ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Marsiliana di Manciano (GR) - Classi 1° - 2° - 3°

Lotta all’inquinamento Miracoli? No, solo senso civico

Per migliorare le cose potremmo intanto iniziare dai nostri comportamenti quotidiani

I problemi che riguardano l’inquinamento sono numerosi, ma ci sono altrettante soluzioni per mitigare i danni che l’uomo ha causato nel corso del tempo.

Certo, i governi dovrebbero fare del loro meglio per migliorare la situazione, ma anche ognuno di noi può contribuire con alcuni piccoli gesti. Innanzitutto, per ridurre l’inquinamento, sarebbe opportuno non gettare i rifiuti nei corsi d’acqua, perché danneggiano la flora e la fauna marina.

Per i rifiuti più grandi, per fortuna, possiamo contare sulla legge «Salvamare». Istituita nel 2022, consente ai pescatori di raccogliere rifiuti pescati accidentalmente senza il rischio di subire sanzioni. Tuttavia, i rifiuti che finiscono più spesso negli oceani sono quelli di piccole dimensioni, che vengono buttati nei lavandini e negli scarichi del Wc: salviette, fili interdentali, lenti a contatto e detersivi.

In generale, un corretto smaltimento dei rifiuti e un maggiore ricorso al riciclo sono una valida opzione; evitiamo, dunque, di gettare qualcosa che può essere utilizzato per uno scopo diverso.

La lotta per la tutela del mare si può combattere anche a tavola.

Dovremmo evitare di consumare specie a rischio e preferire quelle locali, di cui spesso ci si dimentica. Riscopriamo il sapore dei saraghi, dei pagri e dei cefali! Inoltre, per lavare i nostri piatti, utilizziamo detersivo biodegradabile, cioè non realizzato con sostanze chimiche artificiali che possono essere dannose per il mare. Un altro semplice gesto in aiuto di quest’ultimo è evitare, per quanto possibile, imballaggi di plastica, preferendo sacchetti di carta o shopper riutilizzabili.

Possiamo fare la differenza anche comprando meno indumenti, ma di qualità superiore, privilegiando i tessuti naturali.

A questo proposito, è importante sapere che dal 16% al 35% delle microplastiche prodotte nel mondo derivano dal settore tessile.

Infine, per contrastare il cambiamento climatico, responsabile dell’aumento di temperatura delle acque, occorre che ognuno riduca la propria impronta ecologica, per esempio utilizzando il più possibile biciclette o mezzi elettrici.

Informare, sensibilizzare, educare sono i fondamenti per costruire il cambiamento che deve partire dai primi anni di vita delle nuove generazioni.

Proprio per questo motivo, abbiamo realizzato una campagna di sensibilizzazione sulla salvaguardia del mare, durante la quale abbiamo creato delle infografiche che richiamassero alla coscienza i danni provocati dalle azioni sbagliate della società.

 

La nostra vita si svolge in gran parte sulla terraferma. Questo ci porta a dimenticare che il 70% della superficie terrestre è ricoperta dall’acqua marina, di fondamentale importanza per la nostra esistenza. Il mare ci fornisce ossigeno e cibo, mitiga il clima ed è essenziale per la nostra economia. Ma, se è così importante, perché non ce ne prendiamo cura? Tanti sono i problemi, in primo luogo l’inquinamento da plastica: in appena un secolo e mezzo dalla sua creazione, questo composto chimico ha formato intere isole artificiali negli oceani. Ogni anno in mare finiscono 560mila tonnellate di plastica, per lo più dovute all’abbondanza ed al mancato riciclo dei prodotti usa e getta. Il materiale plastico intrappola e soffoca la fauna marina e finisce anche nei nostri piatti. Una seconda minaccia per gli ecosistemi marini è dato dalla pesca intensiva, che non assicura la riproduzione delle specie.

Tra quelle a rischio ci sono l’anguilla, la cernia, lo sgombro e molluschi come i ricci di mare. Un altro problema è dato dagli sversamenti di petrolio, soprattutto causati da incidenti durante la navigazione oppure dalla cattiva gestione degli impianti industriali. Un’ultima minaccia è il riscaldamento delle acque causato dal cambiamento climatico. Ciò impatta negativamente sull’ecosistema marino: alcune specie rischiano di scomparire, mentre altre non autoctone le sostituiscono. Pensate che l’aumento di un grado Celsius dell’acqua causa lo sbiancamento dei coralli.

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