Ascolta il richiamo dei cetacei Preserviamo il Santuario Pelagos
Lo speciale sito per i mammiferi marini è stato istituito nel 1991 come area marina protetta

L’inquinamento dovuto alla plastica rappresenta il più grande pericolo per i mari e gli oceani a livello globale. Con le plastiche si formano accumuli che raggiungono dimensioni enormi, il più grande misura 700.000 Km quadrati. La prima isola di plastica è stata scoperta nel 1997 vicino alle coste della California dall’oceanografo Charles Moore. Le isole di plastica raggiungono dimensioni enormi. Anche il Mediterraneo, purtroppo, ha un’isola di plastica, la maggiore concentrazione si trova tra l’Isola d’Elba e la Corsica, in profondità, sui fondali. Particolare è la sua formazione dovuta ad accumuli di bottiglie, sacchetti, cannucce, contenitori monouso, polistirolo, oggetti per la pesca abbandonati.
La discarica in aperto mare è alimentata dai fiumi Arno, Tevere e Sarno che attraverso le loro foci gettano in mare rifiuti, raccolti nel loro tragitto entroterra. Poniamo l’attenzione che proprio nell’Arcipelago Toscano, si trova l’area marina protetta conosciuta come “Il Santuario dei Cetacei”. Qui vi è una grande presenza di questi mammiferi marini grazie alla presenza del loro cibo. Vi si trovano ben dodici specie: balenottera comune, capodoglio, delfino comune, tursiope, stenella striata, il globicefalo, il grampo, lo zifio, tra i più rari la balenottera minore. Il Santuario per i mammiferi marini è stato istituito nel 1991 come area marina protetta per interesse internazionale tra Italia, Francia, Principato di Monaco e si trova nel mar Ligure definito da una linea che congiunge a Ovest la foce del fiume Rodano (Francia, Provenza) e Capo Falcone (Sardegna); ad Est una linea che unisce Capo Ferro (Nord-Est Sardegna) e Fosso Chiarone (confine tra Toscana e Lazio).
Interessa 124 comuni Francesi,111 comuni Italiani e uno del Principato di Monaco. Il paese di San Vincenzo è stato il primo in Italia a firmare la Carta di Partenariato del Santuario Pelagos in data 22 aprile 2012. Sono diverse le iniziative promosse per la tutela dell’area, per ridurre l’impatto ambientale sul mare e i suoi abitanti, ma cosa può fare ognuno di noi? Se l’acqua dei fiumi va al mare possiamo osservare alcune regole per non inquinare: evitare di sprecare l’acqua, evitare di comprare prodotti usa e getta, con involucri plastificati; non gettare rifiuti nel WC e nei tombini e a terra; non abbandonare rifiuti (anche e soprattutto piccoli o piccolissimi) sulla spiaggia, acquistare Prodotti con contenitori di materiale riciclabile e/o biodegradabile.
Il drago blu marino (glaucus atlanticus) è un animale interessante. Ha colorazione blu e bianca nella zona del ventre, sul dorso è argentata, rivolta verso il fondo per mimetizzarsi e riuscire a evitare i predatori, dorme galleggiando a testa in giù, lasciandosi trasportare dal vento e dalle correnti. Si nutre di animali marini più grandi di lui come le meduse. È molto velenoso nonostante sembri innocuo: assorbe il veleno delle sue prede e lo usa per difendersi. Si nutre di meduse che a loro volta si nutrono anche di planc-ton. Dobbiamo sapere che i materiali non biodegradabili come la plastica e rottami marini anziché biodegradarsi, si disintegrano in pezzi sempre più piccoli fino a dimensioni molto ridotte.
Queste particelle plastiche hanno un comportamento idrostatico simile a quello del plancton e ciò ne induce l’ingestione da parte degli animali che se ne nutrono; ciò causa l’introduzione di plastica nella alimentazione degli animali marini diventando pericolosa anche per l’uomo. Per colpa dell’inquinamento dovuto alla plastica che trascinata nel mare dalle correnti crea accumuli dove si impigliano le meduse e quindi i draghi blu vengono attirati in questa sorta di isola rischiando l’estinzione perché il suo cibo è inquinato. Il drago blu di solito vive negli oceani nella zona sub tropicale e tropicale, il suo habitat naturale è nell’Oceano Atlantico, ma è anche stato rilevato nell’Oceano Pacifico, nel mar dei Caraibi e negli ultimi anni è stato avvistato anche nel Mediterraneo. La sua presenza può diventare un importante indicatore della salute del mare.
Questa pagina del Campionato di Giornalismo, edita da La Nazione di Livorno, è stata realizzata dagli alunni della classe I C dell’istituto Mascagni di San Vincenzo.
Complimenti a tutti i ragazzi che si sono resi protagonisti di questo ottimo lavoro.
I nomi degli alunni sono: Altrui Adele , Birouch Marwa, Bourabaa Hajar, Budel Ania, Ceccarelli Zoe, Hoxha Maurisjo, Ndiaye Baye Madicke.
Docente tutor: prof.ssa Alessandra Nassi Coordinamento grafico: prof.ssa Chiara Francesconi Dirigente scolastico: prof.ssa Claudia Giannetti