ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Istituto Madri Pie Franzoniane di La Spezia (SP) - 2A

Un fenomeno in crescita Bulli e vittime a confronto

Il termine «bullismo» fu coniato da uno psicologo per indicare atteggiamenti di prepotenza tra pari

Negli ultimi anni, in Italia, abbiamo assistito all’incremento di un pessimo fenomeno già noto da tempo: il bullismo. Il termine «bullismo» fu utilizzato per la prima volta dallo psicologo svedese Dan Olwes, che lo usò per indicare atteggiamenti di prepotenza tra pari. Le sue ricerche sulla violenza scolare portarono alla formazione di un programma anti-bullismo adottato dalle scuole dei paesi nordici (fonte: stateofmind.it). Ma cosa si intende per bullismo? Il bullismo è una forma di violenza verbale o fisica. Si verifica quando una persona viene costantemente presa di mira da uno o più individui. Si può manifestare in diverse forme: aggressione fisica, intimidazione verbale, esclusione sociale, minacce e diffusione di voci false. Questo fenomeno si svolge principalmente nelle scuole, nei luoghi di lavoro (mobbing) e nelle società sportive. Ma non finisce qui, perché ci sono altri fenomeni ad esso correlati: uno di questi è il il cyberbullismo, fortemente legato alle tecnologie digitali. Con il progresso tecnologico e l’utilizzo dei social media anche il bullismo si è, infatti, evoluto. Questa nuova forma si chiama cyberbullismo e si verifica quando una persona viene insultata o maltrattata tramite internet.

Può includere l’invio ripetuto di messaggi offensivi o la diffusione di foto e di video imbarazzanti.

Come accade nel caso del bullismo tradizionale, anche il cyberbullismo può causare danni emotivi e psicologici gravi alla vittima, che possono manifestarsi in episodi di autolesionismo, depressione e, in alcuni casi piĂą estremi, suicidio. I bulli e le vittime. Il contesto familiare potrebbe essere determinante per la formazione del carattere del bullo. Sono stati, infatti, individuati tre fattori che hanno un ruolo importante: – l’atteggiamento emotivo di indifferenza, mancanza di calore ed affetto da parte della famiglia nei primi anni di vita.

– il permissivismo educativo nella fase dell’etĂ  evolutiva. – l’abuso di autoritĂ  punitiva fisica. (fonte: stateofmind.it). Gli effetti del bullismo sono terribili perchĂ© fanno sentire la vittima «sbagliata», lasciandole un senso d’inadeguatezza, solitudine e vulnerabilitĂ  che nelle persone piĂą fragili può scatenare reazioni drammatiche. Nel mondo uno studente su tre tra i tredici e quindici anni ha vissuto esperienze di bullismo. Ma qualcosa si può fare per combattere questo fenomeno così odioso e capace di segnare nel profondo chi lo subisce: è fondamentale promuovere il rispetto, l’inclusione e l’empatia e creare un ambiente sicuro e di supporto dove le vittime si sentano ascoltate e protette.

 

Quando la mattina ci rechiamo a scuola, stiamo ben attenti a non dimenticare il materiale necessario per seguire le lezioni: controlliamo attentamente i nostri zaini affinché non manchino libri, quaderni, penne colorate, evidenziatori. Cerchiamo di arrivare in classe bene equipaggiati e senza lasciare a casa ciò che ci serve per svolgere al meglio i nostri doveri di studenti. Spesso però scordiamo di controllare la tipologia di semi che portiamo con noi. Semi??? E dove si trovano? Non sono nascosti nelle nostre tasche, né nei pesantissimi zaini che ci affaticano: essi sono nella nostra testa, sono i pensieri che prendono forma nelle parole. Ogni volta che ci rivolgiamo al nostro compagno di classe complimentandoci per i successi ottenuti, oppure per il bel colore della maglietta indossata, gettiamo nella sua testa i semi della gioia, dell’autostima, dell’empatia. Essi daranno origine a meravigliosi, variopinti fiori. A volte però, capita di trasportare altri semi: quelli della depressione, della scarsa autostima, del dolore. Essi possono dare origine a erbe velenose, che cresceranno nella testa di chi li accoglie e la avvinghieranno con foglie lunghe e sinuose… fino a soffocarla! Quindi, prima di entrare a scuola, dedichiamo qualche minuto all’analisi dei nostri pensieri, che possono avere, come spiegato, effetti su chi ci circonda. Prima di rivolgerci al compagno di banco, cerchiamo di pesare le nostre parole. Impegniamoci insieme, affinché le menti di tutti siano sempre degli splendidi giardini!

 

Scuola Madri Pie Franzoniane della Spezia, classe 2 A: Ancona Martina, Biancardi Gabriel, Biggeri Martina, Birga Francesco, Cugurra Niccolò, De Luca Viviana Karol, De Santis Fabrizio, Fazzi Lidia, Ferrario Lucia Concetta Olga, Fiasella Greta, Incerti Simone, Ingrosso Manuel, Manganaro Alice, Miani Lara Julie, Monti Giorgio, Morciano Claudio, Penna Costanza, Pierini Lucilla, Pozzi Rebecca, Rizzo Ginevra Nina, Rocchetta Simone, Sollano Edoardo.

Docenti tutor: professoressa Pernice Barbara, professoressa Bottacci Elisabetta; dirigente scolastico: professoressa Minucciani Silvia. 

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