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Scuola Secondaria di I grado Giulio Cesare Melani di Montale (PT) - Redazione

Lo sport oltre la disabilità Storia di una campionessa

La storia di Letizia Baria, campionessa paralimpica, dai momenti difficili alla rinascita in pista E la lezione di vita: le medaglie non contano: contano gli allenamenti e la fatica fatta per migliorarsi

Nel mondo dell’atletica pistoiese, la società Pistoia Atletica 83 organizza da anni corsi di atletica leggera Special Olympics, dedicati a persone con disabilità. Sappiamo che lo sport può essere uno strumento di crescita e di benessere per tutti e talvolta anche di aiuto per superare momenti difficili. In questo articolo vi racconteremo di una campionessa paralimpica, Letizia Baria, che è venuta a trovarci nella nostra scuola accompagnata dal suo coach Federico Dolce. Letizia ha 31 anni, vive a Montale e quando era ragazzina ha frequentato la nostra scuola. Ha voluto raccontarci di come nel 2008 è stata colpita da un’emorragia cerebrale che l’ha costretta a rimanere in coma per circa un mese causando dei danni permanenti agli arti della parte sinistra del corpo.

Inizialmente non è stato facile per lei adattarsi a questa sua nuova condizione, tuttavia non si è persa d’animo e proprio grazie allo sport ha trovato la forza di reagire e ripartire. Per noi è un’atleta speciale ma lei vuol essere chiamata per quello che è: atleta con disabilità.

Nel 2015 Letizia scopre l’atletica paralimpica e inizia a partecipare alle gare di scherma paralimpica, che prevede 3 categorie, contrassegnate dalle lettere A,B,C a seconda della capacità di muovere gli arti superiori e inferiori. Si avvicina anche ad altre discipline e adesso pratica il lancio del disco e del giavellotto, in cui può competere con gli altri in piedi, raggiungendo enormi successi come il record mondiale, lanciando oltre 15 m.

Alla nostra domanda di come ci si sente ad ottenere una medaglia d’oro ci risponde che è una sensazione bellissima, ma in fondo non ha valore la medaglia ma tutto quello che c’è dietro, come gli allenamenti costanti e la fatica per migliorarsi. Letizia si allena 4 o 5 volte a settimana per un’ora e mezza e pensa che, quando una cosa piace, non ci sono difficoltà ma solo momenti di normalissima stanchezza. Nello sport Letizia ha colto tante opportunità superando le difficoltà e, nonostante la scherma sia una disciplina di tipo individuale, non si sente mai sola perché ci sono il personal trainer e il coach oltre al supporto enorme che viene dalla sua famiglia. Si sta preparando per i mondiali con la nazionale ed è accompagnata dal suo coach, Federico Dolce, conosciuto due anni fa.

Non sappiamo ancora come andranno i mondiali, sappiamo però che Letizia e Federico daranno il massimo ed alla fine saranno orgogliosi di ciò che faranno, e noi con loro.

 

Il calcio femminile in Italia è nato nel 1933, fondato da un gruppo di calciatrici di Milano. Da allora però è passato tanto tempo prima che nascesse un vero e proprio campionato: la prima stagione infatti è iniziata nel 1986, ma nel corso degli anni il calcio femminile è diventato una realtà dello sport italiano, fino al boom degli ultimi anni, con i brillanti risultati raggiunti dalla nazionale. Abbiamo intervistato Giacomo Nesi, giovane allenatore di 24 anni della squadra di calcio femminile di Quarrata. Giacomo ci confessa che anche lui ha frequentatole scuole medie a Montale ed è molto emozionato. Ci racconta che ha iniziato la sua carriera sportiva da calciatore, poi un infortunio l’ha costretto a smettere e a dedicarsi alla formazione per grandi squadre come il Torino, inoltre insegna educazione fisica alla scuola di Agliana.

Perché ha deciso di allenare una squadra femminile? «Perché ero curioso di vedere la differenza da una squadra femminile a quella maschile».

E quali sono le differenze? «Nessuna, entrambi manifestano molta passione, anzi forse di più le ragazze. I ragazzi spesso scelgono il calcio solo perché lo fanno gli amici. Per le ragazze è una scelta più convinta».

Cosa ne pensa delle ragazze che giocano a calcio? «Le ragazze hanno molta determinazione, spesso più dei maschi. Hanno molta voglia di imparare. Infatti ascoltano in maniera più attenta quello che dico loro».

Le femmine sono brave come i maschi a giocare a calcio? «Assolutamente sì, inoltre hanno un atteggiamento più positivo nel fare squadra. Io mi trovo benissimo e le soddisfazioni per me e per loro sono molte».

 

Ecco i nomi dei protagonisti della scuola secondaria di primo grado «Giulio Cesare Melani» di Montale: Marco Cimminiello, Tommaso Paci, Emanuele Sarti, Lucrezia Giovannetti, Giovannina Guarro, Federico Martucci, Emanuele Novelli, Francesco Sichi, Alice Galigani, Viktoria Nincheri, Matteo Renna, Chiara Martin, Bianca Borselli, Sofia Ruscillo, Emily Frattura Tisi, Zoe Buffetti, Marta Petrucci, Linda Dall’Alba, Alex Guarro, Nicole Nincheri, Mattia Nincheri, Lisa Tanzini, Noemi Zinna Dirigente scolastico: dottor Mauro Guarducci Docenti tutor: Daniela Di Pasqua, Salvador Righi.

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