Universalmente musica Il richiamo che ci unisce
Adulti, bambini, Nord, Sud: barriere che spariscono tra le note. Danze, parole e suoni sono da sempre un veicolo di comunicazione potentissimo e in tutte le epoche oltre che culture
La musica è un’arte fondata sul valore e la funzionalità dei suoni, è uno degli elementi più importanti nella vita dei giovani, ed è capace di suscitare emozioni nel loro cuore. Come disciplina ci aiuta a distinguere i suoni e le loro caratteristiche ma è altrove che si trova la sua caratteristica più affascinante.
Infatti, ogni melodia ha un proprio linguaggio universale. Nonostante esistano barriere linguistiche, etniche e culturali, a chiunque può arrivare il messaggio trasmesso dalla canzone. In base al brano che si ascolta, si possono percepire tante emozioni che arrivano dritte al cuore di ogni individuo come la tristezza, la felicità e la malinconia.
La musica è considerata universale perché riesce a trascendere barriere culturali, linguistiche e temporali, comunicando emozioni e significati in un modo che tutte le persone possono percepire. Gli elementi fondamentali della musica – ritmo, armonia e melodia – sono radicati nella percezione umana del suono. Questa è spesso accompagnata dal movimento come danze, gesti e canti ed è legata al corpo umano perché rafforza il suo potere di connessione. Oltre a ciò la musica fornisce diversi benefici. Quello educativo, quando un brano ci fa imparare qualcosa e quello ricreativo, perché stimola l’immaginazione. Può avere anche un potere energizzante, aiutando chi l’ascolta a riacquistare forza ed energia. La musica influisce sull’uomo anche in ambito medico. La musicoterapia è una disciplina terapeutica che utilizza la musica come strumento principale per raggiungere gli obiettivi psicologici e promuovere il benessere.
Ogni cultura ha sviluppato la propria tradizione musicale, mostrando che il desiderio di creare musica è un tratto universale dell’umanità. Anche se gli stili variano, la funzione della musica come mezzo di espressione e comunicazione è costante; ciò significa che la musica è presente in tutte le culture. Inoltre, ci insegna la cosa più importante: ascoltare e ascoltarsi.
Questo può stimolare l’immaginazione anche tra persone che non parlano la stessa lingua. Ha funzione sociale e rituale, è stata sempre usata per unire le persone, rafforzare le abilità e raccontare storie collettive. Tuttavia, è interessante notare che alcune sfumature culturali o stilistiche nella musica possono essere interpretate diversamente a seconda del contesto culturale di chi ascolta, ma ciò non diminuisce la capacità straordinaria della musica di connettere le persone a livello globale. È una forma di comunicazione che serve a celebrare, socializzare, esprimere sentimenti e diversamente da quanto accade con le parole, la musica non ha bisogno di una traduzione per essere compresa. Anche senza capire il testo di una canzone, una melodia o un ritmo può essere apprezzato da chiunque.
Anna Magnolfi, come musicoterapeuta dedica gran parte del suo tempo al lavoro con persone con disabilità.
Può descrivere le qualifiche come musicoterapeuta? «La formazione come musicoterapeuta dura un triennio. Ci sono però anche percorsi quadriennali in cui si deve fare psicologia delle diverse fasi dello sviluppo.
In fase di formazione è necessario parlare anche delle possibili patologie o disabilità, perché si va a lavorare a vari livelli di difficoltà. Ogni persona può avere delle difficoltà e con la musica può essere aiutata, perché ha la funzione di fare interagire e di far porre l’attenzione su quello che gli succede».
Quali sono i suoi benefici? «Ascoltare una musica ci può fare piangere, sorridere, ballare, ci può far stare fermi.
Se si ascolta una musica, si modifica il battito cardiaco, la respirazione, i parametri principali della persona. Se una persona parla velocemente, a chi ascolta viene agitazione».
Come la musicoterapia ha aiutato i suoi pazienti? «Ad esempio avevo in terapia un ragazzo down che suonava il tamburo in modo molto scoordinato. I ragazzi che facevano lezione nella stanza accanto lamentavano il frastuono, ma nell’arco degli anni è migliorato molto, ha imparato i movimenti fini e adesso addirittura suona il pianoforte».
La pagina è stata realizzata dagli alunni-cronisti della classe 2A della scuola media San Niccolò.
Ecco gli studenti redattori: Albini Lavinia, Bombardieri Vittoria, Bonucci Leonardo, Brachi Filippo, Brunelli Giovanni, Cammilli Caterina, Chen Cristina, Chiaramonti Clementina, Croci Davide, D’Alessandro Davide, Dai Jessica, Giordano Emily, Gobbini Michele, Lin Gemma, Marini Alessandro, Menchi Martelli Emanuele, Pieraccioni Nicola, Pinzauti Alessandro, Rapone Viola, Sanesi Chiara, Scalambrino Dario, Wang Alessandro, Ye Oscar, Yu Riccardo.
Le interviste e i pezzi sono stati scritti dagli studenti-redattori con la supervisione della professoressa Nadia Barducci e della dirigente scolastica Mariella Carlotti