ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC G. Carducci di Porto Azzurro (LI) - 1A

Pianosa, perla dell’Arcipelago Uscita didattica all’isola blu

Alla scoperta di questo gioiello ricco di natura e cultura. Paesaggi stupendi senza inquinamento

Anche senza essere molto addentro negli studi psicologici non avvi alcuno che non sappia che l’ambiente in cui l’uomo vive esercita una grande influenza sulle sue facoltà intellettuali”. Con queste parole definì il suo operato il primo direttore del carcere di Pianosa, Ponticelli, nella seconda metà del XIX secolo. Tali parole non possono essere più giuste per descrivere l’esperienza che noi studenti della classe 1 A dell’Istituto comprensivo “G. Carducci” di Porto Azzurro abbiamo vissuto lo scorso 25 marzo. L’uscita didattica faceva parte delle iniziative organizzate dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per sensibilizzare le scuole sull’importanza dell’educazione ambientale.

Appena scesi dalla nave, ci ha colpito l’apparente stato di abbandono e silenzio presente sull’isola: Pianosa, una piccola isola a sudovest dell’isola d’Elba è stata infatti abitata solo per alcuni periodi della sua storia. Conquistata da Napoleone, durante il XIX secolo l’isola è stata una delle cosiddette “colonie agricole”, in cui venivano mandati i prigionieri con lo scopo di riabilitarli attraverso il lavoro agricolo. Nel corso del Novecento la colonia penale è stata ampliata con la costruzione del carcere duro per i più pericolosi criminali, come mafiosi e terroristi delle Brigate Rosse fino al 1998, quando fu completamente chiuso. Da allora l’isola è stata in gran parte disabitata, e la sua visita è strettamente regolata: non si può raccogliere nessun reperto naturale, né si può girare autonomamente per l’isola senza una guida.

Durante la visita abbiamo fatto un breve escursione nella zona meridionale dell’isola, dove la guida ci ha mostrato le principali caratteristiche della natura dell’isola. Dopo la pausa pranzo, abbiamo visitato la cosiddetta “Casa dell’agronomo” dove abbiamo scoperto la storia di Pianosa e la sua ricca biodiversità. Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla presenza di diverse specie di orchidee o il limonium, una pianta tipica della macchia mediterranea che proprio a Pianosa presenta una specie tutta particolare, la quale cresce grazie all’acqua salata. I suoi stupendi paesaggi ci hanno colpito per l’assenza di ogni tipo di inquinamento: per noi è stata un’importante esperienza per comprendere l’impatto dell’uomo sull’ambiente e l’importanza di un nuovo stile di vita per ricreare anche a casa nostra la bellezza dell’isola. Se Pianosa fosse un colore sarebbe il blu, simbolo del suo mare pulito e segno del suo affascinante silenzio.

 

Con la chiusura del carcere nel 1998 e l’evacuazione dei pochi abitanti che vi risiedevano, su Pianosa è calato un silenzio irreale. Scesi dal traghetto, mano a mano che dal porto ci dirigevamo verso il vecchio abitato ci è venuto spontaneo abbassare la voce. Ci trovavamo a sole 16 miglia dall’Elba; eppure, abbiamo avuto l’impressione di aver fatto un salto nel tempo: oltre agli edifici dismessi vi sono tracce di un passato lontano: le catacombe, i resti della villa romana di Agrippa e i numerosi fossili di conchiglie affioranti un po’ovunque. Solitamente si ha un’idea negativa del silenzio, che talvolta è fonte di disagio, altre, come accade a scuola, un ordine perentorio. Nell’isola ci siamo resi conto che il silenzio non è affatto vuoto. C’era il respiro del mare, la voce degli uccelli, perfino il ronzio degli insetti. Il nostro sguardo si è fatto attento e penetrante e siamo stati capaci di ascoltare le sensazioni e le emozioni che stavamo provando. Forse è per questo che di questa gita ci è rimasto un ricordo così vivido. Rispetto alle città, noi elbani siamo fortunati. Tuttavia, in estate, anche qui sperimentiamo il rumore del traffico, la musica ad alto volume dei locali per non parlare degli schiamazzi nelle spiagge, che si confondono col rombo delle imbarcazioni a motore.

Quello acustico è un tipo di inquinamento a cui si presta poca attenzione, ma esso danneggia tutti gli esseri viventi e non ci si accorge di quanto vi siamo assuefatti finché non si assapora la quiete.

 

Ecco gli studenti che hanno partecipato all’elaborazione di questa pagina.

Burca Andriana Caltagirone Gianluca Cantarello Annalisa Cipriani Silvia Daniello Chiara Del Bono Margot Ferrari Samuel Fjerza Jaclyn Luongo Giorgia Martorella Tommaso Pellegrini Yara Russolillo Viola Saptefrati Demetria Graziella Thanasi Kostantino Tuccio Matteo Dirigente scolastico: Prof.ssa Daniela Pieruccini.

Docenti: prof.ssa Ambrogi Debora, prof.ssa Gesmundo Marina, prof. Loconte Riccardo.  

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