ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Polidori di Montone (PG) - 1M, 2M, 3M

Indagine sulla frana di Montone Ecco le cause del cedimento

Inviati speciali: siamo andati a vedere gli eventi franosi innescasti dalle piogge del 4 ottobre 2024

Avete mai pensato a una frana o ad un problema che si crea a causa di eventi atmosferici estremi? Ad essere sinceri, noi no! Almeno fino ad ora. Infatti noi ragazzi della scuola secondaria di Primo di Montone siamo andati a vedere gli eventi franosi innescasti dalle piogge del 4 ottobre 2024 e per constatare dal vivo cosa fosse successo davvero. Abbiamo scoperto molte cose che prima davamo per scontate o a cui non facevamo caso. La frana viene attivata a causa dalla gravità, perché avviene in pendenza e perché c’è un’enorme quantità di acqua che si concentra in pochi punti ravvicinati. L’acqua non riesce a defluire, per la mancanza di regimentazione e così avviene la frana. Questa è formata da una cresta, la parte più alta, e dal piede nella parte più bassa. Ne abbiamo viste due: la prima era avvenuta per smottamento o scivolamento, ed era visibile una parte di terreno che si era spostata ed era finita sulla strada. La seconda era avvenuta per crollo.

L’acqua si era accumulata nella parte superficiale senza riuscire a defluire. Perciò c’è stata una grande colata di fango. Anche per questo motivo nella seconda frana non si riusciva a distinguere bene la cresta, diversamente che nella prima. Tali fenomeni hanno portato alla interruzione del tratto viario. Per riaprirla bisognerà pulirla e ripristinarla. Un’altra cosa da ripristinare sarà il fosso (il canale di scolo dell’acqua); è questa una delle strategie che si utilizzano per prevenire i fenomeni gravitativi.

Ciò aiuta a regimentare le acque, cioè a riportarle nelle loro vie naturali. Infatti uno dei problemi più importanti è quello dei fossi sporchi.

Altra strategia è quella dell’utilizzo dei “muri a secco”, massi incastrati nel terreno, senza cemento, che aiutano a tenerlo saldo, utilizzati perché assomigliano alla morfologia intorno.

Un altro modo per evitare tali dissesti è quello delle “terre armate”; molto utilizzate perché si notano poco. Queste sono formate da una rete di ferro che sostiene il terreno e sono fatte a strati di un metro circa, protetti con della juta.

Quest’ultima è un tessuto usato per non far cadere dei pezzi di terra sulla strada e viene sistemata in modo da farci crescere l’erba (così che si possa notare di meno).

Non tutto però dipende dalla natura o da cause esterne in questi eventi. Anche noi possiamo fare qualcosa: per esempio aiutare a regimentare le acque, farle defluire nelle loro vie naturali, senza bloccarne il passaggio e soprattutto pulire i fossi sporchi, che hanno causato tanti problemi recentemente in altre parti d’Italia!

 

Le grandi piogge e alluvioni di ottobre 2024 hanno prodotto nel versante che va da Montone a Corlo delle grosse frane. Per saperne di più abbiamo intervistato il geologo Armando Grazi.

Cosa è successo nella strada che collega Montone a Corlo? «Le caratteristiche ambientali e morfologiche dei colli umbri hanno questa particolarità: quando succedono eventi importanti (con la caduta di molti millilitri di pioggia in poco tempo) si possono innescare fenomeni franosi come questo. Prima si trattava di eventi speciali e ora sembrano rientrare nell’ordinarietà con l’innesco di eventi gravitativi che creano tali dissesti».

Tutto ciò può essere collegato al “global warming”? «La zona in questione per la formazione morfologica è toccata spessissimo da queste frane visto che c’è la pendenza e ci sono delle coltri detritiche superficiali che imbibendosi d’acqua possono scivolare. Il global warming ha influito e lo dimostra il fatto che questi eventi sono di-ventati ordinari. Poi oggi abbiamo una concentrazione di precipitazioni molto più alta in tempi minimi che fa diventare questi eventi molto più frequenti».

Il recupero e la sistemazione di questa frana cosa comporterà? «Regimentare bene le acque e poi ripristinare la morfologia naturale; in più qui a Montone dove è avvenuta la frana c’era una strada, bisognerà rimetterla in asse, sterrare i terreni e dare sfogo alle acque affinché possano scorrere verso valle».

 

La redazione. 1M: Naim, Giovanni, Munay, Fatima Zahra, Michelangelo, Ilenia, Melania. 2M: Mohamed Rayen, Livio, Thomas, Tommaso, Chiara, Enea, Devis, Maria, Gilda Giuseppina, Viola, Eridjola, Sara, Alessandro, Edoardo. 3M: Riccardo, Bianca, Ilenia, Niccolò, Damiano, Stella, Emma, Matteo, Ascanio, Manuele, Antonio, Cristian, Agata, Nicolò, Melita Domitilla, Julius, Linda, Valentino, Giulio, Roberto Jose, Youssef, Aurora. Scuola secondaria di primo grado “Giuseppe Polidori” di Montone. I ragazzi sono stati accompagnati e coordinati dai docenti tutor: Fabrizio Ciocchetti, Sara Borsi e Annalisa Pierini.

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