ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Sestini di Agliana (PT) - 3G

Il teatro: che passione! Un’arte che emoziona sempre

Il nostro incontro con David Spagnesi, regista e drammaturgo dell’Amnio teatro

Lo scorso 2 aprile nella nostra classe, abbiamo avuto il piacere di conversare con il regista e drammaturgo quarratino, David Spagnesi: gli abbiamo rivolto diverse domande e lui ha risposto ad ognuna in modo sempre chiaro e gentile. David, che è anche un insegnante di scuola superiore, fa parte della compagnia ’Amnio teatro’. La sua passione per questa forma d’arte è nata dopo quella per la scrittura, che lo ha aiutato molto nell’adolescenza, grazie al potere di riuscire a fargli dire ciò che aveva difficoltà a riferire a voce. Ad oggi ha scritto 40 testi originali, tutti sono stati rappresentati, tranne il primo, basato su una storia vera e sul tema dell’eutanasia. Quello a cui è più legato, però, è «Al chiuso», la storia di quattro donne assassine che si ritrovano tutte insieme a vivere nello stesso manicomio.

Da quanto abbiamo appreso dal regista, la realizzazione di un testo teatrale richiede molto tempo, persino anni: la storia, le parole, le musiche e i personaggi, che inizialmente sembrano confusi e separati, piano piano si chiariscono e si legano. I personaggi cominciano a interagire l’uno con l’altro nel racconto, quasi a parlarsi ed è in quel momento che vengono fuori i dialoghi. Quando, poi, lo spettacolo viene rappresentato sul palco è un’emozione bellissima: vedere la gente emozionarsi rilascia al regista e agli attori una sensazione in-descrivibile e per loro è come se gli spettatori lasciassero fuori dal teatro le loro preoccupazioni, i pensieri e iniziassero a ridere o a piangere, a entrare nella storia a cui stanno assistendo.

Ogni volta, poi, che uno stesso lavoro viene messo in scena, la reazione del pubblico non è mai uguale, ma è diversa proprio perché diversi appaiono gli attori, che si presentano con quello che hanno vissuto quel giorno specifico, che si distingue da quello che è accaduto prima o che succederà dopo.

Sempre secondo quanto descritto dalla compagnia come cambiano gli attori nella loro recitazione, co-sì variano gli spettatori: una commedia, ci è stato spiegato, può far ridere un pubblico, ma non essere poi così divertente per un altro.

Stessa cosa accade per un dramma: non è certo che tutti coloro che assisteranno allo spettacolo si commuoveranno alla stessa maniera.

Con la sua compagnia, formata attualmente da circa dieci persone, con ruoli ed età diversi, David ha messo in scena spettacoli nei teatri di diverse città italiane, come Torino, Parma, Roma, Reggio Calabria. Il teatro è terapeutico per la comunità, rende pubbliche le paure, quindi tranquillizza: questo lo rende qualcosa che non finirà mai.

 

Abbiamo rivolto alcune domande ai responsabili del Teatro Patologico di Roma.

Quando e da chi è nata l’idea di un teatro come il vostro? «Nel 1980, dall’intuizione di Dario D’Ambrosi: ha visto il teatro come uno strumento potente capace di donare voce in particolare a coloro che vivono con disabilità psichiche o fisiche».

Credete molto nella teatroterapia? «Sì – ha spiegato Ines, una responsabile del Teatro Patologi-co – attraverso il processo teatrale, i nostri attori possono affrontare difficoltà emotive e psichiche, riscoprendo la propria identità, la fiducia in sé e il senso di appartenenza».

È difficile trovare attori per la vostra compagnia? «No, anzi, c’è una grande voglia di partecipare».

C’è ansia tra gli attori prima di salire sul palco? «Sì, ogni performance è un atto di coraggio e una conferma che il teatro è un potente strumento di trasformazione».

Ragazzi, cosa vi ha spinto a fare teatro? «Il teatro – ha detto Sara – ci ha offerto un’opportunità unica di esprimere noi stessi, di affrontare le nostre paure ed emozioni in modo creativo». Mentre per Alessio «E’ una via di libertà, dove possiamo essere noi stessi senza giudizio». Secondo Valeria «Ci ha permesso di sentirci più forti e più compresi» e per Fabio «Siamo più forti di una bomba atomica».

 

Ecco gli alunni della 3 G che hanno partecipato alla realizzazione di questa pagina: Andrea Anamali, Alessia Bardini, Lorenzo Bartolini, Gaia Bonacchi, Doralice Borgognoni, Mattia Casati, Sara Cecchi, Martina Citarrella, Carolina Colzi, Marco D’Amore, Silvia Fabbri, Gregorio Filippi, Michela Franchina, Noemi Ftoni, Zoe Gulino, Massimo Magnani, Anna Magnini, Tommaso Mangoni, Giovanni Melas, Alessio Nardiello, Matteo Panichi, Kevin Pukri, Alena Rocco, Siria Torracchi, Isabel Vannini, Caterina Vettori Insegnanti: Alice Allori e Michela Nicastro Dirigente scolastico: Angela Desideri.

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