ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola in Ospedale Coniglietti Bianchi di Perugia (PG) - Redazione

La scuola in ospedale Si riaccende la voglia di vivere

Il filo rosso che riconnette trame esistenziali lacerate dalla malattia. «Il nostro rifugio»

Ho imparato cosa significa silenzio in un reparto di ospedale. Un silenzio forte, che avvolge tutto, interrotto solo dal suono della macchina a cui sei attaccato. Un silenzio che vuol dire solitudine, che isola dal mondo e dal tempo. Accendevo la tv per provare ad interromperlo, ma in sottofondo diventava ancora più potente e allora non rimaneva che abbandonarsi sul letto e aspettare. Per inclinazione personale sono sempre stata più insofferente all’immobilità, alla stasi, che alla confusione e forse è per questo che quei pomeriggi così silenziosi erano più fastidiosi di qualsiasi rumore. Allora cercavo in ogni modo di fuggire da quella stanza, cantando e disegnando la mente si allontanava e il peso che sentivo addosso diventava meno gravoso. Ma più di tutto a farmi scordare dov’ero, ad allontanarmi dalla percezione del mio corpo stanco, erano quelle chiacchiere scambiate nella mia stanza o nella scuola del reparto. Attraverso le parole quel muro tra me e il mondo che intanto io vedevo andare avanti come se fossi stata lasciata indietro, si rompeva.

Ero anch’io con gli altri e tra gli altri e anch’io stavo vivendo nonostante i dolori e le sofferenze. Ricordo le mattine passate a discorrere con la maestra di Socrate e Platone, sentivo riaccendersi in me una luce, una voglia di vivere. Oggi, a distanza di due anni, mi ritengo profondamente grata a tutte quelle persone che hanno aiutato a curare non solo il mio corpo ma anche la mia anima. La guarigione è data dalla sincronia di entrambi gli aspetti. Sarebbe ingenuo ritenersi in salute preoccupandosi solo del corpo. La scuola del reparto è stata per me un rifugio della mente, in cui ritrovare e riconoscere me, prima e oltre la malattia. Quei discorsi che spaziavano tra arte, filosofia e semplici osservazioni, talvolta ragionati a fatica per il peso che sentivo, accendevano la mia voglia di conoscere. La malattia stravolge e trasforma. Vedere il proprio corpo cambiare al punto di far fatica a riconoscersi allo specchio è un dolore complesso da esprimere a parole. Riconoscersi è indispensabile per evitare lo sconforto di sentirsi annullati da un male troppo grande. Il mio invito è di non trascurare mai ciò che sentiamo in virtù di impegni e pensieri che occupano la quotidianità.

Tutto in noi parla, bisogna imparare ad ascoltarsi, a reagire quando il nostro corpo ci chiede aiuto, a perdonarsi quando la mente sbaglia. Ogni attimo è vita e va vissuto così come ci è stato donato, nella gratitudine di poterlo fare.

 

Il cielo è coperto da una pioggia di meteoriti, le pareti delle camere sono bianchi specchi lunari che riflettono la stanchezza e il dolore di essere reclusi qui! Il silenzio è rotto dalla cadenza delle gocce nei tubi delle flebo, i pensieri vagano, mentre si profila un’altra giornata in questa galassia parallela, dentro l’asteroide ROP11 (Reparto di Oncoematologia Pediatrica). Siamo i pazient-alienS, i “Conigliettibianchi”, alunni dell’Hospe-Vita, incapsulati temporaneamente dentro una bolla spazio-temporale. Quest’anno siamo circa 25 a lottare contro la temibilis leucemius, che per essere sconfitta necessita di ogni arma e strategia possibile! Nell’asteroide le capsule-alloggio sono 9, suite dotate di ogni confort: computer, wifi, poltrona-letto per l’assistenza dei parentS, luminoso affaccio sullo spazio circostante, bagno privato. Prima colazione in camera, ricca e gustosa; personale solare, paziente, educato e gentile. Spazi accoglienti e sterilizzati, ma colorati e a misura di piccoli alienS, che hanno bisogno di ritrovare la loro dimensione di bambini e alunni, non solo di pazientS! Non ci si spiega come si finisce in questo buco nero; qualcuno di noi è stato prelevato a scuola, qualcuno da altre navicelle spaziali, molti vengono da fuori orbita o da altri pianeti, ma questa è una galassia di eccellenza! Ti ritrovi con un equipaggio stellare, ognuno ha il suo compito, per curarti, sostenerti, garantire che il contatto con la Terra continui ad alimentare la fiducia e la speranza del rientro alla base.

La pagina è stata realizzata dagli alunni della pluriclasse della scuola dei “Coniglietti Bianchi”, Istituto comprensivo Perugia5. Il dirigente scolastico è il professor Fabio Gallina. Il plesso scolastico è all’interno del Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale “S. Maria della Misericordia” di Perugia. Hanno partecipato: Ionut, Emily, Nuran, Giorgia, Sofia, Mattia, Antonio, Alessia, Giuseppe, Enedio, Rebecca, Davide, Dion, Adrian. Ha seguito gli alunni la coordinatrice Melania Scarabottini con le docenti D’Andrea Katia e Raffaela Massucci. Un sentito ringraziamento a tutto il personale sanitario del Reparto e all’equipe multidisciplinare.

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