ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Micali di Livorno (LI) - 2A

Ciao Terra, sei troppo inquinata La ricerca si sposta nello spazio

Luca Parmitano, primo astronauta italiano a capo dell’ISS: «Creare una presenza sostenibile»

Il nostro Pianeta è la nostra casa da millenni e l’uomo ha sempre convissuto con la natura, ma ora con l’avvento della tecnologia alcune persone vorrebbero “abbandonare” la Terra e colonizzare lo spazio.

Ci siamo posti questa domanda: perché molte persone vorrebbero andarsene nello spazio? La Terra sta subendo molti cambiamenti tra cui quello climatico che sta causando il riscaldamento globale, se non interveniamo il prima possibile assisteremo, impotenti, allo scioglimento delle calotte polari e all’estinzione di molte specie animali, come sta già accadendo.

Per questo, delle persone pensano che anziché risolvere i problemi esistenti sarebbe meglio lasciare la nostra casa ’il Pianeta Azzurro’. Quando e come colonizzeremo lo spazio? Da sempre l’uomo ha osservato con grande interesse l’universo, ma solo recentemente, ai tempi della guerra fredda, Stati Uniti d’America e l’URSS, l’attuale Russia, hanno iniziato la corsa allo spazio. Al tempo non era per motivi climatici ma per motivi politici, per dimostrare al mondo quale fosse lo Stato più potente, così che il 20 luglio del 1969 Neil Armstrong divenne il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Da quel giorno, l’uomo ha fatto grandi passi avanti: oggi i ricercatori possono rimanere nello spazio fino a sei mesi sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale), ma la NASA non vorrebbe fermarsi qui, vorrebbe costruire colonie su Marte e sulla Luna.

Luca Parmitano, primo astronauta italiano a capo dell’ISS, afferma: «Per quanto riguarda il volo spaziale umano ci stiamo muovendo verso due direzioni. La prima è la commercializzazione dell’orbita bassa terrestre, dall’altro lato c’è la spinta verso l’esplorazione, come il programma Luna-Marte che resta dominio delle agenzie internazionali. L’obiettivo principale è quello di creare una presenza sostenibile che abbia ricadute future che vadano a impattare sulla nostra capacità di accesso alle risorse». Dopo le recenti guerre il numero di satelliti è aumentato e questo porta a un maggiore inquinamento spaziale, ma che cos’è l’inquinamento spaziale? L’inquinamento spaziale è provocato dai detriti spaziali che sono tutti quei pezzi che orbitano, non funzionanti, intorno alla Terra. Non bastava il fatto che l’uomo avesse inquinato la Terra, adesso con l’abbandono dei satelliti nell’orbita terrestre stiamo inquinando anche lo spazio. Ma se l’uomo inquina lo spazio nessuno potrà più andarci. Il vero problema è: se l’uomo non cambia il proprio stile di vita, che cosa si deve aspettare chi rimarrà sulla Terra?

 

Durante la discussione in classe ci siamo posti domande su quali potrebbero essere i rischi dell’esplorazione dello spazio: potrebbe trasformarsi in una lotta di potere tra Stati, causare nuovi conflitti, essere uno strumento di controllo. L’esplorazione dello spazio è una grossa opportunità, da utilizzare con attenzione; non può essere certo una “scappatoia” per disinteressarsi dei problemi del nostro Pianeta, come disse anche l’astronomo Carl Sagan. Abbiamo scoperto, facendo delle ricerche, che stare troppo nello spazio comporta diverse conseguenze fisiologiche e psicologiche: svenimento, riduzione della massa muscolare, fragilità ossea, disturbi cardiovascolari e oculari; non ultimo, un invecchiamento precoce a causa della forza di gravità e delle radiazioni ionizzanti, che determinano cambiamenti che di solito si verificano in 10-20 anni di vita sulla Terra.

Nella nostra discussione abbiamo compreso quanto sia piccolo e fragile il nostro Pianeta e che dobbiamo prendercene cura, anche compiendo piccole azioni come usare meno la macchina, fare la raccolta differenziata o limitare gli sprechi d’acqua e di elettricità. In conclusione ci siamo chiesti se è opportuno che le più importanti potenze mondiali spendano tanti miliardi di dollari per la colonizzazione dello spazio anziché migliorare le condizioni di vita dell’umanità sulla Terra, soprattutto di coloro che lottano per sopravvivere ogni giorno. Vale la pena correre il rischio?

 

Acconci Leo, Anatrella Denise, Bruno Jacopo Carlo, Campanile Davide, Caso Francesco, Fanucchi Francesco Maria, Felici Arianna, Ferrari Elettra, Galli Anna Livia, Gemignani Adele, Gonzales Peres Bryan Juliocesar, Liuzzi Allegra, Martini Libero Duccio, Palagi Matteo, Paoli Tommaso, Rispoli Greta, Rocchi Marta, Satriano Davide, Sorrentino Giulia Maria, Sududewage Kavindi Hansika, Tedeschi Anna Insegnanti: Prof.ssa Giorgia Bacci – Prof.ssa Anna Naviglio Dirigente: Prof.ssa Rita Moretti  

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