ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Staffetti di Massa Carrara (MS) - 2E, 3E

Il mestiere di scrivere e informare «Il giornalismo che si trasforma»

Il valore e l’importanza della professione nell’età contemporanea coniugando carta e web Gli studenti della scuola Staffetti intervistano la direttrice di Qn La Nazione Agnese Pini

Prima donna alla guida del quotidiano La Nazione, la direttrice Agnese Pini ha risposto alle domande della nostra redazione.

Quando ha capito che da grande avrebbe voluto fare la giornalista? «Ho iniziato ad interessarmi al mondo del giornalismo quando avevo 16 anni e precisamente con la tragedia degli attentati alle Torri Gemelle di New York, l’11 settembre 2001. A quell’età ho capito che mi sarebbe piaciuto fare la giornalista. Ero ancora adolescente e poco interessata ai problemi del mondo, ma non riuscivo a capire perché fosse accaduto un fatto così devastante. Ho trovato la risposta sui giornali di carta, leggendo le varie posizioni e i diversi commenti che cercavano di interpretare quei fatti. Trovare una risposta ai perché è la grande sfida del giornalismo insieme a quella di stimolare e mettere a confronto più posizioni per consentire al lettore di formarsi una propria opinione su quello che accade intorno a noi».

Quando e come ha iniziato la carriera di giornalista? Quale il suo primo articolo? In quanto tempo lo ha scritto? «Ho mosso i primi passi nel mondo del giornalismo frequentando la redazione de La Nazione della mia città, Carrara. Ero studentessa universitaria e collaboravo con il giornale. Il mio primo articolo fu proprio un servizio dedicato al problema dei marciapiedi sporcati dai cani per la disattenzione dei loro padroni. E per svolgere il compito assegnato feci quello che ogni buon giornalista fa ogni giorno: andai a vedere per verificare di persona come stavano le cose. E trovai conferma delle segnalazioni di protesta arrivate da parte di numerosi cittadini. Così tornai in redazione e in poco meno di un’ora scrissi il mio articolo».

Quali emozioni ha provato il giorno in cui è diventata direttrice? «Sono diventata direttrice de La Nazione nel 2019, avevo 34 anni, e prima di tutto mi sono chiesta se fossi all’altezza. Poi nel 2022 mi è stata affidata la guida anche delle altre testate del nostro gruppo editoriale, ovvero Qn-Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, Il Giorno e Luce!, il nostro portale dedicato ai temi dell’inclusione e della diversità. Sono orgogliosa del fatto che a dirigere questi giornali sia una donna. Ci sono molte donne nel mondo del lavoro e delle professioni, ma ancora poche nelle posizioni di vertice. Per le donne è ancora tutto più difficile, ma oggi le cose stanno per fortuna cambiando».

Come deve essere oggi un buon giornalista? «Oggi il giornalismo sta vivendo una profonda trasformazione, grazie alla diffusione di Internet e ai mille modi attraverso i quali chiunque ha facilmente accesso, in un clic, alle notizie.

Proprio per questo il ruolo del giornalista è ancora più importante: la bussola per chiunque svolga questo mestiere è il patto con i lettori, un patto che impone di verificare le notizie, cioè di accertarsi che siano riportate con la massima precisione possibile e poi di raccontarle con onestà e obiettività per consentire a tutti di comprendere i fatti. E a voi che sarete adulti e cittadini di domani auguro di continuare a studiare. Cultura, passione e curiosità sono le parole chiave per affrontare al meglio qualunque professione».

 

Tutti sanno che un quotidiano ha il compito di informare ogni giorno, ma forse non tutti sanno che in Toscana La Nazione è la testata storicamente più vecchia, con i suoi ben 165 anni, da compiere a luglio.

Sorella maggiore della nostra Italia, coetanea della nostra Provincia è la prima testata con le caratteristiche del quotidiano moderno: uscita giornaliera e informazioni variegate. Ma un quotidiano dell’Ottocento che richiama, prima che un’unità politica, il sentirsi uniti dalla storia comune, dalle tradizioni non è un po’ troppo particolare? A conoscerne la storia più che particolare è di buon augurio! Era la sera del 13 luglio 1859 e Bettino Ricasoli, convocò a Palazzo Vecchio Carlo Fenzi, Piero Puccioni e Leopoldo Cempini perché l’idea di far nascere la nazione, unificare tutta l’Italia doveva andare avanti. Il Barone di Ferro incaricò i tre di dare vita al progetto: «Lor signori mi chiesero di fondare un giornale politico: rifiutai. Oggi concedo, ma ad un patto: che domani e nelle prime ore del mattino il giornale venga alla luce». I tre iniziarono a lavorare al progetto insieme ad Alessandro D’Ancona, come tipografia fu scelta quella di Gaspare Barbera in via Faenza, e in poche ore scrissero testi politici. Alle 10 del mattino seguente uscirono in stampa le prime 3mila copie del numero zero, in formato ‘mezzo foglio’. Il 19 luglio 1859 uscì la prima edizione ufficiale del quotidiano della futura nazione italiana, l’unica testata che non ha mai modificato il suo nome e ci tiene informati da 165 anni.

 

La redazione delle classi 2E e 3E dell’Istituto comprensivo Massa2 Staffetti.

Per la 2E: Jacopo Gino Angeli, Andrea Bertoneri, Alice Carabetta, Emma Cipolla, Gabriel Del Giudice, Costanza Fava, Tommaso Fialdini, Swami Emma Giordo, Alice Lazzini, Sofia Mannini, Gessica Ndoj, Tommaso Maria Ricci, Coumba Gueye Samb, Marko Tetaj, Giulia Troiano, Martina Vignali, Giulia Vivoli.

Per la 3E: Nina Zoe Baldassini, Ginevra Battistini, Diego Bernieri, Viola Bertolini, Tommaso Bertuccelli, Maria Vittoria Cardellini, Chiara Carso, Anna Ceccarelli, Dalila Ciavarella, Alessandro Della Tommasina, Xander Luca Di Dio, Mandiaye Diouf, Alicia Fialdini, Valeria Meibelly Fuentes Sanchez, Alice Gassani, Malak Lablak, Carlotta Leonardi, Narcis Catalin Lupu, Marianna Manfredi, Viola Nicolini, Andrea Piacentini, Giovanni Elvis Ravarelli, Giada Salvatori, Maddalena Vivoli, Veronika Vyshnevska. Tutor Stefania Bongiorni, dirigente scolastica Ines Mussi. 

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