ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Secondaria di I grado P. della Francesca di Arezzo (AR) - 1A

Un piano per proteggere il fiume Viaggio da Capo d’Arno al Tirreno

Dall’antichità ad oggi il corso d’acqua rappresenta un’importante risorsa per il territorio

Nel monte Falterona in provincia di Arezzo nasce il fiume Arno e, precisamente a Capo d’Arno dove troviamo la targa che ne attesta la fonte. La sorgente è situata all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, una delle aree protette più grandi d’Europa.

Le acque incontaminate dell’Arno incontrano i primi centri abitati come Stia, piccolo borgo medievale, che ha sfruttato il fiume per produrre il famoso tessuto: il panno del Casentino conosciuto in tutto il mondo. Da questo momento in poi e fino alla sua foce nel mar Tirreno il fiume incontra, specialmente in pianura, paesaggi antropizzati, la prima città, Arezzo ed il primo dei due ponti iconici: Ponte a Buriano ritratto da Leonardo nello sfondo della Gioconda ed il famoso Ponte Vecchio a Firenze.

Scorrendo verso nord-ovest, superato di qualche chilometro la località di Ponte a Buriano l’uomo ha sfruttato il fiume per la risorsa idroelettrica costruendo la diga della Penna. Questa zona successivamente si è popolata della fauna e della flora tipica delle zone umide e l’abbondante presenza di pesci, anfibi e invertebrati ha attirato specie di uccelli che hanno scelto quest’oasi per la loro riproduzione.

Da questo punto l’Arno incontra zone densamente popolate e industrializzate che, nel corso dei decenni, hanno causato l’inquina-mento delle acque e dei terreni vicini. Fortunatamente però l’uomo ha capito l’importanza della risorsa idrica che tanto aveva contribuito allo sviluppo delle civiltà e delle attività umane; infatti all’inizio del secolo scorso ha istituito i consorzi di bonifica che se ne prendono cura.

Nel nostro territorio opera il Consorzio di bonifica Alto Valdarno 2 la cui attività è fondamentale per la manutenzione e la salvaguardia degli ecosistemi fluviali, unitamente all’impegno del cittadino. Ognuno di noi, infatti, con piccoli gesti quotidiani, può contribuire alla salvaguardia di questa risorsa preziosa. Evitare, ad esempio, l’abbandono di rifiuti vicino ai corsi d’acqua; ridurre gli sprechi e l’inquinamento idrico; partecipare, quando vengono organizzate, alle attività di volontariato ambientale; non costruire fabbriche o abitazioni a ridosso del fiume; non usare pericolosi fertilizzanti nei campi; non scaricare nelle acque scarti industriali. Soprattutto noi ragazzi abbiamo l’impegno quotidiano di contribuire al mantenimento di questa importante risorsa per il nostro territorio perché, abbiamo capito, che la salvaguardia dell’ambiente non dipende solo dagli enti pubblici.

È un dovere di ognuno di noi sensibilizzare amici, parenti e soprattutto le nuove generazioni sull’importanza della tutela dei fiumi e della natura.

 

Il corso del fiume è ricco di biodiversità. La flora presente nel Parco conta circa 1351 specie fra piante, cespugli, alberi d’alto fusto, fiori ed erbe di cui 1125 sono da considerarsi specie indigene.

L’elevata fitodiversità è dovuta alla presenza di ecosistemi di grande valore; ad esempio troviamo 44 specie di orchidee, 40 specie di felci, 345 specie di funghi e, di recente, è stata classificata una nuova specie di aglio selvatico. Notevole anche la presenza della fauna, come il lupo italico, il gatto selvatico, il cinghiale, il daino, il capriolo ed il muflone, introdotto nel 1835 dal Granduca di Toscana, Leopoldo II d’Asburgo-Lorena; di uccelli se ne contano ben 130 specie come il rampichino alpestre ed il ciuffolotto, il chiurlo, il picchio. Rapaci come l’aquila reale, il falco pecchiaiolo e pellegrino oltre al gheppio.

Presenti anche varie specie di rettili ed anfibi e l’acqua cristallina e ossigenata, sia dell’Arno che dei suoi affluenti, è luogo ideale per la riproduzione di salmonoidi. Ma tutto il corso del fiume ospita una gran varietà di specie animali, molte delle quali adattate alla vita in acque dolci. Tra i pesci il barbo, la carpa, la tinca e l’anguilla, un tempo molto diffusa e oggi in diminuzione a causa dell’inquinamento e delle opere idrauliche.

Tra gli anfibi la Rana verde, il Tritone crestato e la Biscia d’acqua. Airone cenerino, martin pescatore, garzetta e germano reale tra gli uccelli acquatici mentre, per i mammiferi, la nutria, il riccio e la volpe. Altrettanto ricca la vegetazione: pioppi, salici, ontani, cannucce ed anche lenticchia d’acqua e ninfea.

Stella Agostini Agata Amore Federico Belli Bianca Benini Giovanni Biondini Aurora Caselli Ida Coradeschi Caterina Cornacchini Sara Dragoni Elia Frangipani Alessandro Grazzini Matteo Guadagnoli Tommaso Iacono Fabio Marcaccioni Mia Martini Giulia Monnanni Noah Nocciolini Mattia Pilastri Carlo Piomboni Niccolò Plaku Gabriele Romano Pierfrancesco Scaletti Gabriele Serafini Jayden TecsonTutor: Martina Ceccherini Docenti: Elena Lazzerini, Federica Carello

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