ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Curtatone e Montanara di Pontedera  (PI) - 2C

Difendere la Costituzione È questo il dovere di tutti

Il diverso fa paura. Ancora oggi, soprattutto tra i giovani, ci sono tanti pregiudizi e discriminazioni

Nel mondo, ancora oggi, soprattutto tra i giovani, ci sono tanti pregiudizi e discriminazioni. Nella vita di tutti i giorni, noi adolescenti assistiamo e viviamo quotidianamente casi di discriminazione. Sembra che discriminare sia essenziale, quasi naturale: è una forma di difesa contro qualcosa di diverso da noi che ci fa paura. Questo diverso può essere espresso da varie sfaccettature: colore della pelle, genere sessuale, religione professata, etnia e cultura, stato economico e la lista potrebbe essere ancora lunga. Molti pensano che la discriminazione sia nata recentemente ma in realtà affonda le sue radici da sempre.

Probabilmente il periodo storico più colpito e studiato è stato il XX secolo, periodo che ha portato a milioni di vittime ed è stato causa di gravi persecuzioni. Si è spesso parlato di «razzismo umano», distinzione di diverse razze della specie umana che ha portato non solo a classificare le migliori dalle peggiori ma anche a perseguitare diverse categorie: ebrei, neri, zingari, omosessuali, apolidi, testimoni di Geova, oppositori politici e tanti altri. Ma gli studi di genetica hanno confermato che non esistono razze tra gli uomini perché il Dna umano è uguale in tutti gli esseri umani.

Allora dovremmo pensare che ad oggi è tutto finito? Non esiste più il razzismo? Purtroppo no! Il razzismo esiste ancora ma per definirlo si usa la parola «discriminazione» basata sulla esistenza di pregiudizi che causano problemi alle persone che la subiscono. Per fortuna la Costituzione Italiana ha creato un articolo che ci difende tutti… Fantastico! E’ l’articolo 3 che sancisce che siamo tutti uguali davanti ad ogni situazione e abbiamo gli stessi diritti e le stesse libertà. Questo articolo è stato scritto nel 1946 e riporta ancora il termine razza che noi oggi vorremmo chiedere che venga sostituito con etnia.

Chiediamo inoltre che si possa creare una società aperta e inclusiva e nessuno possa essere escluso per il colore della pelle, per la religione, per il genere sessuale, perché non è vincente nello sport, perché non è bravo a scuola, perché non proviene da una famiglia benestante o non ha una forma fisica perfetta e non si veste alla moda. Questi sono i nuovi pregiudizi di noi adolescenti. Ed è solo studiando che possiamo abbatterli e conoscere, capendo che la diversità può solo arricchirci ed aprirci la mente creando una società aperta e dei giovani cittadini inclusivi.

Noi vorremmo essere così! Vorremmo avere altri valori e crescere in libertà. Per noi la diversità è un pregio, non un difetto. Emiliano, che intervistiamo qui sotto, e il film «Il ragazzo dai pantaloni rosa», che abbiamo visto in classe, ci hanno insegnato che dobbiamo liberarci dai pregiudizi e valorizzare le diversità.

 

Abbiamo invitato nella nostra classe il maestro ed educatore Emiliano Accardi, coordinatore di Voice, centro di ascolto contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, gestito da Arci Valdera e finanziato da Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) della presidenza del Consiglio, dipartimento per le Pari opportunità con il partenariato del Comune di Pontedera e dell’Unione Valdera. Cosa lo ha spinto a fare questo lavoro? «Il mio non è un vero e proprio lavoro ma un impegno sociale, quindi una responsabilità che mi sono preso in quanto attivista contro gli stereotipi di genere. Io stesso ne sono stato vittima, subendo discriminazioni sia a scuola che a lavoro a causa della mia omosessualità».

Chi generalmente si rivolge allo sportello? «Possono essere ragazzi o ra-gazze, molte volte sono genitori o insegnanti a chiedere consiglio su come affrontare la situazione con un figlio o una figlia, un alunno o un’alunna in crisi d’identità».

Che consigli può darci per crescere senza pregiudizi? «Tutti noi viviamo con pregiudizi trasmessi dalla società, possono essere positivi o negativi e ci servono per classificare le persone. L’obiettivo più grande che dobbiamo porci è di riconoscerli e cercare di abbatterli parlandone sempre».

 

Articoli, foto e disegni sono realizzati dalla classe 2^ C scuola Secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo «Curtatone e Montanara» di Pontedera: Asia Bernardini, Francesco Bitonti, Caterina Caponi, Sara Casalini, Davide Cei, Pier Paolo Daddi, Francesco Faggiana, Vittoria Ferretti, Marta Genovesi, Tommaso Ghilli, Lorenzo Guidi, Manuel Guidi, Alice Iacopini, Francesca Liguori, Elisa Maria Macovei, Pietro Maisto, Christian Natale, Matteo Pagni, Emma Pandolfi, Gaia Panicucci, Jacopo Parenti, Gioele Pretini, Mattia Propato, Pietro Sbragia, Samuel Scatena e Giada Zappolini.

Docenti tutor Alessandra Pulvirenti e Sabrina Nannipieri.

Dirigente scolastica Maura Biasci. 

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