ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Galileo Galilei di Grosseto (GR) - 2A

Lotta agli stereotipi di genere La nostra «Tela della parità»

Uomini e donne sono uguali in dignità e diritti. E noi partecipiamo al progetto della Provincia

La nostra scuola partecipa al progetto triennale «Artemisia, la tela della parità», con il quale la Provincia di Grosseto e la Regione Toscana si propongono di contrastare gli stereotipi di genere a partire dalle scuole dell’infanzia sino agli istituti superiori di secondo grado.

Perché un progetto così vasto ed ambizioso? Per sensibilizzarci ed aiutarci, sin da piccoli, fornendoci attraverso attività laboratoriali gli strumenti per sviluppare l’educazione ai sentimenti, la comunicazione efficace e costruttiva per superare i conflitti, il rispetto di sé e degli altri.

Abbiano iniziato a «dipingere» sulla tela della parità assistendo a due performances teatrali, «Scarpette rosse» e «Barbablù», classiche fiabe noir della tradizione, profonde, difficili e anche crude per certi aspetti, che ci hanno però fatto riflettere molto, soprattutto sul rischio che corriamo tutti di imbatterci in relazioni pericolose, non sane, tossiche.

Ma cosa sono gli stereotipi di genere che dobbiamo abbattere? Sono tutte quelle false credenze, tutti quei pregiudizi condivisi e trasmessi che definiscono come devono essere i comportamenti, le occupazioni, i ruoli e l’aspetto fisico di una persona in base al proprio sesso di appartenenza. Alle donne vengono attribuite capacità come accudimento, sensibilità ed empatia, gli uomini invece sono ritenuti forti e adatti al comando; queste credenze vengono applicate anche ai giochi: le costruzioni sono ritenute più adatte ai maschi, mentre le bambole sono tipicamente regalate alle femmine per incoraggiarle all’abitudine della cura.

Cosa possiamo fare nella nostra vita di tutti i giorni per contrastare gli stereotipi di genere? Sicuramente possiamo parlarne spesso in famiglia, tra amici e a scuola cominciando a esercitarci a non giudicare le persone per il loro aspetto fisico. E non dimentichiamo poi che un mondo senza stereotipi è un mondo più sostenibile. Ce lo dice l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 che ci esorta a raggiungere la parità di genere ed eliminare ogni forma di discriminazione verso le donne, a sostenere la loro realizzazione negli studi e nel lavoro, a promuovere la loro partecipazione alla vita pubblica e cancellare ogni forma di violenza nei loro confronti. Noi vogliamo ribadire che donne e uomini sono uguali in diritti e dignità e che, come per tutti i diritti umani, la parità di genere deve essere costantemente sostenuta, protetta e incoraggiata.

A partire da noi, dalla scuola, dai comportamenti e dal linguaggio che usiamo nella nostra vita quotidiana.

 

L’8 giugno 1593 nasce una delle pittrici più importanti della storia, Artemisia Gentileschi.

Donna che non decise di abbassare la testa di fronte alla presunta superiorità degli uomini, tipica della sua epoca ma purtroppo ancora oggi presente in molte tradizioni culturali.

Artemisia, figlia di Orazio Gentileschi, anche lui un grande pittore, dipinse nel 1613 la celebre opera «Giuditta che decapita Oloferne», dove l’eroina della Bibbia uccide il terribile conquistatore. L’opera coincide con un momento tristemente e dolorosamente decisivo, per la vita di Artemisia: la violenza subìta da parte di Agostino Tassi, un altro pittore. Ma il fatto strabiliante e coraggioso per quell’epoca fu la denuncia: Artemisia fortunatamente riuscì a far condannare il suo violentatore, ma purtroppo fu costretta a sottoporsi ad un umiliante processo e ad acconsentire ad un «matrimonio riparatore» con il pittore Pierantonio Stiattesi, che la portò con sé a Firenze. Artemisia successivamente cominciò a lavo-rare in molte città: Firenze, Roma, Venezia, Napoli e persino Londra, alla corte di re Carlo I Stuart. A metà del 1600 tornò a Napoli dove nel 1653 morì.

Artemisia Gentileschi è riconosciuta fino al giorno d’oggi, oltre che per il suo valore artistico, per la sua grande determinazione, ed è un esempio per tutte le donne che non devono aver paura di denunciare soprusi, minacce e violenze di ogni tipo, fisiche e psicologiche. Artemisia per noi è un’icona di coraggio, di riscatto e di libertà.

 

La pagina è stata realizzata dagli studenti Maria Aldea, Edoardo Anselmi, Andrea Balassone, Ethan Barberini, Chiara Baricci, Giulio Conte, Nicole Angela Corsiato, Filippo Esposito, Leonardo Esquivel Saravia, Andrea Fontani, Ramis Giuggioli, Mirsi Kosiqi, Arianna Mariani, Gabriele Moscato, Azzurra Pastorelli, Renée Perugini, Filippo Pulci, Aurora Rossi, Brando Rossi, Mattia Savelli, Riccardo Tagliaferri, Leonardo Talamo, Giada Terzaroli (2A). Insegnate tutor la professoressa Claudia Biagioli.

Dirigente scolastica la professoressa Verena Tassinari. 

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