Lo sport che unisce e accoglie Inclusione in campo e oltre
Lo sport insegna rispetto, collaborazione e solidarietà, creando opportunità per tutti
Lo sport può essere un potente strumento di inclusione sociale, capace di unire persone di ogni genere, nazionalità, età e condizione economica. Può offrire opportunità anche a chi si trova in situazioni difficili e diventare un’importante attività di integrazione per i giovani con disabilità. Un esempio significativo viene dal rugby, che insegna non solo il gioco, ma soprattutto il rispetto e il valore della squadra. Il nostro professore di educazione fisica, Mariano Vergassola, ci ha raccontato la sua esperienza come allenatore di una squadra in cui gioca anche un ragazzo con la sindrome di Down.
Questo perché nel rugby conta non solo l’abilità fisica, ma soprattutto la voglia di giocare e far parte di un gruppo. Sapevate che in questo sport è moralmente proibita la simulazione e che è impensabile l’idea di insultare l’arbitro, considerato colui che permette ai giocatori di divertirsi? O che i giocatori, uscendo dal campo, siedono in panchina tra il pubblico? L’inclusione avviene dunque dentro e fuori dal campo: «dentro» attraverso il rispetto delle regole del gioco e dell’avversario e «fuori» consentendo a tutti di giocare senza pregiudizi di alcun tipo. Si deve correre, cadere, rialzarsi e sporcarsi un po’ come nella vita, rispettando rigidamente le regole. È interessante pensare che uno sport apparentemente «rude» possa richiedere tanto senso di correttezza. Naturalmente, anche molti altri promuovono valori come il rispetto e la collaborazione. Sempre più discipline stanno adottando questi principi, favorendo la crescita di ambienti sportivi inclusivi e accoglienti. Un ruolo importante nell’accesso allo sport per tutti lo giocano anche alcune iniziative del territorio.
Per esempio, una catena di supermercati sostiene le società sportive attraverso la distribuzione di punti che permettono di acquistare attrezzature e strumenti che rinnovano le palestre e rendono migliore l’esperienza sportiva. Contribuisce inoltre alla sostenibilità ambientale attraverso l’uso di materiali riciclati per le attrezzature e promuove iniziative di inclusione sociale.
Lo sport non è solo competizione, ma anche un’opportunità per contribuire alla tutela dell’ambiente. L’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, come la bicicletta al posto dell’auto, o la scelta di attrezzature realizzate con materiali riciclati, sono piccoli gesti che fanno la differenza. Attraverso lo sport, possiamo costruire una società più inclusiva, solidale e rispettosa dell’ambiente, dove ognuno ha la possibilità di crescere, impegnarsi e dare il proprio contributo.
Lo sport ha il potere di unire le persone, risvegliare speranze e favorire l’integrazione sociale superando le barriere culturali, sociali ed economiche. Insegna valori fondamentali come solidarietà, lealtà e rispetto: principi essenziali per una società sana. Le attività ad esso legate sono anche un motore di rigenerazione urbana e spesso ha un ruolo cruciale nello sviluppo di una città. Oggi si punta sullo ’sport urbanism’, integrando la pratica sportiva in spazi pubblici accessibili a tutti. Alla Spezia vari interventi mirano a riqualificare aree urbane attraverso la creazione di piste ciclabili, percorsi pedonali e skatepark. L’amministrazione comunale, con le associazioni sportive, organizza eventi come Lo sport in piazza e Vivicittà, i Campionati italiani assoluti di atletica leggera al centro sportivo Montagna e i Campionati assoluti di scherma al Palamariotti, che favoriscono la coesione sociale e stimolano l’economia locale. Molte iniziative sportive sono finanziate da aziende e negozi e portano alla riqualificazione di zone urbane con progetti all’insegna della sostenibilità e del benessere, come la realizzazione di una palestra per il fitness nel parco della Maggiolina e il campo da basket nel parco del Due Giugno. Il progetto Futuro Aperto, finanziato dal Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e dalla Fondazione Carispezia, offre ai giovani tra i 12 e i 17 anni l’opportunità di crescere in un contesto inclusivo e stimolante, promuovendo la socializzazione attraverso attività sportive.
Ecco i nomi della redazione in classe. Agli articoli in questa pagina del campionato di giornalismo hanno collaborato tutte le alunne e gli alunni della classe 1E della scuola J.
Piaget-Isa1 Don Milani della Spezia, ciascuno con il proprio contributo, e in particolare: Mirko, Alessio, Emma, Federica, Viola, Josué, Yannick, Nikita, Luca, Alice, Elysmel, Anna, Viola, Jacopo, Nicole, Moussa, Inas, Gabriele, Adam, Amalia, Yelika. La professoressa tutor che ha seguito gli alunni nel loro lavoro è Francesca Righetti, la dirigente scolastica è Margherita Gesu.