Penne che hanno lasciato il segno Il giornalismo come scelta di vita
Alcuni dei più grandi professionisti della storia che con le loro inchieste hanno raccontato il 900

Dopo aver raccontato l’evoluzione dell’informazione, dagli “acta diurna” dell’Antica Roma al digitale, ripercorriamo la storia del giornalismo italiano attraverso la vita e le opere di alcuni cronisti importanti.
Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre1938 – Orsigna, 28 luglio 2004).
Giornalista e scrittore, ha portato avanti la sua professione con passione. Si formò sui resoconti sportivi e arrivò ai diari di guerra, e ai libri. È stato a lungo collaboratore de “L’Espresso” e “La Repubblica”, nonché un viaggiatore appassionato.
Giorgio Bocca (Cuneo, 28 agosto 1920 – Milano, 25 dicembre 2011). È stato un partigiano e ha scritto per vari giornali. Negli anni Sessanta ha lavorato al “Giorno” di Milano, dove si affermò definitivamente come inviato speciale, in Italia e all’estero.
Nel 1976, con Eugenio Scalfari, fondò il quotidiano “la Repubblica”, con cui, da allora, collaborò ininterrottamente.
Oriana Fallaci (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006).
Staffetta partigiana a Firenze. Scrittrice, giornalista e corrispondente di guerra. Scrisse per il “Corriere” e per “L’Europeo” con interviste a tutti i grandi personaggi della politica del suo tempo. Ha scritto romanzi famosi come “Lettera a un bambino mai nato” e “Un uomo”. Questo è il suo pensiero sul giornalismo: «Quale altro mestiere ti permette di scrivere la storia nell’attimo stesso del suo divenire e di esserne il testimone diretto? Il giornalismo è un privilegio straordinario e terribile. Non a caso, se ne sei consapevole, ti consuma in cento complessi di inadeguatezza. Io amo il giornalismo e lo temo per questo».
Gianni Minà (Torino, 17 maggio 1938 – Roma 2023). Giornalista, scrittore e conduttore televisivo, iniziò la carriera giornalistica nel 1959 a “Tuttosport”. Nel 1960 ha esordito alla Rai come collaboratore dei servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato.
Eugenio Scalfari (Civitavecchia, 6 aprile 1924-Roma 2022). Giornalista, scrittore e politico. Contribuì con altri a fondare il settimanale “l’Espresso” ed è stato fondatore del quotidiano “la Repubblica” con cui aprì una nuova pagina del giornalismo italiano. Sotto la sua direzione, il quotidiano, diventò in pochissimi anni il principale giornale italiano per tiratura.
Indro Montanelli (Fucecchio 1909 Milano 2001) Giornalista, saggista e scrittore, uomo simbolo del “Corriere della sera”, per il quale lavorò dal 1938 fino alla morte. Nel 1977 rimase ferito a causa di un agguato brigatista. Agli studenti disse: «Chi di voi vorrà fare il giornalista si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore”.
Enzo Biagi (Lizzano 1920 – Milano 2007) è stato un partigiano poi giornalista, scrittore e conduttore televisivo, una delle firme più importanti di varie testate e volto popolare del secolo scorso.
Alcuni giornalisti hanno pagato con la vita il dovere di informare, svolgendo indagini pericolose o operando in zone di guerra. Maria Grazia Cutuli aveva 39 anni quando morì in un attentato in Afghanistan, a Sarobi. Con lei morirono anche tre colleghi: lo spagnolo Julio Fuentes di «El Mundo» e due corrispondenti dell’agenzia Reuters. L’attentato fu opera dei talebani, il cui governo a Kabul era appena caduto. Cutuli rientra nella schiera dei giornalisti che hanno provato a raccontare l’esperienza della guerra, costruendo una contro inchiesta su violenza, affari, crimini, interessi. Andrea Rocchelli invece era un fotoreporter, tra i fondatori del collettivo “Cesura”. Originario di Pavia, dopo una laurea specialistica al Politecnico di Milano, aveva lavorato per varie agenzie e viaggiato molto: in Nord Africa (in Tunisia e Libia aveva seguito le rivolte del 2011). È morto a 30 anni, nel 2014, ucciso insieme al collega ed amico Andrej Mironov nelle vicinanze della città di Sloviansk, nell’Ucraina Orientale, in un reportage sullaguerra. Dopo aver studiato arabo all’università e grazie anche alla conoscenza delle lingue, la giornalista Ilaria Alpi (Roma 1961 – Mogadiscio 1994) ha iniziato la sua carriera come inviata dal Cairo per i quotidiani Paese Sera e L’Unità. Venne poi stata assunta dalla Rai, per la quale ha seguito le guerre in Libano, Kuwait e Somalia. Proprio a Mogadiscio, mentre indagava su un traffico internazionale d’armi e rifiuti tossici, è stata uccisa insieme all’operatore Hrovatin. Dal 1995 è stato istituito il Premio che porta il suo nome.
La pagina è stata completamente realizzata dagli alunni e le alunne della classe III A della scuola media Franca Papi di Viareggio. In redazione: Colombo Aurora; Dos Santos Karol Francesca; El Fakhi Aya; Gemignani Ambra; Giuliani Bryan; Maalaoui Yasine; Mannucci Thomas; Mori Gabriel; Pasquini Leonardo; Pellegrini Luca; Pomposi Luca; Rapilly Yannick Roberto; Reina Marco Paolo; Saadi Btissam; Testa Andrea; Vassalle Gigliola.
Docente tutor: Stefania Brunetti.
Dirigente scolastica: Nella De Angeli.