ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Signa circondata dalle acque

Fra antiche paludi e moderni laghi: dal bacini de La Bozza al parco dei Renai, passando dalla Gonfolina

Il comune di Signa, quello in cui abitiamo e studiamo, si trova sulla confluenza dell’Arno, l’Ombrone Pistoiese ed il Bisenzio. È sempre stato un centro importante grazie alla sua posizione strategica e alle sue acque che hanno sicuramente favorito il commercio fin dall’antichità. Il paese si sviluppa lungo l’Arno e il Bisenzio, nella parte pianeggiante, e lungo colline nella parte più alta del paese; la parte alta è la più antica ed è chiamata «Castello» per via dell’antico castello che vi si trova. Alcuni studiosi credono che Signa fosse un antico centro etrusco per quattro motivi: la vicinanza geografica con Artimino; per la facilità di comunicazione con Fiesole e Carmignano (anche queste etrusche); la preferenza da parte degli Etruschi per la costruzione delle città sui colli; rispetto al centro etrusco di Artimino, Signa è diventata più grande. L’intera storia di Signa è strettamente collegata a quelle delle sue acque. Nella zona occidentale, si trovano diversi laghi situati nei campi compresi tra l’area del Crocifisso e quella dei Colli Alti (I laghi La Bozza). I più conosciuti ed importanti sono quelli che si trovano nel parco dei Renai. La maggior parte delle acque dolci di Signa si trova infatti proprio nel parco protetto dei Renai, situato nella zona orientale del paese.

Il territorio dei Renai è compreso tra la confluenza dell’Arno ed il Bisenzio. L’origine del parco risale a quando, nel dopoguerra, iniziarono le opere di bonifica del territorio e gli scavi della rena, da cui il nome appunto Renai. Negli anni ’50 i depositi arenili vennero ampliamente sfruttati. I campi coltivati furono sostituiti da cave apposite per lo scavo. Negli anni ’70, grazie alla consapevolezza ecologista, ai Renai si prestò più attenzione e si cominciò a salvaguardare l’area. In antichità lungo l’Arno doveva esserci un masso che bloccava il passaggio dell’acqua. Questo era chiamato il Masso delle Fate o Masso della Golfolina. Circolano molte leggende sul suo conto: una, per esempio racconta l’arrivo di Noè in Tuscia (Toscana). Dopo una lunga serie di cattivi eredi, arrivano dapprima Crotone d’Egitto, che fondò il comune di Cortona, e successivamente Ercole d’Egitto che fondò Firenze. Questi spaccò l’enorme masso senza fatica e diede il nome all’Arno che in Aramaico significava «leone vittorioso». Il Masso delle Fate creava una diga naturale formando un piccolo lago o una palude. Probabilmente anche e soprattutto per questo il territorio di Signa è stato a lungo paludoso. Il masso secolare si trova nel comune di Lastra a Signa, tra Comeana, Signa e Lastra a Signa, vicino Villa Caruso e si tratta di uno dei monumenti naturali più antichi della zona.

Votazioni CHIUSE
Voti: 14

Pagina in concorso