ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC 2 Arnolfo Di Cambio di Colle Val d'Elsa (SI) - 2D

La pace inizia anche da noi No indifferenza, sì gentilezza

Per promuoverla occorre lavorare su sé stessi e sulle proprie emozioni

Oggi, purtroppo, sentiamo tanto parlare di guerra e di violenza. Come possiamo migliorare la nostra società e contribuire alla pace? Non è facile definire la parola pace con un unico termine, perché essa è tante cose ed è collegata ad altri valori come la tolleranza, l’amore, l’uguaglianza, la fratellanza, la libertà, la giustizia… Per promuovere la pace occorre iniziare a migliorare noi stessi, a partire dai piccoli gesti, affrontando i problemi della nostra vita di tutti i giorni.

Un fenomeno molto grave diffuso tra i giovani è il bullismo che consiste in atteggiamenti di prevaricazione e violenza, ripetuti, nei confronti di persone più deboli. Il bullismo può essere di tipo fisico oppure psicologico, quando la vittima viene esclusa oppure offesa. In questi atti il bullo non è l’unico colpevole, anche chi vede e ignora una scena di bullismo è colpevole di non aiutare qualcuno in difficoltà. E’ importante l’aiuto da parte di tutti (l’unione fa la forza!) e soprattutto è importante chiedere aiuto agli adulti quando non sappiamo come intervenire. Il cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene attraverso l’uso delle tecnologie, in particolare sui social. E’ particolarmente grave perché offese e minacce si diffondono rapidamente e continuamente. Per questo è importante usare corretta-mente i social e, anche in questo caso, rivolgerci agli adulti se ci troviamo in difficoltà.

Per contribuire alla pace nella vita quotidiana, dobbiamo essere lucidi nell’affrontare le difficoltà.

Per fare questo è importante conoscere e gestire le emozioni, che hanno degli aspetti positivi, anche quando sono negative. Ad esempio la paura va affrontata e superata, ma è importante provarla, per sfuggire a delle situazioni spiacevoli o anche rischiose. Anche la rabbia ha dei lati positivi, ad esempio serve per combattere le ingiustizie, però va contenuta, altrimenti può diventare pericolosa. Posso-no esserci diversi modi per sfogarsi e controllare le emozioni negative. Possiamo parlare con qualcuno a noi caro che ci sappia ascoltare oppure possiamo scrivere, perché la carta è più paziente degli uomini. Può far bene lo sport, perché permette di scaricarsi attraverso l’attività fisica ma anche di socializzare. Aiuta anche il volontariato, che è una bella cosa sia per le persone bisognose sia per chi lo fa.

Infine possiamo promuovere la gentilezza: anche piccoli gesti come accogliere con un sorriso o prestare qualcosa contribuiscono a migliorare la vita, la nostra e quella degli altri.

 

«Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo». E’ una famosa frase di Gandhi, il padre della ’non violenza’, detto il Mahatma ovvero ’la grande anima’.

Gandhi, leader indiano della lotta per l’indipendenza dall’Inghilterra, nacque in India nel 1869, portò a termine i suoi studi in giurisprudenza a Londra e si trasferì poi in Sudafrica, dove lottò contro le discriminazioni razziali che colpivano anche la minoranza indiana. Successivamente rientrò in India e qui organizzò la lotta per l’indipendenza, seguendo i principi della non violenza. Mise in atto boicottaggi, scioperi della fame, grandi manifestazioni. Riuscì a vedere l’indipendenza del suo paese nel 1947, ma venne ucciso nel 1948 da un fanatico indù. Nel 2007 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la giornata internazionale della non violenza, che si celebra il 2 ottobre, giorno della nascita di Gandhi.

Ancora oggi alcuni suoi pensieri possono far riflettere e promuovere l’impegno da parte di tutti: «Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso».

Altre sue parole evidenziano il profondo rispetto per la vita umana: «Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere». Nel testo «Antiche come le montagne» i principi fondamentali sono la verità, l’amore, la non violenza. Qui Gandhi spiega l’importanza di non dare uno sfogo immediato alla rabbia: «…come il calore conservato si trasforma in energia, così la nostra ira controllata può trasformarsi in una forza capace di muovere il mondo».

 

Istituto Comprensivo 2 «Arnolfo di Cambio – Scuola secondaria I grado – Colle di Val d’Elsa Classe 2° D: Tommaso Bresciani, Gaia Cantasale, Giulio Capezzuoli, Ambra Cardini, Lorenzo Caruso, Josef Mihai Cocchiola, Ludovica Del Gatto, Mario Gagliardi, Giulio Gherardi, Christian Giannetti, Zehra Hodza, Laisa Kullaj, Violante Malandrini, Ambra Mancuso, Linda Mormile, Mattia Nardi, Gabriele Nicoletti, Abir Oueslati, Adele Poli, Adele Romano, Clelia Saletti, Celso Schmidt, Diego Suraniti, Tommaso Taddei, Guido Tanzini.

Docente tutor: Serena Storion, Massimo Ceccarelli Dirigente Scolastico: Monica Martinucci 

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