Una donna Giusta fra le Nazioni «Lina, come Mary Poppins»
Storia di una bambinaia coraggiosa. Gli studenti reporter scoprono un personaggio straordinario
Come poter raccontare l’ emozione provata la mattina di quel giorno speciale che ci ha visti protagonisti di un evento che passerà alla storia? Non leggere una vicenda qualunque legata alla piaga della Shoah, ma vivere in famiglia cosa significa essere “Giusto tra le Nazioni”. Il 10 marzo 2025 siamo stati accolti dal vescovo Domenico Sorrentino e dalla direttrice del Museo della memoria Marina Rosati per la cerimonia di riconoscimento di Lina Berellini, una donna che con grande coraggio è riuscita a salvare due bambini ebrei, di cui era la bambinaia, che sono poi riusciti a ricongiungersi con i genitori e tornare a vivere una vita normale, non dimenticando mai il gesto di Lina. Alla presenza dell’ambasciatore di Israele, Jonathan Peled, del sindaco di Assisi e del presidente della regione Stefania Proietti, le tre nipoti hanno ricordato la nonna dicendo che “come Mary Poppins è arrivata nel momento in cui c’era bisogno di lei e se n’è andata una volta finito il suo lavoro”.
Presente anche Sergio Calef, quel bambino che Lina salvò assieme alla sorella: «Ci portava in chiesa tutti i giorni e ci faceva cantare nel coro fingendo che fossimo cristiani e non ebrei: eravamo molto attaccati a lei, per noi era come una seconda madre. Dovevamo fingere che lei fosse la zia e che i nostri genitori fossero sfollati nelle Marche».
Per riprendere le parole del sindaco che sono rimaste impresse nel nostro cuore «la storia di Lina Berellini parla di amore e semplicità, perché i giusti, gli eroi quotidiani, sono persone che ci vivono a fianco e non indossano armature particolari, ma esaltano la nostra umanità con valori quali solidarietà, pace, giustizia, contro odio, conflitti, divisioni, che dobbiamo continuare a coltivare e a promuovere ogni giorno». Anche monsignor Sorrentino ha parlato di Lina onorandola.
«Per noi la Shoah non è solo un giorno da ricordare nel calendario, ma una parte integrante della nostra identità, ancora amaramente attuale in un momento in cui aumentano le manifestazioni di intolleranza e antisemitismo. E anche per questo è importante ricordare gli esempi come quello di Lina Berellini». La Presidente della Regione invece ci ha ricordato che «riscoprire e celebrare la storia di coraggio di un giusto tra le nazioni ha un valore immenso, ancor più grande in quanto fu una donna che salvò due bambini, come una madre per i suoi figli, realizzando concretamente il principio di difendere la vita contro l’orrore come in una unica famiglia umana».
Per noi è un grande orgoglio sapere che la bisnonna di due di noi possa essere esempio di fratellanza.
Pensiamo infatti che è dalle piccole ma grandi cose che si possa costruire un futuro migliore. Quando Lina, Silvia e Valentina Apostolico hanno ritirato la targa davanti agli occhi lucidi dei loro figli, abbiamo pensato che le cose belle possono scrivere pagine nuove di Storia, una Storia con la S maiuscola, piena di rispetto per chiunque.
Che grado di parentela avete voi e Lina? «Nostro nonno Enzo è il figlio di Lina. Purtroppo non l’abbiamo mai conosciuta perché è venuta a mancare nel 1963».
Perchè le è stato dato il riconoscimento “giusta tra le nazioni”? «Lina viene ricordata perché è riuscita a mettere in salvo due bambini ebrei, i fratelli Calef, durante la Seconda guerra mondiale dai rastrellamenti nazisti, fingendosi loro zia. Lasciò Perugia con i bambini rifugiandosi a Pitigliano».
Come è riuscita a cavarsela, si è mai trovata in pericolo? «Lina nel 1941 lavorava come bambinaia per la famiglia Calef, da quando le furono affidati i due bambini lei si è sempre trovata in pericolo ma si è comportata con molto coraggio. In particolare una volta quando due soldati delle SS entrarono in casa di Lina, lei preparò loro un ottimo pranzo. I soldati fecero anche i complimenti al piccolo Sergio perché aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi chiamandolo “Bello nostro”».
La famiglia Calef si ricongiunse mai? «Si, nel 1944 si incontrarono a Trevignano, infatti Lina e il signor Luciano Calef riuscirono a tenersi in contatto».
Dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita? «Nel 1947 lascia definitivamente la famiglia Calef e si sposa con Vincenzo Apostolico e vanno a vivere ad Assisi, un anno avranno il loro primo figlio Enzo nostro nonno. E muore nel 1963».
Classe 2 A con Salvatore Abbate, Francesco Amato, Melissa Barbalata, Andrea Biasini, Mattia Caposaldo, Mattia Casagrande, Nouraliman Chafiq, Gesardo daci, Giuseppina Di Donna, Viola Falgiani, Alessandro Fumanti, Luca Granato, Aleandro Gubbiotti, Sara Lanari, Xhulia Liftaj, Carlotta Majorani, Emma Marracci, Raffaela Micheli, Ginevra Pergolari, Caterina raspa, Francescopio Sannino, Maria Sereni, Linda Sorbo, Damiano Vantaggi, Fernando Zhang.
Classe 2D con Francesco Amico, Chiara Baglioni, Alberto Baldassarri, Nicolò Berellini, Viola Cacciarelli, Matilde Cesarini, Diletta Filangeri, Kevin Fishti, Chloe Gallinella, Ariel Maxwell Luciano, Alessandro Nasini, Ludovico Nasini, Leonardo Pericoli, Giordano ricci, Linda Ridolfi, Giuseppe Rossi, Daniele Vetturini, Pietro Leone Vignati Docenti: professoresse Claudia Tortoioli, Maria Elisabetta Monacchia. Dirigente, professoressa Stefania Finauro.