Api, insetti preziosi per la natura Ciclo della vita tra ’danze’ e miele
Gli studi dei ragazzi della scuola Quartieri di Zeri per andare alla scoperta dei loro segreti. Si trovano nei boschi e negli allevamenti ma rischiano l'estinzione anche per l'uso dei pesticidi
Un terzo dei vegetali che noi mangiamo senza le api non ci sarebbe, perché soprattutto questi insetti provvedono all’impollinazione di numerose piante. In Europa le api un tempo vivevano nei boschi, però adesso l’uomo le ha addomesticate, quindi senza di lui esse non riuscirebbero a sopravvivere. Invece in altre parti del mondo le api sono ancora in grado di vivere da sole.
Le api vivono in grandi gruppi o sciami all’ interno dell’alveare formato da cellette fatte di cera, dove l’ape regina deposita le uova.
La regina depone circa 2000 uova al giorno e decide quando far nascere i fuchi, ovvero i maschi.
Quando le api nascono hanno un colore biancastro. Esse nascono dentro a cellette di forma diversa: se verticale nascerà un’ape regina, se orizzontale nascerà un’ape operaia. Le api in media vivono un mesetto, mentre la regina circa 5 anni. Le api operaie procurano il nettare uscendo dall’alveare e volando di fiore in fiore alla ricerca di nettare e polline utili per il sostentamento della colonia; poi le api trasformano il nettare in miele, oppure in pappa reale. Le api operaie si specializzano, nelle varie fasi della loro vita, nello svolgimento di diversi “mestieri”, tutti di fondamentale importanza per l’alveare. Ad esempio l’ape spazzina appena nata pulisce, con zampe e mandibole, la sua cella e quelle vicine. Le api producono il propoli raccogliendolo dalle gemme e dalle cortecce di alcune piante ed impastandolo con cera e saliva. Il propoli serve per rinforzare alcune parti dell’alveare e come igienizzante. Le api per difendersi usano il pungiglione, che si trova al termine dell’addome, però è molto rischioso per loro usarlo, dato che dopo aver punto il nemico l’ape muore.
Per indicare una fonte di cibo le api fanno la danza chiamata “danza dell’otto” oppure “danza scodinzolante”: se scodinzolano velocemente, la fonte di cibo è vicina.
Questi preziosissimi insetti rischiano l’estinzione per varie cause, ad esempio per i pesticidi usati dall’uomo. Un altro motivo per cui le api rischiano l’estinzione è la presenza di una zecca, che è per loro grande quanto è grande per noi uno scoiattolo. In alcuni paesi del mondo dove le api sono scomparse l’uomo deve provvedere a fare l’impollinazione a mano.
La nostra prof Patrizia Mastroleo è una docente di matematica e scienze e allo stesso tempo un’apicoltrice. La sua passione è allevare uno degli animali più importanti al mondo, cioè le api. Il primo giorno di scuola ha portato in classe un’arnia e ci ha fatto vedere il suo interno: era molto strano, aveva tante cellette, però vuote. La prof Mastroleo ci ha mostrato gli strumenti da apicoltrice, tra questi uno in particolare: una spazzola che serve per spostare le api da un’arnia senza ferirle o danneggiarle.
E in tema, ecco un libro per tutti: “Ape Maia e le sue avventure”. Il libro di Waldemar Bonsels tratta la vita nell’alveare, e all’esterno, dal punto di vista di una piccola ape e del suo migliore amico. Fa capire come funziona un alveare e quanto la vita di ogni singola ape sia importante all’interno della colonia.
In classe abbiamo letto ad alta voce il primo capitolo che si apre con una bellissima sequenza descrittiva. Vengono quindi presentati i personaggi principali: Apemaia, Willi e la maestra Cassandra. Fin da subito si possono cogliere le caratteristiche di Apemaia, curiosa e impaziente, e quelle di Willi, fifone e ingenuo. I due amici si fanno degli scherzi a vicenda non pensando alle conseguenze. Verranno pertanto puniti dalla maestra Cassandra.
La lettura ci ha aiutato a capire l’importanza della cooperazione. Una frase ci ha colpito: “Ogni ape svolgeva un compito preciso e determinato, ma tutte lavoravano insieme aiutandosi a vicenda”. Questo è vero anche a scuola.
La scuola secondaria di primo grado “Quartieri” di Zeri (Istituto comprensivo “Tifoni”) partecipa a questa nuova edizione del Campionato di giornalismo con una pluriclasse – prima, seconda e terza – coordinata da due docenti tutor. Si tratta delle insegnanti Lucia Mancini e Patrizia Mastroleo. Un progetto didattico che è promosso e supportato dalla dirigente scolastica, Lucia Baracchini (nella foto).