ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Micali di Livorno (LI) - 3A

L’urlo delle guerre inascoltate Afghanistan e Yemen, solo odio

Muoiono tantissime persone in queste tragedie spesso ignorate dalla comunità internazionale

Nel panorama globale, mentre alcuni conflitti ricevono ampia copertura mediatica, altri restano nell’ombra, nonostante abbiano conseguenze altrettanto devastanti.

Afghanistan, Haiti, Mali, Nagorno Karabakh, Sudan del Sud e Yemen: questi sono solo alcuni dei luoghi martoriati dalle cosiddette “guerre dimenticate” che noi definiamo ’guerre inascoltate’. Tuttavia, ignorare queste tragedie compromette la nostra stessa umanità.

Dopo un vivace dibattito in classe sulle conseguenze della guerra, abbiamo sentito la necessità di seguire una strada pacifista e attiva.

Ci siamo posti una domanda cruciale: perché è importante parlare della guerra? Per noi, parlare di guerra significa parlare di pace. Le guerre inascoltate sono tragedie, spesso ignorate dalla comunità internazionale, dove i conflitti persistono nel causare sofferenze umane senza catturare l’attenzione del mondo.

Questi scontri coinvolgono frequentemente comunità isolate o Paesi meno sviluppati, dove risorse e interesse per risolvere i problemi sono limitati. Nonostante l’indifferenza della politica globale, queste guerre continuano a devastare vite umane, distruggere comunità e ostacolarne lo sviluppo. Affrontarle richiede un impegno internazionale rinnovato per la pace e la giustizia, insieme a una maggiore consapevolezza e solidarietà verso coloro che soffrono in questi conflitti.

Secondo l’Uppsala Conflict Data Program (UCDP), il 2022 è stato l’anno più letale dal genocidio del Ruanda nel 1994. Sorprendentemente, la guerra in Ucraina non è stata la più sanguinosa del 2022; infatti, più persone hanno perso la vita nella guerra del Tigray, nel nord dell’Etiopia. L’UCDP ha classificato 8 guerre e 82 conflitti tra il 2022 e il 2023, portando a un totale di 62,5 milioni di rifugiati, in crescita costante dai 40 milioni del 2017.

L’Indice di Pace Globale di un Paese valuta la qualità della vita in base a indicatori quali la presenza di conflitti interni, le spese militari in proporzione al PIL, la facilità di accesso alle armi e il numero di detenuti ogni 100 persone. Integrando le informazioni tratte dall’ultimo rapporto del Consiglio Norvegese per i Rifugiati, abbiamo esaminato più approfonditamente sei delle dieci crisi di sfollamento più trascurate al mondo, che interessano diversi continenti del sud globale.

In conclusione, la pace non è solo l’assenza di guerra, ma anche il frutto di sforzi collettivi e solidali per affrontare le tragedie nascoste e ignorate. Parlando della guerra, accendiamo una luce sui conflitti inascoltati e promuoviamo la compassione e la giustizia a livello globale.

 

Tra le tante guerre inascoltate abbiamo preso in considerazione la situazione a Haiti e Mali, che si trovano rispettivamente nella parte occidentale dei Caraibi e nell’entroterra occidentale africano. Gli Stati sono afflitti da una combinazione di instabilità politica e da conflitti interni che richiedono un impegno globale per promuovere la pace e la stabilità. Haiti potrebbe sembrare un paradiso tropicale agli occhi di molti, tuttavia dietro la facciata idilliaca delle acque cristalline si nasconde una realtà di turbolenze politiche e sociali.

Questo Paese è stato governato dal 1964 al ’86, dalla dittatura di “Baby Doc” Duvalier. La morte del presidente Moise, nel luglio 2021, ha scatenato una crisi politica senza precedenti lasciando le città in preda al caos e sotto il controllo di bande armate. Il Mali, invece, è stato travolto da una serie di eventi destabilizzanti: nel maggio 2021, l’esercito maliano, guidato dal vicepresidente Assimi Goita, catturò il presidente Bah N’daw e il primo ministro portando il Paese in una situazione instabile e pericolosa. E non è tutto poiché prima ancora un altro colpo di stato nell’agosto 2020 fece sfollare 2,5 milioni di persone. In risposta la Comunità degli Stati dell’Africa Occidentale aveva imposto una serie di sanzioni cheverrannoeliminatenel2022. Abbiamo ricavato queste informazioni leggendo la relazione su “I conflitti armati dimenticati” di Marco Zupi del 24 luglio 2023.

 

Ecco gli studenti che hanno elaborato la pagina.

Agasi Chiara, Anguillesi Livia, Arena Lorenzo, Balloni Leonardo, Bedini Michele, Bernini Anita, Catone Mannari Daniela Camila, Ciampi Andrea, Di Lupo Marina, Galvano Giorgio, Malacarne Diego, Marashi Melissa, Pagliai Andrea, Parrales Villamar Kenya Velentina, Pelosini Matteo, Rovelli Edoardo, Sardina Lorenzo, Satriano Pietro Spasiano Diana.

Insegnanti: Giorgia Bacci, Rossella Esposito Dirigente Rita Moretti

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