ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Prati di Sarciara (Vezzano Ligure) (SP) - 1C

Mario Forenza, la storia in classe Vicende del bisnonno di Noemi

Foto, diari e racconti custoditi dalla famiglia della nostra compagna per tornare indietro nel tempo

La decisione di scrivere un articolo di giornale sugli internati militari italiani è nata dopo aver saputo che il bisnonno della nostra compagna Noemi venne deportato in un campo di prigionia tedesco, durante la Seconda guerra mondiale. Il suo nome era Mario Orlando Forenza, nato il 18.01.1918. Durante il viaggio di ritorno in Italia, scrisse un diario con disegni e poesie.

Il proclama di armistizio con gli Alleati venne comunicato alla popolazione italiana alle 19:42 dell’8 settembre 1943, dal maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo del Regno d’Italia. I soldati italiani impegnati nei fronti di guerra vennero lasciati senza ordini. Fin dal 9 settembre, le truppe tedesche che fino al giorno prima erano alleate degli italiani, iniziarono ad arrestare i nostri soldati. Il 20 settembre 1943 Hitler impose che tutti gli italiani fossero classificati come Italienische Militar-Internierte (Internati militari italiani).

Giuridicamente questa categoria doveva essere applicata esclusivamente ai soldati di un paese neutrale presi prigionieri, dunque, non poteva essere usata per gli italiani.

La scelta metteva in evidenza la volontà di punire il tradimento italiano dell’8 settembre ed eludere i controlli della Croce rossa internazionale aggirando i regolamenti della Convenzione di Ginevra, che vietava l’utilizzo di prigionieri di guerra nell’industria bellica, settore nel quale la Germania aveva bisogno di manodopera. Gli internati furono immatricolati e fotografati. Gli italiani non subirono un trattamento paragonabile a quello dei deportati nei campi delle S.S., ma loro situazione fu comunque dura. Le razioni di cibo erano inadeguate, le condizioni igieniche scarse. La sporcizia portò allo scoppio di epidemie di tifo e tubercolosi. I prigionieri mantennero per mesi le divise estive con le quali erano stati catturati, inadatte al clima dell’inverno tedesco.

Il numero degli internati fu di650.000 italiani di cui 50.00 morirono a causa di bombardamenti, per le fucilazioni, le malattie e gli incidenti sul lavoro. Gli internati vennero distribuiti in 21 distretti militari che coprivano tutto il territorio controllato dal Reich, suddivisi tra lager per ufficiali (Offizierslaer, Offlag) e per i soldati semplici (Stammlager, Stalag). La stragrande maggioranza di questi soldati non accettò di tornare in Italia per entrare nel neonato esercito fascista della Repubblica sociale italiana. Stato fantoccio voluto da Hitler e diretto da Benito Mussolini.

 

Il 13 settembre (1945) il treno si ferma a Berlino: 2° giorno di viaggio – giovedì. Il viaggio prosegue con molta lentezza; si vorrebbe che il treno avesse le ali! Pretesa di ogni cuore che è stato prigioniero. Un ultimo sguardo pieno di emozione, muto, eloquente, passando per Berlino! Non una casa in piedi… Quanti cari compagni son rimasti sepolti sotto quelle dure macerie! Silenzio di morte d’una grande metropoli rasa al suolo.

Giace inerte. Addio. (…).

3° giorno venerdì. 14-9. Morale altissimo, la lentezza della lunghissima tradotta è snervante.

Lunghe fermate tanto da avere il tempo di cucinare patate.

Quando si va dai finestrini è tutto uno squillo, un canto: «Mamma son tanto felice presto ritorno da te…».

4° giorno sabato. 15-9. Tutto tempo perso oggi abbiamo sbagliato strada e si ritorna indietro di 100 km fino a Wernau. Tutta la notte e saremo dagli americani. Si cucina patate. Lungo i binari son tutti focarelli. Siamo in 2.000 buttati come zingari. 5° giorno domenica. 16-9 Una brutta domenica, senza pane, senza mangiare. I viveri son terminati (…) 8° giorno mercoledì. 19-9. Siamo al 2° giorno di viaggio con gli Alleati. Il treno non si ferma mai; non si ha il tempo nemmeno di cucinare quattro patate.

Ma questo ha poca importanza, purché si vada avanti a gran velocità. Tutto va bene. Si calcola che nel pomeriggio si potrà raggiungere il Brennero, il tanto sospirato suolo italico.

 

La Redazione in Classe della I C della scuola media statale di Vezzano Ligure è composta dagli alunni: Alberto Blue, Asllani Stella, Ben Alaya Jihed, Bonati Emma, Bondielli Cristiano, Gradolfi Matteo, Melis Virginia, Moscato Mattia, Natale Lorenzo, Paita Andrea, Papi Camilla, Papi Natalia, Rebecchi Matilde, Rera Angelo, Sommovigo Adele, Vesigna Noemi, Vittori Ikemefuna Tommaso, Viviani Alessandro, Viviani Federica.

Coordinatore tutor il professor Daniele Rossi.

Dirigente scolastica la professoressa Silvia Arrighi.

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