A scuola di biodiversità ’Guarigione ambientale’
Zona umida di Mola: la discarica è solo un brutto ricordo, ora l’area è un gioiello
Il 2 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale delle Zone Umide.
Qualche giorno dopo, il 7 febbraio, noi della I B – insieme a un’altra classe – siamo andati a visitare la zona palustre di Mola, ad appena 2 km dalla scuola. Pur intravedendola sempre dalla strada provinciale, di fatto non sapevamo bene cosa ci fosse oltre il canneto che la nasconde. Scesi dallo scuolabus, che sorpresa! Un sentiero attrezzato, il luccichio del mare a sinistra, un paio di tranquilli uccelli germani a qualche metro da noi. Con lo starnazzare in sottofondo siamo arrivati all’Aula Didattica Verde Blu “Giovanna Neri”, un ex-rudere ristrutturato del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Accolti da due educatrici ambientali di Legambiente, siamo stati divisi in gruppi per alcune attività: una “caccia al tesoro” e un prelievo, con tanto di retino, di acqua fangosa da esaminare al microscopio. Il nostro “bottino”? Tanti minuscoli esserini, che si agitavano scintillanti, larve rosse di zanzara, insetti dai nomi difficili ed eleganti libellule. A un certo punto abbiamo rivolto con curiosità lo sguardo verso un recipiente di vetro, dentro il quale nuotava una Notonetta, un insetto che di buffo non ha solo il nome, ma anche il comportamento. Infatti, se infastidito, può persino regalare qualche morsetto. Quando, poi, si carica di aria per respirare, non riesce a immergersi del tutto in acqua: scende solo con la testa, agitando le zampette fuori, in superficie. La visita si è conclusa seduti sull’erba. Le guide ci hanno raccontato la storia della zona, com’era cambiata nel tempo.
“Mola” – lo suggerisce il nome – in origine era un molo per ormeggi.
Trasformata in un campo da calcio, ospitò diversi derby, non sempre all’insegna del fair play, tra la squadra di Porto Azzurro e quella dei “vicini” di Capoliveri. In seguito, l’area sarebbe diventata una discarica abusiva, prima della riqualificazione allo stato attuale. Un tempo le zone umide erano considerate luoghi maleodoranti, malsani.
Ora finalmente se ne è capita l’importanza: esse rappresentano uno scrigno di biodiversità, un patrimonio di acqua, bene sempre più prezioso; inoltre, assorbono anidride carbonica, fanno da argini in caso di mareggiate e sono una sorta di “autogrill” per gli uccelli migratori, che vi sostano nei loro lunghi viaggi. In più, si trasformano in occasioni per grandi e piccoli di comprendere che l’uomo, oltre a sottrarre, può anche restituire alla natura alcune sue ricchezze e bellezze, con tanto di interessi.
Con un contest vignettistico lanciato dai volontari di Legambiente è stata scelta la mascotte della zona umida di Mola: una simpatica riproduzione del Natula averni, un minuscolo grillo giallo descritto nel 1855 dall’entomologo Achille Costa, che ne scoprì degli esemplari intorno al lago di Averno, a Pozzuoli. Finalmente nel 2010, proprio a Mola, l’entomologo Leonardo Forbicioni ne ha visti altri. Durante l’uscita didattica, come tanti piccoli aspiranti entomologi “in erba” ci siamo aggirati alla ricerca di quest’animaletto un po’ schivo, che è solito nascondersi tra le foglie dei canneti. E, improvvisamente, una vocina flautata: «Ragazzi da queste parti? Così mattinieri? Vi prego, siate cauti: misuro appena 4 mm e potreste farmi del male. Ehi, via i telefoni, non voglio ritrovarmi un primo piano su Instagram: attorno a me c’è un alone di mistero e preferisco conservarlo. Approfitto della vostra visita per mandare i miei ringraziamenti a chi ha restituito alla natura questo luogo. Oggi le zone umide sono sempre meno, e tante si trovano nel degrado. Io e la mia famiglia possiamo vivere solo nei fragmiteti». «Fragmi… che?» «Fragmiteti. Insomma, nei canneti come questi, vicini al mare». «Lo sai che ti hanno scelto come mascotte di questo luogo?» «Ne sono onorato! E’ la mia casa. Una raccomandazione, prima che ve ne andiate… No, non vi farò una paternale, mica sono il grillo di Pinocchio.
Semplicemente una preghiera: prendetevi cura di questo posto. Fatelo anche per voi!».
Gli alunni della I B della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo “G. Carducci” di Porto Azzurro: Annarella Giorgia, Anselmi Valentina, Corsi Gloria, Crobeddu Noemi, De Cicco Nicola, De Lucia Emmanuele, Innocenti Samuele, Massalongo Allegra, Mignogna Gaia, Mignogna Tommaso, Musca Elisa, Nassini Filippo, Piras Andrea, Zaccaria Antonio. Docenti: prof. Rocco Davide, prof.ssa Ambrogi Debora. Dirigente Scolastica: prof.ssa Pieruccini Daniela.