ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Nannini di Vignole (Quarrata) (PT) - 1A, 1C, 3C

La solidarietà che unisce Una scuola per i bimbi in Kenya

Gli studenti della scuola Mario Nannini intervistano le fondatrici dell’associazione Jimba Care

Quest’anno le classi 1 A, 1 C e 3 C del nostro istituto hanno aderito ad un progetto di beneficenza, proposto dalla nostra professoressa di italiano, per aiutare i bambini che vivono nel Kenya. Grazie alle nostre donazioni inviate all’associazione Jimba Care, sono stati comprati tre nuovi banchi da inserire in una delle classi della scuola nel piccolo villaggio di Jimba. È stato molto emozionante ricevere dalle referenti dell’associazione, foto e video del momento in cui sono stati consegnati i banchi ai bambini. Essendo incuriositi dal progetto abbiamo deciso di invitare a scuola le fondatrici Dagmar Wirtz e Germana Giannini per intervistarle.

Come è nata l’idea di creare questa associazione? «L’ idea è nata da un viaggio in Kenya. In quell’occasione abbiamo visitato diversi orfanotrofi e scuole e siamo rimaste colpite dalle condizioni di vita dei bambini. Da quel giorno abbiamo lasciato i nostri cuori in Africa e tornate in Italia abbiamo iniziato la raccolta fondi organizzando mercatini, eventi e progetti».

Perché l’associazione porta il nome Jimba care? Cosa significa? «L’associazione porta il nome del villaggio e significa ’Avere cura di Jimba’».

È stato difficile creare questa associazione? Quali difficoltà avete incontrato? «Sì, è stato difficile. Abbiamo avuto difficoltà nel trovare i fondi da investire nella costruzione della scuola e nei progetti da portare avanti». Come è cambiato il vostro modo di vedere la vita da quando avete fondato questa associazione? «Facciamo più attenzione a non sprecare e diamo più valore a ciò che sembra scontato, ma non lo è».

Come è organizzata la giornata scolastica dei bambini? «I bambini arrivano a scuola verso le otto del mattino, fanno una preghiera e cantano prima di iniziare le lezioni, a metà mattinata fanno una merenda con il porridge. Nel pomeriggio continuano le lezioni e concludono la giornata con un canto».

Come vivono i bambini facendo un paragone con la vita che conducono i bambini in Italia? «Non si può fare un paragone, i nostri bambini italiani hanno tutto, loro non hanno niente, ma sono ugualmente felici e contenti».

Come facevano i bambini a fare lezione nelle capanne quando pioveva? «Quando pioveva non potevano andare a scuola poiché non c’erano le condizioni idonee per svolgere le lezioni».

Quali sono i vostri progetti futuri per aiutarli? «Uno dei nostri progetti futuri è quello di costruire la sesta aula».

In che modo nel nostro piccolo possiamo aiutarli? «Li potete aiutare attraverso le donazioni».

 

Jimba Care è un’associazione benefica, nata per caso dopo diversi viaggi di tre amiche in Africa, durante i quali hanno visitato orfanotrofi e scuole nella zona di Watamu e Malindi. Essendo rimaste colpite dalle condizioni di vita dei bambini è nata l’idea di fondare un’associazione e raccogliere fondi per aiutarli. Finora hanno contribuito a ricostruire una parte del dormitorio dell’orfanotrofio God our father a Watamu, allestito una playroom, hanno comprato una sedia a rotelle speciale per il centro disabili St. Francis a Malindi e hanno dato un contributo per costruire un edificio per la casa bambini Lea Mwana, oltre a portare doni, vestiti e cibo agli abitanti dei villaggi. Il loro progetto attuale è la scuola Wisdom Florence School, nel piccolo villaggio di Jimba situato nell’entroterra di Watamu. La scuola esisteva già, ma era una baracca di bambù in condizioni precarie e inaccessibile nel periodo delle piogge. Ad oggi, con i fondi raccolti, sono stati costruiti un ufficio, bagni nuovi in muratura, un pozzo, pannelli solari per fornire acqua e luce, un piccolo magazzino, cinque aule che accolgono cento bambini e la recinzione intorno al campus per proteggere la scuola. Nella Wisdom Florence School è stato inserito anche un corso serale per donne keniane adulte analfabete dove imparano a leggere, scrivere e fare i conti. L’ obiettivo per il futuro è quello di costruire la sesta aula.

I nomi dei giovani cronisti La pagina è stata realizzata dagli studenti della scuola secondaria di primo grado ’Mario Nannini’ di Vignole.

Classe 1° C: Gabriele Baldi, Ginevra Bonacchi, Elisa Cipollone, Anastasia De Santis, Matteo Fabiano, Flavio Frashni, Lucas Gjondrekaj, Yunxi Hu, Alessandro Izzo, Lorenzo Lazzeri, Ester Marseglia, Ludovica Nigro, Violante Riggi, Franceska Xhulaj, Melisa Xhulaj, Romeo Xu Zeen, Enjoy Zhang.

I docenti tutor sono la professoressa Iolanda Vezio e il professor Basilio Gioitta.

La dirigente scolastica è la dottoressa Erminia Pianelli. 

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