La storia di Valentin e Heinrich Giovani vittime della guerra
Dopo la visita al cimitero di Westhausen, la nostra ricerca sui fratelli Rogger
Conosciamo Valentin e Heinrich Rogger dalla visita al cimitero militare italiano d’onore, ospitato nel cimitero comunale di Westhausen a Francoforte sul Meno. I fratelli Rogger erano nati a Sexten, in Alto Adige, Valentin nel 1929 e Heinrich nel 1932. La famiglia optò per trasferirsi in Germania, come fecero tanti altoatesini di lingua tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono morti entrambi nel 1942, a pochi mesi di distanza, Valentin all’età di tredici anni, Heinrich a dieci, nell’istituto Hephata a Treysa. Questo è tutto quello che sappiamo di certo su di loro dopo la nostra ricerca, nata con il progetto «Valori democratici» sostenuto da ANPI-Germania e dall’Historisches Museum di Francoforte: ci hanno fatto conoscere il cimitero di Westhausen e ci hanno fornito i documenti su cui lavorare. Molte però sono le domande rimaste aperte: perché sono morti così giovani e perché poca distanza l’uno dall’altro? Come mai si trovavano in un istituto? Cosa era successo ai loro genitori? Nei documenti è indicato il nome di loro padre: Peter Rogger.
Sono veramente morti di marasma, cioè di estrema denutrizione, come è scritto sul registro delle morti di Hephata? Perché i bambini non ricevevano cibo, pur trovandosi in una struttura di cura? Sul documento di Heinrich si legge che era un paziente del reparto disabili (Schwachsinnigen-Anstalt).
Dopo altre ricerche abbiamo scoperto che l’istituto Hephata – oggi un vero centro di cura e di assistenza per persone con disabilità – durante il nazismo praticava il programma dell’eutanasia, l’eliminazione di disabili, ritenuti «inutili». Non sappiamo però perché entrambi i fratelli fossero lì. Tutti i documenti esaminati sono in lingua tedesca, ma riportano annotazioni e timbri in inglese: ipotizziamo che siano stati registrati da personale dell’occupazione alleata, dopo la fine della guerra. Una domanda rimane però veramente difficile da chiarire: perché i fratelli sono ora sepolti a Francoforte, se erano morti a Treysa e inizialmente furono seppelliti lì, come si legge nelle carte? È probabile che molti dubbi si chiariranno studiando nei prossimi anni la storia della Seconda Guerra Mondiale in modo più approfondito. Altre ipotesi, che ognuno ha formulato per sé, forse non potranno mai essere verificate. Rimane però il contrasto tra il trattamento e la considerazione delle persone al tempo dei fratelli Rogger e la consapevolezza che abbiamo oggi dei diritti di ogni essere umano.
La Costituzione italiana e la Grundgesetz tedesca garantiscono i diritti fondamentali. La storia dei fratelli Rogger ci fa riflettere su come sia cambiata la considerazione delle diversità. Oggi nei nostri Paesi siamo tutti uguali nei diritti, ognuno con le proprie caratteristiche e le proprie «specialità». Viviamo come se fosse stato sempre così, ma questa ricerca ci ha mostrato che, invece, questi diritti sono il frutto di una conquista. Come siamo arrivati a questo? Dopo la II Guerra Mondiale, sia l’Italia che la Germania hanno riscritto le proprie Costituzioni. In entrambi i documenti, i principi fondamentali sono ispirati all’estremo rispetto per la persona umana, sancito anche nella Dichiarazione dei Diritti Umani dell’ONU: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti». Interessante che l’uguaglianza venga sancita in tutte e due le Costituzioni tra i principi fondamentali e che in entrambe l’articolo sia il 3; la prima riga di ognuna sembra quasi la traduzione dell’altra: «Tutti i cittadini…sono uguali davanti alla legge» in italiano e «Alle Menschen sind vor dem Gesetz gleich» in tedesco. Le differenze: nella Costituzione italiana si parla di «cittadini», nella Grundgesetz ci si riferisce a «Menschen», cioè agli esseri umani in generale. Nell’articolo tedesco si fa riferimento alla volontà di abbattere le differenze tra uomini e donne e si ribadisce che nessuno deve essere svantaggiato se con disabilità; l’articolo italiano pone maggior accento all’abbattimento delle differenze sociali ed economiche.
La redazione della 7°B della Freiherr-vom-Stein Schule di Francoforte/M.: Chiara Angioni, Nima Baccaro, Ruben Baccaro, Constantin-Vincent Bengs, Davide Di Vita, Marianne Donandt, Leandro Filippone, Vittoria Folci, Fabrizio Ghielmi, Mathilde Hue de Grais, Carl Hue de Grais, Giulia Greco, Francesco Grimaldi, Gabriel Hirzel, Emilia Jawansky, Lucio Lehnert, Alissia Malagrino, Giulia Merla, Lavinia Paccussi, Manuel Picard, Adrian Pilner, Danilo Prvanovic, Rebecca Rizzo, Carla Scanu, Sofia Schembri, Giovanni Stagni.
Insegnante tutor: Alessandra Felici.
Dirigente: Procolino Antacido; Dirigente dell’Ufficio Scuola, Consolato Italiano: Alessandro Bonesini.