a rifugio antiaereo e presenta caratteristiche ideali per la coltivazione verticale». Il percorso che conduce il visitatore alla vertical farm congiunge, idealmente, tradizione e innovazione.
Una radio d’epoca, una bicicletta antica e gli oggetti che sono stati lasciati nel tunnel rappresentano la memoria del passato e le piante della vertical farm la speranza per un futuro migliore. Per produrre un cambiamento è necessario spargere i semi delle pratiche virtuose. La visita a Torrita di Siena ci ha fatto riflettere sulla possibilità di realizzare un futuro sostenibile anche nella nostra Pistoia a partire dalla conoscenza del passato fino ad arrivare alla valorizzazione di luoghi significativi per la storia locale attraverso l’apertura e il dialogo con il mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica.
La pagina è stata realizzata dagli alunni della 2 A della scuola secondaria di primo grado Anna Frank di Pistoia. Ecco i nomi: Adam Aly El Fawy, Matteo Biondi, Thomas Broccardi Schelmi, Rebecca Capecchi, Alice Cedrini, Niccolò Ciullini, Greta Corsini, Matilde Del Moro, Diego Gallelli, Bianca Gherardi, Tommaso Giovannini, Lou Joseph, Marco Lenzi, Maia Michelacci, Matilde Pace, Anna Petrocelli, Enes Piraj, Andrea Plaka, Emma Rossetti, Jacopo Sabatini, Caterina Tarquini, Tommaso Villani. Docenti referenti: Eleonora Trapani, Paola Altamura, Paolo Lucchesini. Dirigente scolastico: professoressa Margherita De Dominicis.