«Salviamo le Cascine di Tavola» Le risaie toscane sono nate qui
Gli studenti hanno ricostruito la storia di questo complesso costruito dalla famiglia Medici La fattoria produceva formaggio, si allevavano animali e pesci: era un ecosistema perfetto

Le Cascine di Tavola sono un ampio e splendido parco che, con i suoi circa 300 ettari, si estende nella zona sud della città, prendendo il nome dall’omonimo quartiere in cui si trova.
Realizzate nel Quattrocento per volere di Lorenzo di Piero de’ Medici detto il Magnifico, sulla base di un progetto che prevedeva l’acquisto e la trasformazione della villa di Poggio a Caiano e la realizzazione di un vasta tenuta agricola bonificata dalle paludi attraverso una fitta rete di canali. All’epoca l’attività principale era l’allevamento del bestiame e la produzione di formaggi era in grado di soddisfare la domanda di tutta Firenze.
L’area, attraversata da numerosi canali, ospita molti esemplari di piante tipiche dell’ambiente fluviale e lacustre come salici e pioppi, e aree boschive con l’olmo, il sambuco, il frassino e un vasto sottobosco in cui sono presenti il luppolo, il leccio, l’alloro, il viburno e il ligustro. Tra le numerose specie animali rammento i tritoni punteggiati e crestati, aironi, taccole e ghiandaie, cervi volanti, pipistrelli e istrici, lepri, cerbiatti e fagiani.
La fattoria, circondata da un largo fossato, è l’edificio principale della tenuta e fu realizzata tra il 1477 e il 1479 da Giuliano da Sangallo e Giuliano da Maiano. Nel Cinquecento furono impiantate nella zona ovest della tenuta (poderi del Pasco e del Pinzale) vaste risaie sperimentali, le prime in Toscana.
Ma le Cascine di Tavola erano anche luogo di delizie e di svago: al tempo dei Medici tutta la tenuta era collegata da viali percorribili con le carrozze, vi erano zone per la caccia e la pesca, furono realizzate due ampie gabbie per l’uccellagione, il recinto delle ‘pavoniere’, un ampio spazio di circa 20 ettari dove si allevavano i daini utilizzati per la ‘corsa dei daini’, una gara in cui i poveri animali venivano inseguiti dai levrieri. Nel corso del Settecento la fattoria fu ristrutturata ed assunse l’aspetto attuale.
Nel periodo napoleonico le risaie vennero colmate.
Nell’ottocento si risistemarono i canali, allora percorribili con barche, e si crearono per il passeggio boschetti di gusto romantico e zone a selvatico. Nel dopoguerra vi fu un progressivo declino e abbandono dei poderi, anche a seguito delle distruzioni belliche, dell’inquinamento e dell’intasamento delle gore.
Il tempo ha visto la tenuta passare di mano in mano, subendo trasformazioni significative. Oggi, sebbene ospiti un popolare campo da golf, mantiene una zona dedicata all’agricoltura. Ampie distese di prati e zone boschive, abitate da una ricca varietà di flora e fauna, rendono le Cascine di Tavola un luogo affascinante, ideale per rilassanti passeggiate o escursioni in bicicletta. Le Cascine di Tavola sono zona protetta Oasi natura 2000 ed è importante tutelare la flora e la fauna esistente.
L’assessore alla transizione ecologica del Comune di Prato Marco Biagioni risponde alle domande sul futuro delle Cascine di Tavola.
Il comune ha progetti per riqualificare le Cascine? «Fra fine 800 e inizio 900 con la guerra, alcuni ambienti furono abbandonati come la Fattoria, la Casa del Caciaio, la Rimessa delle barche. In passato la casa del Caciaio era stata adibita a punto di ristoro/bar ma ora è chiusa; stiamo lavorando alla creazione di un bando per poterla dare in gestione. Per la Rimessa, la giunta Biffoni voleva utilizzarla per attività associative culturali e non, rivolte ai bambini e agli anziani. L’attuale giunta, con la sindaca Bugetti, ha sposato questa idea e stiamo cercando le risorse. L’intenzione è quella di una riqualificazione delle Cascine».
Avete mai pensato di rendere di nuovo i canali navigabili? «E’ un’idea bellissima che ci affascina. Pensate che quando i canali sono stati puliti sono state trovate piante da tutelare.
Se ci fosse l’acqua quei canali potrebbero produrre un patrimonio naturale che noi non conoscevamo. Però c’è un problema: col tempo la falda si è abbassata, ora sta piano piano risalendo ma non è così alta da far giungere l’acqua ai canali. Al momento ci sono varie idee e questo è bello perché , non tanto il Comune come ente, ma sono la Città e suoi cittadini che con le loro idee e competenze, ci stanno offrendo delle soluzioni».
Questa pagina del campionato di giornalismo è stata realizzata dagli studenti della classe IV A della scuola elementare «Salvo D’Acquisto» di Prato.
Alunni cronisti in classe: Ivan Angelo Bonvissuto, Mirta Boretti, Vittoria Brunetti, Edoardo Cardillo, Ruiqi Quentyn Chen, Eva Fanciullacci, Diego Gestri, Anna Grieco, Gioia Jin, Lapo Pecorelli, Giulio Peluso, Emma Lucia Scaramelli, Andrea Tronci e Richard Wang Zichen.
La docente–tutor che ha coordinato il lavoro della classe è Brigida Sola insieme alla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo «Roberto Castellani» di Prato, professoressa Giovanna Nunziata.
I colleghi che hanno partecipato: Rosalba Iennaco, Christian D’Amora, Daniela Di Dia.
La vignetta è stata realizzata dagli studenti.