ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Pisano di Palaia (PI) - 1C

Il gioco è un diritto per tutti Difendiamo i sogni di ogni bimbo

Ancora oggi, in molte parti del mondo, troppi minori non vedono rispettati i propri diritti

Ogni bambino, esattamente come un adulto, è titolare di una serie di diritti, riconosciuti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza adottata dall’Onu il 20 novembre 1989. Abbiamo esaminato con attenzione gli articoli principali della Convenzione e siamo stati particolarmente colpiti dal numero 31, che prevede «il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative».

Questo diritto è spesso dato per scontato, poiché noi, fin da piccoli, abbiamo continue occasioni per giocare: appena c’è una giornata di sole, usciamo a divertirci con gli amici, in caso di pioggia, ci svaghiamo con i videogiochi, con le carte o con i nostri familiari. Ma, immaginate di non sapere neanche cosa sia un videogioco, di non avere un posto dove divertirvi o di dover lavorare invece di riposare.

Negli ultimi mesi, riflettendo su quanto accade in molti paesi del mondo, abbiamo scoperto che questa è, purtroppo, la realtà di tanti nostri coetanei, i cui diritti vengono violati. Secondo le stime più recenti di Unicef sono circa 160 milioni i bambini nel mondo, in particolare in Africa e nel sudest asiatico, costretti a lavorare in fabbriche, nelle miniere o nei campi. Numerose ragazzine, soprattutto in India, sono costrette a sposarsi precocemente e molti bambini ancora oggi vivono in zone di guerra, dove la paura, la violenza, la distruzione rendono impossibile divertirsi, come in Ucraina o nella Striscia di Gaza. In molti paesi africani, dilaniati da guerre civili, proprio i bambini vengono utilizzati come soldati, che si stima siano circa 250.000.

Ma perché è fondamentale che ogni bambino non rinunci al gioco? Esso è essenziale per la crescita e lo sviluppo. Non è solo divertimento, ma un’importantissima opportunità per imparare a socializzare, risolvere problemi ed esprimere emozioni. Attraverso il gioco, i bambini esplorano la realtà, inventano storie e creano mondi immaginari, sviluppando così una maggiore autonomia e formando il proprio carattere e la propria personalità.

Insomma, quando i bambini non possono giocare, viene loro negato il diritto di vivere un’infanzia ricca di esperienze positive e di crescere in modo sano. Siamo profondamente convinti che in ogni momento e in ogni parte del mondo anche i più piccoli devono essere rispettati, perché da loro dipende il nostro domani! Faremo sempre sentire la nostra voce e ci impegneremo al massimo per difendere il diritto dei minori di trascorrere un’infanzia serena e spensierata.

 

Abbiamo immaginato di intervistare Iqbal Masih, ragazzino pakistano, prima bambino lavoratore e poi attivista, che ha dato un contributo fondamentale alla lotta per i diritti dei bambini.

Cosa ti ha portato alla decisione di batterti per i diritti dei bambini? Non sopportavo l’idea di sapere che tanti bambini come me erano obbligati a lavorare.

So cosa si prova: la fatica fisica, il dolore della mancanza dei genitori, delle torture, quindi non volevo che più nessun bambino provasse tutto questo. E’ ingiusto, i bambini meritano solo di giocare ed essere liberi. Durante la tua lotta, hai avuto paura e hai mai pensato di rinunciare? Certo che ho avuto paura e anche molta! Ma non ho mai pensato di rinunciare perché credevo in quello che stavo facendo e sapevo che era la cosa giusta, non solo per me, ma anche per gli altri bambini. E poi mi faceva piú paura il fatto che molti coetanei potessero continuare ad essere sfruttati, a morire di lavoro senza mai divertirsi e andare a scuola. Come ti sei sentito la prima volta che hai potuto giocare? Eh, mi sono sentito… ho provato un’emozione indescrivibile, che non è facile spiegare.

Ero felice come se avessi salvato il mondo intero. Penso sia stato il momento più bello della mia vita, una sensazione di libertà. La prima volta che ho potuto giocare è stato con un aquilone e mi sono sentito libero. Sono felicissimo che, con il mio impegno, tanti bambini abbiano potuto provare le stesse emozioni.

 

Articoli, disegni e foto sono realizzati dalla classe 1^ C della scuola Secondaria di primo grado Andre Pisano di Palaia Istituto comprensivo Fra’ Domenico da Peccioli: Anna Abrescia, Lucrezia Baldini, Viola Bimbi, Matilde Biondi, Ryan Bullari, Chiara Costagli, Matteo Falorni, Anna Fantei, Massimiliano Giglioli, Niccolò Gnazzo, Andrea Marianucci, Daniele Mirdita, Cosimo Morelli, Isabela Muca, Gabriele Nelli, Othoniel Paredes Tineo, Alice Pistolesi, Andrea Simonelli, Rossella Tamberi, Giorgia Tenerani, Dalia Vanni.

Docente tutori Arianna Ferri.

Dirigente scolastico Gianluca Laforgia.

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