ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Calamandrei di Firenze (FI) - 3C

Cento anni dalla morte di Puccini L’artista affascinato dal Giappone

Alla scoperta della Madama Butterfly, una tragica storia femminile dall’ambientazione orientale

Giacomo Puccini nacque a Lucca nel 1858, in un periodo di profondi cambiamenti politici e sociali culminati nell’Unità d’Italia e morì a Bruxelles nel 1924, esattamente cento anni fa, quando si stava affermando il regime fascista. È stato un compositore di grande successo, considerato uno dei maggior operisti di tutti i tempi, espressione del Verismo musicale e uno dei protagonisti del Novecento italiano. Fin da giovane si dedicò allo studio della musica supportato dalla famiglia che non aveva molti mezzi economici, ma che da più generazioni vantava validi musicisti. Scrisse molte opere liriche importanti caratterizzate da personaggi dotati di forti passioni e sentimenti, ma che sono anche profondamente influenzati dal contesto sociale e storico delle loro ambientazioni.

Alcune delle composizioni più celebri sono Manon Lescaut, la Boheme, Tosca e Turandot. Questo articolo in particolare vuole porre l’attenzione su Madama Butterfly, opera che riflette l’idea che Puccini, un italiano di inizio XX secolo, aveva del Giappone, Paese all’epoca ancora poco visitato, ma considerato affascinante e misterioso.

Madama Butterfly, infatti, è definita «Tragedia giapponese«, la sua storia si svolge durante la fine del XIX secolo, un periodo in cui questo nazione stava sperimentando una maggiore apertura al mondo esterno dopo secoli di isolamento.

Fu realizzata nel 1904 e dedicata alla regina d’Italia, Elena di Montenegro. La storia è ambientata a Nagasaki, una grande città portuale giapponese.

La protagonista è una giovane donna, Cio-Cio-San, (chiamata Butterfly, cioè farfalla, per la sua fragile bellezza) che è stata venduta come sposa ad un generale della Marina Americana, Pinkerton, di cui lei si innamora e dal quale è abbandonata molto presto. La giovane non sa che il marito si sta prendendo gioco di lei e aspetta il suo ritorno con fedeltà e speranza. Il generale però ritorna dopo tre anni con una nuova moglie americana per portare via il bambino che ha avuto dalla consorte giapponese. Butterfly travolta dal dolore pone tragicamente fine alla sua vita uccidendosi con un pugnale, mentre Pinkerton, nonostante l’avesse tradita, si dispera per la terribile fine della donna. Puccini stesso in una lettera a Camillo Bondi scrisse che Madama Butterfly era «l’opera più sentita e più suggestiva ch’io abbia concepito».

Il compositore infatti condusse accurati studi sulla musica, sugli strumenti, sulle tradizioni e i rituali tipici nipponici per realizzare un’ambientazione realistica e dettagliata del Paese del Sol Levante, in grado di commuovere il pubblico.

 

La notizia della morte di Giacomo Puccini all’epoca si diffuse tramite i giornali cartacei, ora invece, a distanza di un secolo, la scomparsa di Akira Toriyama, famoso fumettista giapponese, creatore di Dragon Ball e Dottor Slump, è rimbalzata non solo su tutti i quotidiani, ma anche su ogni tipo di social media, come YouTube, Instagram o TikTok. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze in Italia, cresciuti con i cartoni animati giapponesi, hanno saputo di questa triste scomparsa proprio grazie a queste piattaforme. Per tutti gli italiani appassionati di manga, anime e cultura giapponese, la morte di questo grande artista è stata un colpo al cuore. Molti cosplayer del Lucca Comics lo hanno ricordato travestendosi da personaggi della sua più grande opera. Akira Toriyama, infatti, è stato il grande padre della cultura degli anime, portando molti italiani, sia bambini che adulti, a stare ore e ore col fiato sospeso nel guardare le avventure straordinarie dei suoi personaggi. L’amore dell’Italia per Toriyama però non è una relazione a senso unico dato che lui, fun fact, era un grande appassionato di automobili italiane. Si racconta che, con i primi soldi ricavati dalla vendita del fumetto Dr Slump, si comprò niente di meno che una Autobianchi A112 Abarth.

 

Alla pagina di questa edizione di Cronisti in Classe hanno lavorato i ragazzi e le ragazze della classe III C della scuola secondaria di primo grado Calamandrei di Firenze.

Ecco i nomi dei giovani cronisti: Bianca Abram, Alessandro Alfano, Aurora Casalini, Francesca Paci, Aurora Rossi, Lorenzo Sbraci, Sara Sorrentino, Victor Yparraguirre.

Docente tutor: Mariachiara Bologni in collaborazione con Antonella Lupia e Cinzia Marchesani.

Dirigente scolastica: Lucia Di Giovanni.

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