ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Montalcino di Montalcino (SI) - 2A, 2B

La tragedia delle spose bambine Fenomeno presente ancora oggi

Sono 640 milioni le giovani donne, ad oggi in vita, che vengono date in moglie fra gli 11 e i 14 anni Le piccole sono considerate un peso ed inferiori anche perchè non possono lavorare nei campi

La disparità di genere è un fenomeno presente ancora oggi nonostante le conquiste fatte dalle donne nel corso dei secoli. Gli ambiti dove questo divario è più accentuato sono quattro: il diritto all’istruzione, il diritto alla salute, la partecipazione politica, la partecipazione al mondo del lavoro. La causa principale di tutto ciò è il mancato riconoscimento dell’identità femminile, la donna è spesso oggetto di violenze sia fisiche che psichiche. Una delle più grandi forme di discriminazione verso le donne è il matrimonio forzato delle bambine.

Nell’Africa Subsahariana, nel Sud-Est Asiatico, in India, in Bangladesh e in Niger è diffuso il fenomeno delle spose bambine. Sono infatti 640 milioni le giovani donne, ad oggi in vita, che vengono date in moglie in un’età che varia tra gli 11 e i 14 anni.

Di solito i matrimoni precoci sono diffusi in zone povere e con basso livello d’istruzione. Le bambine sono considerate un peso, in quanto ritenute inferiori anche perché non possono lavorare nei campi; perciò, le famiglie decidono di darle in spose in giovane età. Spesso la dote, cioè i beni che la moglie porta al marito per tradizione, è estremamente misera e in alcune culture è il marito a dover pagare la dote, il “prezzo della sposa”. La povertà induce le famiglie a vendere le proprie figlie per ricavare del denaro. Dopo il matrimonio, queste ragazze abbandono la scuola, si isolano dal punto di vista sociale e la loro vita è legata all’interno delle mura domestiche, dipendendo totalmente dal marito.

È il marito che stabilisce come la moglie deve comportarsi, vestirsi, chi può vedere e frequentare.

Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) nel 2030 si pensa che le bambine date in sposa saranno 150 milioni in più rispetto ad oggi. Ogni giorno sono più di 30 mila le bambine che vengono private dei loro diritti senza che esse possano esprimersi a riguardo.

Le spose bambine sono preadolescenti o adolescenti costrette a sposare uomini maturi, molto spesso violenti, che abusano sessualmente di loro. A volte capita che la ragazza rimanga incinta molto presto anche se non è ancora pronta a livello psico-fisico a una gravidanza. Può accadere che al momento del parto la madre e il bambino non riescano a sopravvivere.

Se le bambine e le ragazze riescono a continuare gli studi hanno una possibilità di sfuggire al matrimonio forzato. Solo studiando potranno riconoscere i propri diritti e sapranno come rivendicarli, potranno diventare indipendenti e capaci di combattere per se stesse.

 

La parità di genere è un diritto fondamentale, affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e delle Nazioni Unite (1948) che richiede il superamento degli ostacoli per pari dignità e condizioni tra uomini e donne nel diritto, nella politica, nella società e nel lavoro.

Sebbene si siano registrati tanti progressi in tal senso nei paesi democratici, a livello globale abbiamo ancora tanti obiettivi da raggiungere per l’uguaglianza tra i sessi, soprattutto in quelli meno sviluppati, dove fin dai primi mesi di vita vengono privilegiati i maschi. In molte culture persistono ancora pregiudizi nei confronti del genere femminile ma, fortunatamente, ci sono anche delle eccezioni. Tra queste il caso di due donne che hanno fatto la storia, come l’astronauta Samantha Cristoforetti (da tutti conosciuta con lo pseudonimo di Astro Samantha), che nella notte del 24 novembre 2014 è partita da Baikonur per la sua prima missione, direzione Stazione Spaziale Internazionale (ISS), diventando la prima donna italiana ad andare nello spazio, oppure l’astrofisica Margherita Hack, prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste. Parlando della figura femminile, purtroppo, non possiamo non pensare a casi di violenza o di femminicidio, termine inserito anche nella Treccani da quest’anno. Le scarpe e le panchine rosse sono diventate un simbolo chiaro e deciso per ricordare i vari femminicidi. Non è mai troppo tardi per denunciare, rivolgendosi ad associazioni specifiche come Differenza Donna, chiamando il 1522, usando l’APP 112 “Where are U”, utilizzando il gesto del pollice che si chiude sotto le altre 4 dita della mano.

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