Uomo per acqua, acqua per uomo Cosa c’è che può valere di più ?
Bisogna imparare a “rispettare” l’acqua per garantire il nostro futuro e quello della Terra

Ore 7:00… driiinnn! Mi devo alzare … C’è scuola… E alla prima ora la professoressa interroga pure! Mi alzo, vado in bagno con gli occhi ancora chiusi inciampando … apro il rubinetto e … non c’è acqua! “Mamma, ma non c’è l’acqua!” dico mentre sento papà che si lamenta che non ha acqua da mettere nella macchinetta del caffè. Immaginiamo una giornata senza acqua: non possiamo lavarci, non possiamo cucinare, non possiamo lavare i vestiti (o meglio mamma non può farlo!). Riflettiamo: quante altre cose non possiamo fare? Senza l’acqua semplicemente non possiamo esistere. La Terra è il “pianeta blu”: sette decimi della sua superficie sono coperti dagli oceani. L’uomo stesso è blu: siamo fatti per il 60- 70 % di acqua e molte delle nostre funzioni vitali dipendono da essa. L’uomo fin dall’antichità ha sempre avuto il problema di come procurarsela, di come conservarla e di come trasportarla: non è un caso che le prime civiltà siano nate vicino ai fiumi. Quando non è stato possibile vivere vicino ad una fonte d’acqua è nato il problema del suo trasporto e l’uomo ha costruito gli acquedotti e ha usato le anfore e le bottiglie. Una volta che l’acqua poteva arrivare a tutti, bisognava fare in modo che essa fosse pulita e non fosse sprecata. Per ricordarci quanto sia importante, le Nazioni Unite nel 1992 hanno istituito per il 22 marzo di ogni anno (quindi proprio tra pochi giorni!) la “Giornata mondiale dell’acqua”.
Se per noi avere l’acqua è una cosa scontata non è così per tutti.
Per molte persone vale più dell’oro: nel mondo, infatti, ci sono oggi tante guerre che si combattono per essa chiamata proprio per questo “oro blu”. Purtroppo, già in epoche antiche, ci sono stati conflitti per il possesso dell’acqua. L’Unesco nel 2019 ha evidenziato che tra il 2010 e il 2018 ci sono state fino a 263 guerre combattute per questo prezioso liquido. Questo numero potrebbe aumentare a causa del cambiamento climatico e dell’inquinamento che possono sporcare l’acqua e renderla non più utilizzabile. Le nazioni stanno cercando di garantire ad ogni persona il diritto all’acqua.
Però noi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare per non sprecarla? Chiudere il rubinetto quando non serve, usare le lavatrici e le lavastoviglie a pieno carico, fare la doccia al posto del bagno. Sicuramente non stiamo dicendo niente di nuovo, però secondo noi sono le piccole cose fatte da tutti che possono essere utili. Quindi, la prossima volta che fate una bottle flip pensate a cosa c’è nella bottiglia!
L’acqua è un diritto universale presente in tanti documenti di autorità molto importanti. Se per noi avere l’acqua a disposizione per tutti i nostri bisogni non è un problema, in altre parti del mondo non è così: circa due miliardi di persone non hanno acqua sicura per bere! Tantissimi bambini e adulti sul pianeta blu non hanno servizi idrici e igienici adeguati. Questa situazione ha delle gravi conseguenze, come lo svilupparsi di malattie legate all’utilizzo dei servizi igienici scarsi o non adatti: ad esempio, in alcuni paesi è ancora presente il colera, mentre in Italia è stato debellato nel 1973.
Sicuramente questa situazione favorevole del nostro Paese è dovuta all’organizzazione del sistema idrico e ad alcune leggi che tutelano l’accesso all’acqua della popolazione. Se da una parte abbiamo paesi che non hanno acqua a sufficienza, in altri l’accesso ad essa non è un problema. Guardiamo all’Italia: in Europa siamo al primo posto per il consumo di acqua in bottiglia e siamo in quinta posizione per la qualità di quella del rubinetto. Nel mondo ci sono situazioni estreme: da una parte persone che non hanno accesso all’acqua (le foto che spesso vediamo su Internet di persone che con la tanica sulle spalle fanno tanti chilometri per prenderla sono la realtà di alcuni Paesi) e dall’altra ci sono zone in cui si spreca o in cui ci sono bottiglie d’acqua che possono costare molto a causa del loro packaging o della loro provenienza.
Questa pagina del campionato di giornalismo organizzato da La Nazione di Livorno è stata realizzata dalla classe III A scuola primaria di secondo grado «Mascagni» istituto comprensivo di San Vincenzo.
I nomi degli alunni che hanno partecipato alla sfida sono: Tecla Barsotti, Francesco Catino, Mattia Favilli, Lorenzo Longo, Matteo Macelloni, Nami Merlini, Paco Merlini, Pietro Taddei, Andrea Vallesi.
Docente tutor che ha seguito gli studenti: prof.ssa Maria Angela Leoci.
Dirigente scolastico: prof.ssa Claudia Giannetti