ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Mameli G. di Firenze (FI) - 5C

La verità su quello che mangiamo Quanto ci ’costa’ mangiare carne

Gli allevamenti intensivi sono una delle cause maggiori dell’inquinamento nel mondo

L’industrializzazione ha portato ad un aumento dei redditi, che ha modificato i consumi alimentari degli individui, generando una crescita della domanda di latticini, carne e uova; l’ allevamento è stato così spinto ad aumentare la sua produzione, cercando di ottenere la massima quantità di prodotti al minimo costo: nascono così gli allevamenti intensivi. Quello che molti non sanno è che gli allevamenti intensivi producono un quarto del gas serra che inquina la Terra. L’inquinamento dell’ambiente è infatti causato in gran parte dalla produzione del gas metano proveniente dalle mucche e dalla necessità di smaltire grossi quantitativi di feci, prodotte da un numero consistente di animali in uno spazio ristretto.

L’elevato consumo di foraggio da parte degli allevamenti intensivi ha aggravato la situazione dell’inquinamento, infatti a ciò, contribuiscono le emissioni dovute alla produzione di mangimi, il trasporto degli animali, la gestione delle deiezioni: insomma tutte le attività che hanno a che fare con la produzione di proteine animali. Bisogna inoltre sottolineare che il 70% della superficie agricola dell’Unione Europea è destinata a produrre mangime e foraggio per gli animali contribuendo così alla deforesta-zione. Altro aspetto da tenere in considerazione è quello che fanno agli animali. Per produrre carne, pesce, latte e uova gli animali sono allevati in modo intensivo e privati di ogni diritto, in ultimo quello alla vita: mutilati, vengono privati di zampe e becchi; imprigionati in gabbie non possono camminare, volare o saltare; stipati a migliaia, gli animali vengono ammassati in fitti capannoni in condizioni igieniche pietose e senza mai vedere la luce del sole; uccisi brutalmente, gli animali vengono uccisi con modalità atroci; feriti, non curati e lasciati morire; macellati da cuccioli, la carne che mangiamo proviene da animali uccisi ancora giovanissimi; la maggior parte ha solo qualche settimana di vita; strappati alla madre, negli allevamenti intensivi nessuna madre alleva i propri figli; polli e galline non la vedono nemmeno, i vitellini vengono allontanati a poche ore dal parto, mentre i maiali ci trascorrono insieme solo 20 giorni; soffocati e dimenticati. In che modo si potrebbero ridurre i danni provocati dagli allevamenti intensivi? Smettere di mangiare carne? Sperimentare nuovi tipi di carne come la carne sintetica? Riuscirà l’uomo a trovare una soluzione a questo problema?

 

La carne coltivata è un prodotto di carne originata da cellule staminali allevate in laboratorio. Si ottiene facendo un prelievo di cellule ad un animale vivo; le cellule vengono portate in laboratorio e nutrite, per essere poi messe in bioreattori che le fanno diventare carne vera e propria. Molti studi provano che la carne coltivata potrebbe avere diversi vantaggi: l’ effetto serra si ridurrebbe del 14%; calerebbe dell’ 86/96% lo spreco d’ acqua; diminuirebbe
del 7% anche lo spreco d’ energia e inoltre i terreni usati per gli allevamenti si potrebbero trasformare in foreste. La carne coltivata però ha anche degli svantaggi: abolire gli allevamenti intensivi potrebbe comportare una riduzione del personale che lavora in questo settore, mettendo così in crisi tutta l’economia; senza tralasciare i costi elevatissimi che però potrebbero diminuire con l’aumento delle richieste; nel 2030 alcuni studi dicono che potrebbe costare 5 dollari al Kg. Al momento viene prodotta solo negli Stati Uniti e a Singapore. In Italia, dopo una iniziale approvazione, è arrivata la retromarcia del governo. La questione è molto dibattuta: il disegno di legge che vieta di «produrre, consumare e mettere in commercio cibi e mangimi generati a partire da culture cellulari» arriva mentre il 55% degli italiani, secondo uno studio del National Center for Biotechnology Information, si mostra interessato all’acquisto di questi prodotti. Cambiare il nostro concetto di nutrimento potrebbe essere il primo passo per salvare il pianeta?

 

Ecco la redazione della classe 5C della scuola Mameli di Firenze: Bustinza Medina Chiara, Cajacuri Curasma Daira, Cappelletti Filippo, Cappelli Alessio, Chellini Sergio, Cionini Niccolò, Del Punta Flora, Duccillo Chiara, Elyamani Inass, Haka Fiorelo, Hoxha Emily, Laghi Margherita, Nardini Leonardo, Norales Guillen Derick Noe, Ouardi Alessandro, Pazzi Gabriele, Quispe Amaro Octavio Valentino, Ranfagni Giulio, Rossi Duccio, Russo Viola, Santirocco Raphael, Svanadze Maria, Tabella Prakash Jacopo Tiberio, Tarantino Angelina, Valderrama Bermudo Alessandro.

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