Crisi climatica: rischi e pericoli A cosa stiamo andando incontro?
Condividiamo l’idea di Greta Thunberg: anche noi siamo preoccupati per il destino della Terra
«A me non importa di risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e del pianeta». Condividiamo in pieno quest’affermazione di Greta Thunberg perché anche noi siamo preoccupati per il destino della Terra. Per quale motivo il suo futuro e quello di tutti gli esseri viventi è a rischio? Una delle cause principali è proprio il cambiamento climatico, che è causato da moltissimi fattori, tra cui l’uso eccessivo di combustibili fossili, come petrolio e carbone.
La loro combustione immette nell’atmosfera ingenti quantità di anidride carbonica e altri gas, contribuendo all’aumento dell’effetto serra e all’innalzamento delle temperature. Queste causano lo scioglimento dei ghiacciai, il quale a sua volta comporta l’innalzamento del livello del mare, la perdita di gran parte della biodiversità marina e il rischio che molte zone costiere vengano inondate. Dal rapporto Copernicus del 2024, uno studio finanziato dalla Commissione Europea per la salvaguardia del pianeta, emerge che le temperature nell’ultimo anno sono aumentate di 1,5°C: il continente che ha registrato il maggior aumento è proprio quello europeo, così come il Mediterraneo è il mare che si è riscaldato di più (1.2°C). Ciò causa eventi atmosferici estremi come trombe d’aria, ondate di caldo improvvise e forti piogge. La deforestazione di vaste aree boschive, come quella Amazzonica, per la coltivazione o per la costruzione di edifici urbani è un altro fattore che aggrava ulteriormente questo fenomeno. Ciò comporta non solo la riduzione della capacità delle piante di assorbire CO2, ma anche la perdita della biodiversità presente.
Un altrettanto importante fattore che determina il cambiamento del clima è l’allevamento intensivo, che causa un grande rilascio di gas metano nell’aria.
Infine la scarsità d’acqua dolce, definita “oro blu’’ per la sua preziosità, impoverisce ulteriormente la produzione alimentare e la sopravvivenza di numerose specie, tra queste anche quella umana.
Ci sembra importante fare chiarezza anche sui termini corretti da usare: la definizione di cambiamento climatico è stata introdotta nel 2002 negli Stati Uniti, ma non spiega appieno quello che sta realmente succedendo. È più corretto distinguere tra «cambiamento climatico» che indica il fenomeno osservabile, «surriscaldamento globale» con cui intendiamo le cause di questo problema, infine «crisi climatica» che si riferisce agli effetti e alle conseguenze su tutto il mondo.
Per conoscere in maniera più approfondita il tema del cambiamento climatico, abbiamo intervistato la dottoressa Grimaldi, glaciologa e referente dell’ultima spedizione invernale alla base italo-francese Concordia in Antartide.
Conferma che la Terra soffre per l’impatto antropico e per il conseguente riscaldamento climatico? «Grazie allo studio delle calotte di ghiaccio presenti in Antartide abbiamo potuto notare che c’è una relazione tra l’impatto antropico e il riscaldamento globale. Il ghiaccio marino antartico mostra una tendenza generale alla diminuzione mentre è stato registrato un aumento delle precipitazioni nel continente. Le carote di ghiaccio antartiche forniscono delle registrazioni di variazioni climatiche passate che dimostrano l’accelerazione del riscaldamento negli ultimi decenni; le misurazioni satellitari confermano la perdita di massa delle calotte glaciali e la diminuzione del ghiaccio marino».
Portate avanti diversi progetti in Antartide, oltre a quelli legati all’ambiente, vedi quelli di biomedicina: di cosa trattano? «I progetti di biomedicina sono condotti dall’ESA (European Space Agency). Studiano il cambiamento fisiologico e psicologico di noi scienziati che trascorriamo un periodo molto lungo in questo continente ghiacciato. All’interno della Concordia è presente una palestra poiché dagli studi è emerso che gli scienziati che trascorrono continente molti mesi in questo continente sono soggetti alla perdita della massa muscolare e della reattività, questa è quindi necessaria per mantenere in forma il loro fisico».
Alunni classe 3A «Mattioli» di Siena: Ayan Ahmed, Agata Argilli, Livia Bajeli, Lorenzo Barabino Zondadari, Matteo Capanni, Viola Cappelletti, Maria Carrera, Miriam Crescenza, Francesco De Santis, Alessandro Difonzo, Francesco Fontana, Pietro Gastaldello, Viola Manganelli, Marta Mariottini, Niccolò Pietro Papini, Matteo Rubbioli, Leonardo Sarti, Piero Turatto, Docenti tutor: Enrica Bardelli, Angela Sgarro Dirigente scolastico: Rosa Laura Ancona