ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado G. Papini di Rignano sull'Arno (FI) - 3A

Una fiorentina tra le stelle! Chi era Margherita Hack

Prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico. Sguardo al passato per capire il presente

Il 15 gennaio 2025 è stato un importante anniversario: 80 anni fa, la fiorentina Margherita Hack si è laureata in astrofisica presso l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri a Firenze. La sua tesi di laurea sulle «Stelle Cefeici» è ancora conservata nella biblioteca INAF (Istituto nazionale astrofica) ad Arcetri e noi abbiamo avuto la possibilità di visionarla e fotografarla, grazie alla gentilezza e alla cortesia della bibliotecaria dell’Osservatorio di Arcetri.

Attraverso la lettura di testi autobiografici e all’ascolto delle numerose interviste della scienziata, abbiamo capito che Margherita Hack è arrivata allo studio della fisica quasi per caso: poiché aveva frequentato il liceo classico «Galileo «a Firenze ed era brava in italiano, si era iscritta inizialmente alla facoltà di Lettere, ma dopo solo un’ora di lezione capì che lo studio della letteratura non faceva per lei. Così decise di cambiare e di iscriversi a Fisica.

Dopo la laurea, per un periodo, ha continuato a lavorare ad Arcetri, ma poi la grande svolta nella sua carriera è avvenuta nel 1964, quando ha vinto il concorso per dirigere l’Osservatorio astronomico di Trieste: è stata la prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il dottor Marco Santarelli, che per dieci anni ha lavorato a contatto con la scienziata ed è stato anche suo amico e coautore di alcuni testi con lei. Dall’intervista è emerso che Margherita Hack aveva una personalità molto forte e un modo di vivere e di vedere le cose molto diverso dagli altri. Era una donna riservata, che distingueva molto bene la vita pubblica da quella privata. Era diretta, ma anche ironica e simpatica, molto attenta ai dettagli, soprattutto nei confronti degli amici.

Oltre la scienziata c’era molto di più nella ragazza nata in via Delle Cento Stelle a Firenze: era una grandissima sportiva, fino a tarda età preferiva muoversi in bicicletta e soprattutto aveva un amore profondo per gli animali, che considerava parte integrante della sua vita. Nell’intervista è emerso il suo legame profondo con Firenze, dove lei tornava a presentare i suoi lavori di divulgatrice scientifica. Abbiamo scoperto la figura di una donna sorprendente: «Aveva un sorriso per tutti» ha detto il dottor Santarelli e la collaborazione con lei è stata straordinaria. Un asteroide, «8558 HACK», porta il suo nome.

 

La parità di genere è un ideale di uguaglianza ancora incompiuto nella nostra società, nonostante i progressi, continuano ad esserci disparità e discriminazioni che ostacolano la realizzazione di questo obiettivo. Gli uomini si sono sempre considerati superiori alle donne, solo poche civiltà realizzavano «l’eccezione» di dare ad entrambi i generi le stesse possibilità, come nell’antica Grecia nella città-Stato di Sparta. La storia è piena di esempi di donne che non hanno avuto la possibilità di scegliere cosa fare o chi essere: erano madri, sorelle o mogli, quindi di proprietà di un uomo.

Anche nella politica le donne sono state escluse a lungo e per questo hanno protestato, come le Suffragette inglesi che riuscirono ad ottenere il diritto di voto nel 1918. In Italia nel 1946 per la prima volta le donne hanno potuto votare, ma la strada per una piena parità è ancora lunga.

Nel mondo del lavoro, la disparità di genere è ancora evidente: le donne sono pagate meno degli uomini, sono la minoranza di chi si iscrive a facoltà scientifiche (Stem) e spesso non occupano posizioni di rilevo. Uno degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 è realizzare la parità di genere, ma anche se la condizione femminile è migliorata rispetto al passato, siamo ancora lontani dalla totale parità e non basteranno altri cinque anni per raggiungere il goal n.5. Un punto di partenza potrebbe essere rimuovere gli stereotipi.

 

La pagina è stata realizzata dagli studenti della classe IIIA della scuola secondaria Giovanni Papini di Rignano.

Di seguito i nomi: Aglietti Matilde, Cazeneuve Adrian Kelly, Chen Mingxuan, Dalla Barba Irene, Focardi Andrea, Misuraca Elisabetta, Nairi Amir, Nocentini Giorgia, Petrucci Sara, Pitossi Duccio, Poggiali Greta, Ricci Alessandro, Savelli Teresa, Xhaferi Ami.

Docente tutor: Tania Tondini. Dirigente scolastico istituto comprensivo Rignano-Incisa: Antonio Restaino.

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