Sicurezza, studenti e cittadini consapevoli nella nostra città
Intervista al Capo d’Ufficio della Polizia di Poggibonsi Gianluigi Manganelli
Come adolescenti parlare di sicurezza in città ci sta a cuore in quanto ci capita di uscire da soli, frequentare ambienti e persone nuove, in fasce orarie dilatate rispetto a quando eravamo piccoli.
Il 16 aprile 2024 abbiamo intervistato il Dirigente della Polizia, l’organo che, come lui stesso ci ha spiegato, «risolve i nostri problemi».
Manganelli ha riferito che, parlando di sicurezza in città, discriminante è il numero di abitanti. Poggibonsi ne ospita circa 30.000 perciò è una realtà abbastanza sicura, dov’è difficile superare 10 interventi al giorno di forze dell’ordine. A Poggibonsi è più opportuno parlare di contravvenzioni (trasgressioni a una regola) che di crimini e il dato più rilevante è il degrado urbano, un insieme di piccoli atti vandalici, risse, consumo di alcolici e simili che generano un senso di fastidio collettivo.
Nonostante viviamo in una realtà sicura, anche qua si verificano piccoli crimini. I furti in appartamento vengono commessi soprattutto nei mesi estivi e nel periodo natalizio; le fasce orarie preferite sono quelle serali/notturne.
Il luogo prescelto dai borseggiatori è il mercato settimanale, mentre nei fine settimana, fra le 19.00 e le 24.00, il centro storico è teatro di risse.
Le molestie sessuali sono rare, a differenza delle violenze domestiche, denunciate spesso; fra i punti di forza del nostro corpo di polizia c’è però proprio l’ufficio amministrativo che si occupa di reprimere o prevenire questi reati, facendo rete con le altre istituzioni antiviolenza del territorio.
Alla domanda poi se fosse possibile stabilire una correlazione tra criminale e reato, Manganelli, dopo aver premesso che è sempre rischioso incorrere in generalizzazioni, ha risposto che alcune etnie tendono a commettere di più certi reati in base al retaggio socio-culturale: alcune sono più predisposte al furto, altre alle violenze domestiche, altre ai borseggi. Esistono differenze legate anche al sesso del criminale: gli uomini tendono a compiere furti la notte, le donne ad agire con borseggi nelle ore diurne, soprattutto se in gravidanza, per evitare conseguenze penali.
Ma quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione? Come comportarci davanti ad un’infrazione? La migliore arma di difesa è la solidarietà, i nostri occhi ben aperti mentre giriamo per la città, non solo su noi stessi, ma anche sugli altri: voler bene al patrimonio altrui è voler bene a se stessi.
Nell’ottica di indagare se i poggibonsesi si sentano sicuri in città abbiamo somministrato un sondaggio a 50 intervistati selezionati per fasce d’età: hanno risposto in 26 tra 13 e17 anni, 15 tra 18 e 25,17 della fascia 26-50 e 22 con più di 50 anni. Il 95% degli intervistati si dichiara sicuro a frequentare la città in orario diurno, solo 4 persone infatti si sentono poco sicure, ma si arriva fino a 30 se si fa riferimento alla notte. I più vulnerabili sono gli adolescenti: in particolare per il 50% degli intervistati, sono le ragazze a correre maggiori rischi.
Per quanto riguarda i luoghi, la stazione è ritenuto il meno sicuro dal 70% degli intervistati, seguito dal Vallone, dal sottopassaggio e dal centro storico. Chiedendo poi quali fossero i reati più diffusi in città il 30% ha risposto vandalismo o spaccio, il 10-15% risse o furti, il resto molestie, violazione della privacy, stalkeraggio. Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato di essere stata testimone di infrazioni (risse) e il 75% ha affermato di non esserne mai stato vittima. La restante percentuale dichiara di aver subito borseggi, furti in casa e cat calling.
Gli intervistati, pur sentendosi sicuri a Poggibonsi (soltanto il 15% non lo è), apprezzerebbero un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine. I dati raccolti hanno reso possibile constatare che la percezione generale della cittadinanza conferma le informazioni fornite dal Dirigente Manganelli: l’indagine ha mostrato che Poggibonsi è una città sicura, sia per chi ci vive che per chi «pensa a risolvere i nostri problemi» (cit. Manganelli).
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