La fragilità che unisce Lo sport, possibilità per tutti
L’unione nella diversità. Lo sport, un formidabile strumento per non lasciare indietro nessuno
Lo sport fa parte della nostra vita sin da piccoli. Quasi tutti i genitori infatti cercano appena possibile di inserirci in un contesto sportivo poiché sono consapevoli del fatto che un ambiente sano ci aiuterà non solo a crescere meglio fisicamente ma anche dal punto di vista relazionale. Quando pratichiamo sport ci mettiamo per la prima volta alla prova cercando di vincere le nostre insicurezze, affrontiamo i vari ostacoli con uno spirito più forte che spesso ci dà il gruppo sportivo a cui apparteniamo. Spesso si riescono a fare amicizie vere, testate in gara dove tutti noi vinciamo o perdiamo. Lo sport vissuto non attraverso una competizione negativa ma in modo sano ci aiuta quindi soprattutto a crescere come persone. Gli esperti parlano dei numerosi benefici che questa antichissima attività ci dona: stimola la mente e l’unione, è una delle attività più universali e coinvolgenti che esistano, con una vasta varietà di discipline che si differenziano da quelle individuali a quelle di squadra, da quelle più conosciute a quelle meno conosciute. Gli sport possono essere praticati a livello amatoriale o professionale e sono anche una forma di intrattenimento. Ogni tipo di sport ha le sue regole, la sua cultura e i suoi valori, ma tutti condividono la capacità di stimolare competizione, collaborazione, impegno fisico e mentale. Lo sport, in fondo, è molto più di una semplice attività fisica o una competizione. È un linguaggio universale che parla a tutti, indipendentemente dalla cultura o dalla lingua. Ha la capacità di unire, di ispirare e di educare. Non è solo questione di tecnica, di risultati o di trofei, ma di sacrifici che una persona fa per arrivare ai risultati tanto sognati. In ogni miglioramento è come se si fosse superato noi stessi. E’ il confronto con le difficoltà, il superare gli ostacoli e il cercare continuamente di raggiungere la perfezione; insegna il valo-re del lavoro, della disciplina e della resilienza ma soprattutto dell’inclusione. Questa parola può sembrare fuori luogo a prima vista dato che qualsiasi sport sfocia comunque in una competizione dove vengono premiate le qualità e le capacità di un’atleta o di un’intera squadra, invece, soprattutto ai nostri giorni lo sport è diventato fortemente inclusivo non precludendo a nessuno la possibilità di praticarlo. Un esempio in tal senso sono senza dubbio le Paralimpiadi, una manifestazione sportiva internazionale riservata ad atleti in condizioni di disabilità fisiche, sensoriali o intellettive.
Ci ha molto interessato scoprire qualcosa in più su questa competizione così importante. Questi Giochi si tengono ogni quattro anni, subito dopo le Olimpiadi, nelle stesse città ospitanti e comprendono una vasta gamma di discipline, adattate per le diverse disabilità. L’obiettivo delle Paralimpiadi è poi non solo promuovere l’inclusione e la parità, ma anche dimostrare la capacità degli atleti, che si trovano in condizioni di disabilità, nel superare le sfide fisiche e mentali attraverso lo sport.
La loro nascita risale al 1948 con i primi giochi internazionali per veterani di guerra; Il neurochirurgo Ludwig Guttmann, durante le Olimpiadi a Londra, inaugurò i primi giochi per persone che si erano ritrovate in condizione di disabilità a causa di una lesione nel midollo spinale durante la recente Seconda Guerra Mondiale; il suo obiettivo era provare a riabilitare questi soldati per dare loro una seconda possibilità di vita. Nel 1960 queste competizioni arrivarono a Roma durante le Olimpiadi e vennero chiamate Primi Giochi Paralimpici. Il loro simbolo è diverso dai classici cinque cerchi delle Olimpiadi: ha solo tre agitos, uno blu, uno rosso e uno verde.
I colori scelti sono i più utilizzati da tutte le bandiere del mondo e il logo rappresenta corpo, mente e spirito degli atleti con disabilità; data l’importanza dello sport soprattutto come valore assolutamente universale abbiamo voluto capire cosa questo rappresenti per gli alunni della nostra scuola.
Questa pagina del Campionato di giornalismo organizzato da «La Nazione» di Livorno è stata realizzata dalla classe IIB della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo “P. Mascagni” di San Vincenzo (Livorno).
I ragazzi: Barakat Rihanna Coppola Delia Eklliouich Khaula Garosi Marco Fabrizio Ginanneschi Viola m Grandi Annaluisa Grandi Filippo Machghoul Mehdi Poggiali Martina Tonioni Yara Docente tutor: professoressa Sabina Sgorbini.
La dirigente scolastica è la professoressa Claudia Giannetti.