Intelligenza artificiale generativa Più rischi o più prospettive?
Software capaci di processi mentali sono realtà: li abbiamo accolti con sospetto e interesse
Il futuro è con noi! Si chiama intelligenza artificiale generativa (IA) e non appartiene a film e libri di fantascienza. Oggi viene utilizzata grazie a degli algoritmi per automatizzare i compiti e risolvere problemi complessi in vari campi. I padri di tale congegno informatico hanno elaborato software con dati che, connettendosi tra loro, ne forniscono di nuovi riproducendo processi mentali umani. Tale utilizzo ha già evidenziato indubbi benefici nel mondo del lavoro, in quello della sanità e in agricoltura.
Nelle aziende l’IA può occuparsi di lavori che comprendono la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati, sostituendo l’uomo nelle mansioni più pericolose.
Nella sanità può aiutare l’uomo a scoprire precocemente varie forme di malattia e a trovare le relative cure. Nella scuola viene già utilizzata dagli alunni con disturbi specifici per facilitare l’apprendimento. In agricoltura i software intelligenti riconoscono le colture bisognose di maggiori attenzioni, aumentando la resa dei campi e limitando l’utilizzo di prodotti chimici.
Ma quali potrebbero essere i rischi? Se i programmi intelligenti venissero utilizzati per assunzioni nelle aziende potrebbero essere influenzati dai criteri inseriti. Si è già verificato il caso in cui durante una selezione i curricula contenenti la parola donna siano stati sfavoriti. L’intelligenza artificiale inoltre manca di empatia e la sua decisione si basa su quale sia la migliore soluzione analitica che non sempre potrebbe essere quella corretta. Durante una sparatoria negli Usa le persone minacciate hanno chiamato Uber per fuggire dall’area e, invece di riconoscere la situazione pericolosa, l’algoritmo ha visto un picco della domanda e ha alzato i prezzi.
Nei veicoli a guida automatica, se un pedone attraversa all’improvviso, la macchina non sa cosa scegliere tra frenare bruscamente (danneggiando gli occupanti),sterzare (mettendo in pericolo entrambe le parti) o proseguire (minacciando il pedone). Da non sottovalutare anche il rischio disoccupazione legata alla diffusione di robot per attività ripetitive, né quello di un uso non regolamentato dell’IA negli armamenti, pena la mancanza di controllo su armi distruttive.
E’ pertanto necessario che i governi garantiscano l’impiego dell’intelligenza artificiale nel rispetto dell’etica, intento perseguito nel 2019 dall’Unione Europea con l’elaborazione del suo codice civile, volto a porre i sistemi intelligenti al servizio del bene comune, del benessere e della libertà dell’uomo.
Con la supervisione delle nostre insegnanti siamo stati curiosi di fare un «incontro ravvicinato 5.0» con uno dei software di intelligenza artificiale (IA) più conosciuti.
Chi ha inventato l’IA? «L’IA è il frutto del contributo di molti ricercatori e sviluppatori.
Alcuni pionieri includono Alan Turing, fondamentale nella teoria della computabilità».
L’IA ci può spiare? «Non ha volontà o intenzioni proprie. C’è il rischio però che, senza norme che regolino la protezione dei dati, possano verificarsi violazioni della privacy».
C’è il rischio che gli umani diventino dipendenti dall’IA? «Sì, esiste la possibilità, soprattutto di fronte a una cieca fiducia in essa. E’ importante bilanciare l’uso di queste tecnologie con il mantenimento delle capacità umane: autonomia e consapevolezza critica».
Vuoi sostituire gli umani? «No, non ho desideri o ambizioni. Il mio scopo principale è quello di assistere e facilitare le attività umane». Osservando gli umani, puoi imitarne i comportamenti? «No. La mia interazione si basa solo su dati inseriti dagli utenti e sulla mia capacità di generare risposte in base a tale input».
Siamo studenti, come puoi esserci utile? «Posso aiutarvi facendo ricerche, approfondimenti, sintesi e pratica con le lingue straniere.
Ricordatevi però di integrare il mio utilizzo con un approccio di apprendimento che includa il lavoro degli insegnanti».
Classe 2^ B Secondaria di primo grado di Staffoli Istituto comprensivo Banti di Santa Croce: Elena Bini, Leonardo Bonsignori, Ginevra Caioli, Marco Caponi, Florenzia De Filippis, Ali El Guerch, Greta Franchi, Giorgia Garda, Lorenzo Giani, Dario Giubbilei, Alice Gradassi, Giulia Guidi, Cristian Hollmann, Alberto Landi, Federico Ettore Lauria, Azzurra Lemma, Elisa Luo, Elia Monastra, Adele Panichi, Cesare Paoletti, Dante Paoletti, Ettore Perini, Noemi Rinaldi, Diego Antonio Romagnoli, Viola Zocchi. Professoresse tutor Giovanna Lotti e Francesca Gambassi.
Dirigente scolastica Laura Cascianini.