ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Colle Val d'Elsa (SI) - 4°

Lo sport strumento di inclusione La comunità come squadra inclusiva

Per centrare l’obiettivo servono questi tre valori: rispetto, eccellenza ed amicizia

Lo sport riesce a far crescere una comunità solo se diventa uno strumento di inclusione. Questo principio lo abbiamo scoperto grazie ad una approfondita ricerca fatta in classe durante le lezioni, soprattutto di arte e di educazione fisica. Secondo la nostra ‘inchiesta’, tre sono i valori fondamentali nello sport come mezzo per l’inclusione: l’eccellenza, il rispetto e l’amicizia. Il primo valore che vogliamo descrivere è l’eccellenza. Per essere un eccellente sportivo non bastano le grandi prestazioni, i goal spettacolari o una schiacciata memorabile. L’eccellenza deve essere intesa come grandezza nel rispetto e nell’amicizia. Ogni sportivo è chiamato all’eccellenza prima di tutto nel rispetto e nell’amicizia.

Ad insegnarcelo sono gli stessi atleti, soprattutto i meno conosciuti. Il secondo valore è il rispetto. Il ’Fair play’ è la vittoria più bella, il rispetto non solo degli altri, ma anche di se stessi. Anche quando si perde dobbiamo imparare dalla sconfitta. Possiamo essere degli esempi, praticando sport senza uso di violenza sia sul campo ed anche dopo la gara/partita. La fratellanza sportiva è fondamentale, aiutare i compagni anche della squadra avversaria quando ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va. Come il gesto di Braima Suncar Dabó a Doha, durante i Mondiali di Atletica. Dabò si fermò a soccorrere un altro atleta, che stava male per la fatica. Fare squadra sempre, per stare tutti insieme e senza escludere nessuno, è questo l’importante. Rispettare le regole serve sempre anche se a volte mettiamo tutto ciò al secondo posto, pensando che sarebbe più importante vincere e basta. Al primo posto ci deve essere sempre il rispetto, la fratellanza, la valorizzazione delle diversità e delle unicità. L’ultimo valore analizzato è l’amicizia. L’amicizia nello sport è possibile, senza di essa non si può ottenere dei grandi risultati. Pensiamo a due famosi avversari come i ciclisti Gino Bartali e Fausto Coppi. Una rivalità nell’amicizia che ha fatto la storia. Un altro esempio sono le stesse Olimpiadi.

Durante questa importante occasione sportiva, gli atleti sono uniti come dovrebbe essere una comunità, nonostante la competizione.

Ogni atleta, pur gareggiando per se stesso e per il proprio paese, mostra grande spirito di solidarietà e di collaborazione, che rende lo sport un luogo dove anche le differenze culturali e sociali si uniscono per il bene comune e l’inclusione. Lo sport insegna che, alla fine, la vittoria più grande è quella di stare insieme e condividere il proprio impegno, per diventare una vera squadra. Una comunità è proprio come una squadra dove si dovrebbe includere tutti.

 

La nostra ‘inchiesta’ sullo sport inizia grazie alla maestra di arte Laura Pacchierotti. Stiamo svolgendo con lei un progetto artistico sullo sport. Lo stesso lo abbiamo poi trattarlo anche durante alcune ore di educazione fisica insieme alla maestra Maria Cummaudo. L’intento principale è stato quello di capire che lo sport non è solo gara, rivalità, ma anche e soprattutto può essere uno strumento di inclusione per migliorare e far crescere le comunità. Come prima attività durante il progetto abbiamo deciso di dividerci in gruppi ed ognuno ha scelto un principio che ha pensato fosse fondamentale per rendere lo sport inclusivo. Abbiamo deciso per: eccellenza, rispetto ed amicizia. Ogni gruppo si sta impegnando per realizzare un bozzetto artistico sull’argomento scelto. Abbiamo avuto modo anche di scoprire come nascono e quali sono i valori dei Giochi Olimpici e dei Giochi Paralimpici, cercando storie di atleti e sportivi che sono d’esempio con questi valori, storie che ci hanno colpito molto. Come ad esempio il momento in cui Mutaz Barshim e Gianmarco Tamberi scelsero di non affrontare una nuova gara e condividere la medaglia d’oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Questo gesto ci ha colpito molto, perché ci ha fatto capire che, a volte, la vera vittoria non è solo il risultato dello sportivo, ma anche il gesto di amicizia e rispetto. Tutti esempi che dimostrano che lo sport può essere inclusione e che, se ci comportiamo seguendo questi principi anche nella nostra comunità, possiamo crescere tutti insieme

 

La classe IV: Bandinelli Giulio Pietro, Bartalini Andrea, Carnesecchi Gabriele, Castellani Federico, Corti Edoardo, Graziuso Santiago, Guidi Pietro, Lavacca Maria Lucrezia ,Malandrini Filippo, Parisi Renèe, Pirjasi Ajsel, Schirosi Eva Graziella, Tugulu Andrea Docenti tutor: Suor Cecilia Castoro, Laura Pacchierotti, Maria Cummaudo 

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