«Mio nonno deportato nei lager» Storia di un soldato che rifiutò Salò
Ugo Patessio disse no ai repubblichini e fu imprigionato in Austria. Il nipote racconta il dramma
«Il suo desiderio è stato sempre quello di raccontare il dramma vissuto insieme a tanti deportati per far sì che le persone e le vittime non vengano mai dimenticate».
Nei giorni vicini alla Festa della Liberazione Federico Carciaghi, un giovane professore molto apprezzato e stimato nel nostro istituto, ci ha fatto scoprire chi era il nonno materno, Ugo Patessio, un militare che dopo l’8 settembre 1943 rifiutò di unirsi alla Repubblica di Salò e fu imprigionato in Austria, nei lager di Wolfsberg e Rottenmann.
«Era nato ad Aviano in Friuli nel 1920 – continua il nipote insegnante – in un paesino di poco più di 5 mila abitanti, oggi sede di una base Nato. Raccontarvi cosa ha passato è importante perché la storia si ricorda non solo tramite i libri ma per merito di persone normali come noi, che costruiscono relazioni e legami con gli altri».
Fin da ragazzo Ugo è un punto di riferimento per la comunità e intraprende il percorso di studi per l’insegnamento. Diventare un professore, a quel tempo, era un titolo di prestigio. Studente brillante, si iscrive al corso magistrale (ora sarebbero le scienze umane) per poi lavorare tra i banchi. «La carriera scolastica, però – aggiunge il prof Carciaghi – finisce presto, visto che a vent’anni viene chiamato ad arruolarsi nell’esercito per combattere nella Seconda guerra mondiale». Non gli mancava il coraggio e infatti disse no ai nazifascisti finendo per tre lunghi anni nei campi di sterminio. Deportato dai tedeschi, Patessio si salvò proprio grazie alla conoscenza del tedesco. Un sapere che gli consentì, dopo essere stato utilizzato come interprete, il trasferimento in un campo di lavoro, fino a ritrovare la libertà.
E come suo nonno, il prof Carciaghi ha deciso di studiare le lingue e anche il tedesco per poter poi diventare insegnante di scuola Media. Nel tempo Ugo ha continuato a visitare spesso i luoghi della prigionia ma, soprattutto, è rimasto in contatto con i compagni scampati alla deportazione.
Morì in Toscana nel 2006 e, dopo la sua scomparsa, Carciaghi ha frequentato Aviano, dove l’impegno di Patessio per tenere viva la memoria è ancora riconosciuto.
Lo aveva compreso bene già da piccolo, nel 2001, quando andò a trovare il nonno e la nonna Maria Teresa, incontrata per la prima volta da Ugo in Sicilia dov’era andato per giocare a calcio, la sua passione.
Intervistato da un giornalista, ripercorreva con lucidità storie di sofferenza, dolore ma anche di amicizia e condivisione. In luoghi terribili e disumani.
Riflettendo sulla ricorrenza dell’80esimo anniversario della Liberazione, abbiamo compreso meglio l’importanza di preservare la memoria e il ricordo di coloro che scelsero di lottare per la democrazia, anche a rischio della vita. Come Ezio Raspanti, il partigiano al quale è dedicata la nostra aula di Lettere allestita secondo il progetto «DADA». La sua storia è quella di tanti ragazzi che decisero di combattere per la libertà. Nato nel 1927, Ezio entrò a 16 anni nella banda della «Teppa Volante» che operava nella provincia di Arezzo e per la sua giovane età fu soprannominato «Mascotte».
È stato premiato, dopo la fine del conflitto, con la medaglia d’argento al Valor Militare perché «Valoroso patriota convinto assertore dei principi di libertà e fiero oppositore di qualunque forza di oppressione», come abbiamo letto nelle motivazioni del riconoscimento. Finita la guerra, ha dedicato il resto della vita a raccogliere testimonianze e a conservarle in un archivio storico nella sede dell’Anpi di Foiano, il suo paese. Abbiamo così imparato cosa sia questa Associazione che si occupa di recuperare documenti e sostenere iniziative che permettano di non dimenticare il valore della Resistenza.
Per questo Ezio Raspanti, fino alla sua morte a 88 anni nel 2015, è andato nelle scuole a raccontare ai giovani la sua esperienza, ma soprattutto le motivazioni della sua scelta per lasciare in eredità agli studenti come noi il testimone dell’impegno civile e della democrazia.
Celeste Arduini, Filippo Bao, Mattia Bartoli, Andrea Batistini, Arlen Beqiraj, Edoardo Calvani Cristian Camici Leonardo Falai Riccardo Galli, Niccolò Grazzini, Hardik Lal Christian Mecheri, Fiona Micaj, Thomas Monti Tommaso Mugnai Riccardo Nocentini Christian Piazza Elisabetta Quaranta Gabriele Redditi Agostino Rossi Emanuel Rufolo Garvudhay Singh Naomi Tramontano Lorenzo Verdiani Andrea Zappia. Tutor: Paola Pisano Alessandra Cardarelli Giustino Bonci Francesco Dallai