Affermazione di sé, arte, spreco La moda e i suoi mille volti
Specchio della società: ha vissuto i cambiamenti con le epoche. L’abbigliamento è anche un modo per esprimersi. Ci sono lati negativi come l’inquinamento delle produzioni massive
In una società che cambia velocemente nel modo di pensare, di comportarsi e di vestire, tanto da essere definita fluida, la moda è sicuramente uno specchio di questa trasformazione. Che la moda cambi ed evolva al ritmo del mutare della società lo si capisce da molti aspetti. Da una parte la moda dà la possibilità alle persone di vestirsi come vogliono e non più in base al loro genere o alla loro classe sociale. Lo si può notare alle sfilate di moda; gli uomini e le donne indossano vestiti anche del genere opposto. Questo atteggiamento potrebbe influenzare positivamente e dare coraggio a quelle persone che fino ad ora potevano avere timore di essere giudicati in base al loro modo di vestire.
Dall’altra parte non tutti accettano questo nuovo stile, e soprattutto a scuola, i ragazzi ne possono approfittare per mettere in atto forme di bullismo. In altri casi, può capitare che i ragazzi vengano presi in giro perché le loro famiglie non possono permettersi indumenti alla moda o di un certo costo. Il tema del bullismo, espresso anche attraverso l’abbigliamento, è stato trattato in vari film, tra cui recentemente «Il ragazzo dai pantaloni rosa». Cinquant’anni fa queste problematiche sul tema della moda e del bullismo probabilmente non esistevano, o esistevano solo in parte. Dall’altra parte, però, cinquant’anni fa la moda cambiava più lentamente e si era portati a comprare vestiti che duravano nel tempo. Al giorno d’oggi, invece, la moda va incontro ad innovazioni più veloci: alcuni vestiti vengono fabbricati per essere utilizzati poche volte e le tendenze nell’abbigliamento sono soggette a modifiche continue. Di conseguenza le persone sono portate a comprare gli indumenti più frequentemente, talvolta liberandosi, per mezzo di siti appositi o tramite cooperative di oggetti usati o vecchi vestiti.
Questo impatta negativamente sull’ambiente perché si creano più rifiuti e scarti. Inoltre a peggiorare la situazione contribuiscono i gas nocivi inquinanti che fuoriescono dalle fabbriche. Nonostante ciò, alcune marche di vestiti alla moda rispetto a settant’anni fa hanno un costo notevolmente inferiore e quindi danno la possibilità anche a persone meno ricche di comprarsi vestiti alla moda anche se non di lusso. Purtroppo anche il mondo dello spettacolo può essere luogo di ulteriore spreco: basta pensare quanti vestiti rimangono inutilizzati dopo uno show o uno spettacolo. La moda è un settore centrale del mondo dello spettacolo: gli artisti vengono vestiti dalle aziende di moda, in base al personaggio che vogliono rappresentare.
E quindi viene naturale chiedersi: è la moda che influenza la società, o è la società ad influenzare la moda? E’ una domanda senza risposta. Noi possiamo nel nostro piccolo rendere la società migliore e anche la moda ne trarrà vantaggio.
Durante le ricerche per scrivere i nostri articoli sulla moda e lo spettacolo, abbiamo deciso di intervistare Aurora Damanti, una costumista di teatro di fama nazionale.
Damanti cosa l’ha spinta a diventare stilista? C’è stato un momento nella sua vita in cui ha capito che la moda sarebbe stata la sua strada? «Si ho capito da molto giovane, quando ho scelto le scuole superiori, che volevo fare una scuola artistica legata alla moda, perché era una mia grande passione. Negli ultimi anni, però, ho realizzato che mi sarebbe piaciuto lavorare nello spettacolo più che nella moda, perché alcuni meccanismi del settore moda sono soprattutto legati al consumo e non rispecchiavano pienamente il mio modo di essere. Infatti crescendo mi sono avvicinata sempre più all’aspetto artistico».
Come sceglie i colori per adattarli alle luci del palcoscenico e ai movimenti degli artisti? «I colori li scelgo partendo dalla scenografia, fondamentale per creare l’armonia visiva. In fase di progettazione definisco i colori dei costumi e li combino tra i personaggi. Mi confronto anche con lo scenografo e con chi si occupa delle luci, perché l’illuminazione, che sia fredda o calda, influisce molto. Ad esempio, in scene buie evito il nero, preferendo colori più visibili».
La pagina è stata realizzata dagli studenti cronisti della classe 2C del Conservatorio San Niccolò. Ecco i protagonisti: Berti Filippo, Biancalani Vittoria, Branchetti Vittoria Buffini Ginevra Campione Lorenzo Chen Kylie Cheng Cindy Cheng Jenet Chi Erick Curraj Irene D’Avossa Edoardo Fenzi Camilla Huang Jason Huang Scott Lelli Sofia Lucchese Chloe’ Palloni Ettore Paolieri Brando Pastore Giorgia Pattarozzi Ginevra Pozzessere Giovanni Querci Tommaso Scuccimarra Teresa Tempestini Filippo Wang Richard Zanchi Gregorio Zheng Yaxi I lavori sono stati coordinati dalla professoressa Nadia Barducci e dalla dirigente Mariella Carlotti.