ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Vico di Grosseto (GR) - Redazione

L’Intelligenza artificiale Cuore di silicio vs cuore pulsante

Riflessioni sull’importanza delle emozioni nelle relazioni: magia unica ed irreplicabile

Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un notevole sviluppo tecnologico. Siamo inondati da immagini e notizie riguardo l’evoluzione dell’intelligenza artificiale: da «Adam», il barista che preparando caffè e chiacchierando con i clienti ha stupito tutti a Las Vegas, dove si è svolto il «Consumer Electronics Show», la più grande fiera tecnologica del mondo, a «Figure 01», il robot umanoide che compie le nostre stesse azioni come aprire le porte, prendere oggetti, usare strumenti… E cosa dire dell’ultima novità? «Telepathy», un microchip inserito nell’encefalo per aiutare le persone con gravi infermità a compiere alcune azioni in autonomia, come controllare dispositivi esterni rilevando le intenzioni della persona stessa.

Un’altra straordinaria notizia è quella secondo cui l’intelligenza artificiale è riuscita a risolvere un classico problema matematico noto come «bin packing». Si tratta di un algoritmo intelligente che riesce a calcolare in breve tempo le soluzioni più efficienti per l’imballaggio di oggetti di diverse dimensioni in un numero limitato di containers per la spedizione.

Tutto bello, bellissimo, anzi affascinante: solo pensare ai possibili futuri sviluppi ci perdiamo nello spazio infinito della mente. Abbiamo riflettuto sull’aiuto che l’intelligenza artificiale possa dare ad una società come la nostra che diventa sempre più anziana e quindi l’utilizzo dell’«IA» sarà un valido supporto alla nostra vita futura.

Ci assalgono, però, due dubbi: l’intelligenza artificiale sarà sempre e solo usata a favore dell’umanità così come teorizzato, già negli anni Quaranta, dalle leggi di Asimov? Ed ancora: saremo una società in cui scompariranno le emozioni? I robot potranno farci compagnia, svolgere le faccende domestiche e facilitarci nei lavori più pesanti ma potranno piangere insieme a noi condividendo le nostre stesse emozioni? Cosa può esserci di più bello di andare dalla nonna a preparare la torta alle mele e provare così una immensa felicità? O come può un robot eguagliare il sapore d’amore dei tortelli della famiglia? No, non ci piacerebbe perdere la bellezza di rapportarci agli altri e provare sentimenti ed emozioni perché sono proprio quelle che ci fanno sentire «umani»: piangere o ridere insieme crea legami profondi che possono segnare l’inizio di un’amicizia o di un amore.

Il robot potrà anche asciugarci le lacrime ma potrà provare emozioni? Forse sì, forse no: non ci resta che attendere.

 

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale possono creare testi, risolvere compiti, e perfino realizzare foto e video con immagini e voci verosimili (come la famosa foto del Papa con un piumino griffato). I vantaggi dell’IA sono innumerevoli: può migliorare l’assistenza alle persone, facilitare la manutenzione dei macchinari, aumentare la produzione e la qualità dei prodotti, rendendoli più economici e risparmiando energia. Ma bisogna considerare anche i pericoli: essa inevitabilmente ridurrà le opportunità di lavoro; le foto create dall’IA inoltre possono essere usate per ricattare, truffare, ingannare e il suo massivo uso potrebbe portare a una dipendenza e a una perdita dell’autonomia umana. E’ fondamentale quindi garantire che i sistemi di IA rispettino i valori etici e i diritti umani. A tal proposito si era espresso già lo scrittore e biochimico Isaac Asimov negli anni ’40 del Novecento, il quale dettò tre norme, le «Tre leggi della robotica» per far capire che i robot devono essere considerati come strumenti di assistenza per l’uomo e non costruiti col fine di sostituirlo o danneggiarlo. Per gli esseri umani le intelligenze artificiali devono essere di aiuto, garantendo sicurezza e non dimenticando che il fattore umano sarà sempre determinante. L’uomo ha sempre desiderato andare oltre i confini della conoscenza, ma oggi, di fronte a questa vastità di opportunità ci sentiamo insicuri, smarriti e non riusciamo a trovare l’equilibrio tra «virtute e canoscenza».

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