Donne e uomini nello sport Discriminazione nelle palestre?
Nostro sondaggio in 13 strutture affiliate al Coni. Parità di genere, ma ai vertici ci sono i maschi
Avete mai sentito parlare di una famosa allenatrice o di una celebre calciatrice? La risposta probabilmente è no. E di famose ballerine o pallavoliste? La risposta è probabilmente sì. A questo punto è ovvio domandarci: perché? Forse perché ci sono alcuni sport considerati “da maschio” ed altri “da femmina”. Qualche esempio? La danza viene associata alle donne e il calcio agli uomini. Sicuramente le donne sono sempre state discriminate e volutamente escluse dallo sport. Ma è possibile che in una società evoluta ci sia ancora disparità di genere? Ponendoci questa domanda, abbiamo preso a cuore l’argomento e abbiamo deciso di indagare sul nostro territorio, l’Umbria, per capire quanta discriminazione sia ancora presente nello sport. Per un’analisi dettagliata abbiamo intervistato 13 palestre affiliate al Coni.
Alla domanda se venivano effettuati allenamenti differenti tra maschi e femmine, la maggior parte ha risposto negativamente e il 70 % degli intervistati non nota differenze tra maschi e femmine, mentre il restante 30% nota delle differenze fisiche e di conseguenza anche degli allenamenti. La prevalenza di allenatori è risultata maschile, quella femminile è più concentrata nel fitness; solo nel 7% dei casi le allenatrici allenano solo donne. Gli attrezzi utilizzati sono gli stessi ma usati in modo differente. In generale, le persone iscritte sono prevalentemente femmine. Alla domanda sui vertici, solo una palestra ha dichiarato di avere donne a capo; in tutte le altre, le donne al vertice sono in minoranza se non proprio assenti e di solito lavorano come segretarie. Un dato positivo è che gli stipendi percepiti sono risultati uguali, inoltre anche se pochi, i finanziamenti ricevuti sono gli stessi per le discipline praticate da entrambi i sessi. Di solito i maschi sono più propensi a sport che sviluppano la muscolatura, sovraccarico e arti marziali, le femmine sono per il fitness, carichi leggeri e bike. Ma il dato che più fa riflettere è l’ultimo: infatti alla domanda se secondo gli intervistati, nelle palestre viene applicata la parità di genere, il 100% ha risposto di sì; perciò abbiamo avuto modo di notare che ci sono delle differenze tra la realtà e la percezione delle persone coinvolte, probabilmente perché spesso si pensa che dove viviamo non possano succedere queste cose.
I numeri dimostrano che la parità nello sport non è sempre presente, le presenze femminili sono elevate ma spesso i ruoli sono molto diversi, in particolare nei ruoli di potere. Insomma c’è ancora tanta strada da percorrere.
Alla parola sport, sin dai tempi antichi, veniva collegato un concetto di forza e fatica che mal si abbinava all’idea di grazia e gentilezza che caratterizzava la donna vista più come madre e sposa e comunque collegata all’ ambiente domestico. Tuttavia anche nell’antichità c’erano delle competizioni dedicate alle donne come i giochi Erei nell’antica Grecia, in onore di Era moglie di Zeus, che consistevano nella corsa, e facevano parte delle prime Olimpiadi. Come premio le atlete ricevevano corone di ulivo, carne dell’animale offerto in sacrificio della dea Era e il diritto di dedicare statue con incisi i propri nomi o dipinti i loro ritratti nel tempio della dea. Mentre per i Greci era molto importante la partecipazione alle competizioni sportive, nell’Antica Roma si preferiva essere spettatori dei combattimenti tra gladiatori e le corse delle bighe. Nonostante ciò, anche le donne romane avevano un loro spazio dedicato all’interno dei giochi Augustalia e Sebasteia, come ci mostra il mosaico dei Bikini di Piazza Armerina che raffigura dieci donne intente al gioco della palla, del disco e della corsa. Una di loro è vestita con una tunica gialla trasparente e le premia con una corona ed un ramo d’olivo, questo dimostra che erano delle vere e proprie competizioni. In conclusione possiamo dire che approfondendo, la storia smentisce lo stereotipo secondo cui le donne non hanno mai avuto un loro spazio nello sport fino ad una data recente.
La pagina è stata realizzata dalle studentesse e dagli studenti della classe 3 B della Scuola Secondaria di primo grado Giovanni Pennacchi Passaggio di Bettona dell’Istituto Comprensivo di Torgiano-Bettona. La dirigente scolastica è Silvia Mazzoni.
Insegnante referente: Elena Giovagnoli. In collaborazione con le professoresse: Maria Assunta Meniconi, Maria Beatrice Proietti, Danila Magro. Si ringraziano tutte le palestre che gentilmente hanno risposto alle domande del nostro questionario.
L’inchiesta è stata corredata da foto.