ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Piazza al Serchio di Piazza al Serchio (LU) - 1A

Turismo tra storia e natura La riscoperta della Via Vandelli

Gli studenti hanno ripercorso la storia di questo antico tracciato: “Un simbolo per la Garfagnana“

La Garfagnana sta vivendo una stagione di riscoperta grazie a un percorso storico che attraversa le sue vallate: la Via Vandelli. Questo antico tracciato, che unisce Modena a Lucca, ha visto una rinnovata attenzione negli ultimi anni, soprattutto nell’ambito del rilancio del turismo locale, divenendo un ponte ideale tra passato e futuro, cultura e natura. La Via Vandelli prende il nome dall’ingegnere e cartografo Domenico Vandelli, che nel XVIII secolo progettò questa strada per collegare il Ducato di Modena con la Repubblica di Lucca.

L’obiettivo era creare una via di comunicazione strategica per favorire gli scambi economici e culturali tra i due territori. Il tracciato originale, che si snoda attraverso il Parco dell’Orecchiella, il comune di Camporgiano, e numerosi altri paesi suggestivi, attraversa un paesaggio incontaminato, dove la natura ha saputo preservare la sua bellezza selvaggia.

La riscoperta della Via Vandelli non riguarda solo il recupero storico, ma anche la promozione di un turismo più consapevole e sostenibile: camminare lungo la Via Vandelli significa immergersi in un viaggio che attraversa la storia, le tradizioni e la natura, dove ogni passo racconta una parte del passato e del presente di una terra che è riuscita a conservare la sua autenticità.

Questo tipo di turismo, infatti, valorizza l’interazione tra i visitatori e la comunità locale, sostenendo l’economia delle piccole realtà, dalle strutture ricettive ai ristoranti, dalle botteghe artigiane ai produttori locali.

Questo cammino, infatti, si inserisce in una strategia più ampia che punta a valorizzare il patrimonio naturale e culturale del territorio.

Progetti di restauro e di valorizzazione, in collaborazione con le istituzioni locali e regionali, stanno restituendo al pubblico un tracciato accessibile, sicuro e arricchito da nuove infrastrutture turistiche. La Via Vandelli rappresenta un simbolo di speranza e di sviluppo per la Garfagnana, una terra che ha molto da offrire ma che troppo spesso è rimasta lontana dai riflettori del turismo di massa.

Oggi, grazie a questo antico percorso, la regione ha l’opportunità di riscoprire il suo potenziale, di promuovere un turismo sostenibile e, soprattutto, di coinvolgere le generazioni future nel rispetto del suo patrimonio storico e naturale.

La Via Vandelli è una strada che non solo collega due territori, ma che unisce passato e futuro, creando un legame profondo con la bellezza autentica della Garfagnana.

 

Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato Manuel Bini, guida C.A.I e padre di un nostro compagno di classe.

Perché è stata creata la via Vandelli? «Fu terminata nel 1751 per comodità di passaggio tra Modena e Massa Carrara, dove si trovava il mare che dava opportunità di commercio e si poteva ricavare il sale per la conservazione degli alimenti». Quali caratteristiche doveva avere? «Doveva essere sicura e dovevano esserci degli ospitali, dove viandanti e pellegrini potessero mangiare, riposare e trovare riparo in caso di maltempo; inoltre doveva essere solida per reggere il peso del marmo trasportato dai carri».

Quale percorso consente di fare la via? «La via Vandelli si snoda per 171 km. Parte da Modena e arriva fino a Massa Carrara e attraversa due regioni: l’Emilia-Romagna e la Toscana».

Perché la via prende il nome di Vandelli? «Prende il nome dal suo ideatore ovvero Domenico Vandelli, uno scienziato e cartografo che inventò una nuova metodica cartografica».

Che importanza ha per il turismo? «Dopo il Covid si è sentito il bisogno di riscoprire la natura, sono aumentati gli acquisti di case in montagna, così la via Vandelli ha visto crescere il turismo del 300% in più».

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