ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Piero della Francesca di Arezzo (AR) - 4A

Lettera a un bambino ucraino «Non mollare, siamo tutti con te»

L’orrore della guerra e l’urgenza della pace: appello ai potenti, un abbraccio a chi soffre

Caro bambino Ucraino, io non ti conosco, ma è come se ti avessi già visto, perché ti sento vicino al mio cuore. Io non posso nemmeno immaginare cosa tu possa passare in questi momenti difficili, ma spesso ti penso.

Ti penso la sera, quando cala la luce e tu impaurito, rannicchiato in un angolo, aspetti che risplenda nuovamente il sole con la speranza che il nuovo giorno ti porti una bella notizia, la fine della guerra. Ti penso quando vado a scuola, seduto sul mio banco, mentre tu dove sei? Mio nonno mi ha raccontato che, anche lui, quando era piccolo, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando suonavano le sirene, correva nel rifugio sotto terra, chiudeva gli occhi, aspettando che la bomba cadesse e per non sentire il boato, faceva pensieri bellissimi, immaginando posti incantati, ma il tonfo sordo della bomba lo faceva tornare alla realtà e di colpo era di nuovo triste e spaventato.

Alla televisione, ogni giorno, vedo paesi distrutti, morti e soldati con le armi in mano ed io vorrei aiutarti, ma non so come fare. Potrei accoglierti nella mia casa, offrirti un piatto caldo, un letto morbido e giocare insieme oppure scrivere ai potenti della Terra e chiedere di far pace oppure venire a trovarti e darti tanto affetto.

Spesso mi domando: «A cosa ser-ve la guerra? Perché i grandi non riescono a vivere in serenità, in pace, mentre noi bambini riusciamo a convivere e stare bene insieme?». Sai, in classe mia, nonostante proveniamo da 11 paesi diversi, andiamo d’accordo, ci aiutiamo nel momento del bisogno e, quando ci capita di discutere, ci confrontiamo, parliamo, anche animatamente, ma poi tutto torna come prima, torna il sorriso sulle nostre labbra e sui nostri cuori.

Non riesco a comprendere perché questo sia difficile per i grandi, per i potenti, per tutti quelli che ci dicono che la pace è bella, ma che, in realtà, non riescono a mantenerla. Mah… che strano! Ieri ho letto un libro di Geronimo Stilton in cui c’era scritto che la pace è sincerità, amicizia, dialogo, inclusione, altruismo, regole, onestà ed impegno, cioè tutte quelle cose che si devono condividere con gli altri per poter vivere insieme in armonia e senza prevaricazioni.

Invece, niente di tutto questo, tu soffri nell’indifferenza degli altri! Ci sono io accanto a te, non aver paura che presto finirà e tu potrai tornare a correre felice e spensierato nei prati verdi e rivedere i tuoi compagni con i quali trascorrere giornate soleggiate.

Non mollare, caro amico, tieni duro, i bambini che hanno visto la guerra, sono l’unica speranza di pace!

 

Un’organizzazione intergovernativa a carattere mondiale per promuovere e mantenere la pace tra le Nazioni è l’Onu. È stata fondata il 26 giugno del 1945, quando i rappresentanti di 50 governi si incontrarono a San Francisco per redigere la Carta delle Nazioni Unite con lo scopo di preservare la pace nel Mondo, proteggere i diritti umani, fornire gli aiuti umanitari e promuovere lo sviluppo sostenibile. Fanno parte dell’Onu 193 Stati; la sede principale si trova a New York, mentre gli altri uffici sono a Ginevra, Nairobi e Vienna. La bandiera delle Nazioni Unite è costituita dall’emblema ufficiale dell’organizzazione con lo sfondo blu che si contrappone al rosso della guerra e il disegno bianco che rappresenta i Paesi del Mondo, racchiusi in due ramoscelli di olivo, simbolo di pace. Nel settembre 2015, è stata redatta l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile in cui sono riportati 17 obiettivi come la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame, il contrasto al cambiamento climatico, la promozione di società pacifiche ed inclusive (obiettivo 16) che tutti i Paesi si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. Nel corso degli anni, molti attivisti si sono battuti per la pace e si sono rivolti all’Onu. Tra questi ricordiamo Nelson Mandela, la pakistana Malala Yousafzai, l’iraniana Narges Mohammad o Nikon Kidankyo, confederazione giapponese delle organizzazioni vittime delle Bombe atomiche ed a Idrogeno, vincitrice del Premio Nobel per la pace 2024.

 

Alami Binami Mariam Bilal Zumar, Chowdhury Nadira,De Biase Aurora Ermini Niccolò Giannucci Agata Gori Alessandro Husnain Ayma, Iancu Estera, Krasnikji Emil La Barbera Lorenzo Mahmood Husnain Mangani Rebecca Miah Md Rayyan Rahim Abdul, Ritrovato Monica, Sardara Edoardo Serafino Caterina Sheikh Rim, Soray Nicol Sulejmanovski Emir Sultana Nasrin Waseen Muhammad Hassan Tutor: Beatrice Pescucci Teresa Cavallaro, Valentina Giaccherini Rossella Esposito

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